In un mondo che va avanti a slogan e che non riesce più ad apprezzare un ragionamento che vada oltre i 140 caratteri, bisognerebbe rivalutare l'esercizio dell'analisi e della riflessione. Tuttavia talvolta capita di venir colpiti da una frase che ci pare che sintetizzi in modo efficace e immediato un pensiero forte e profondo.
Recentemente ho sentito questa citazione:
La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle.
"Ma che bella!" ho pensato. Ed avrei voluto subito rivenderla a mia madre, tipica rappresentante dell'Italiano medio, di scarsa cultura, sempre pronto a protestare sui social o a mugugnare (lo sdegno) ma mai a mettersi in gioco, a sporcarsi le mani, a fare la propria parte per cambiare le cose (il coraggio).
Siccome non mi piace citare senza nominare la fonte, ho fatto una ricerca e ho scoperto che questa (come tante altre) sono frasi erroneamente attribuite a qualcuno famoso ma in realtà l'autore non si conosce. Come spiega bene questo interessante sito:
"Questa frase è attribuita, in alcuni casi, a Pablo Neruda, ma il più delle volte ad Agostino d'Ippona. La frase è molto diffusa e si trova citata in diverse lingue su centinaia di siti e libri. Una cosa, però, accomuna tutti: in nessun caso viene mai indicata la fonte bibliografica. Lo stesso Aforismario, pur consultando diverse opere dei due autori, non è riuscito a individuare la frase. Detto tra parentesi, è improbabile che sant'Agostino abbia potuto scrivere una frase che contiene una critica abbastanza esplicita alla creazione divina. Non si può escludere, dunque, che si tratti della solita frase di un anonimo attribuita a un autore celebre per darle maggior autorevolezza e diffusione. Quanto sia diffusa tale pratica si può vedere consultando la sezione di citazioni errate di questo sito."
Chissà forse l'anonimo in questione avrebbe dovuto avere appunto "il coraggio" di palesarsi.