domenica 18 agosto 2019

Adorabile fragile saputella



Ti ho guardata mentre ti allontanavi verso il treno, piccola, rotondetta, con il tuo passo incerto un po' barcollante. Il treno che ti riportava nel tuo rifugio, il tuo piccolo appartamento di periferia dove sei rimasta sola dopo la morte del babbo, tu con le tue cose e anche con le sue, tu con le tue piccole manie come quella di raccogliere l'acqua per riciclarla nel water, con il tuo "so tutto io" ma anche con le tue insicurezze di anziana. Sono rimasta a guardarti salire su quel treno mentre ti tiravi su con un po' di fatica sul vagone. E non sono riuscita a trattenere le lacrime.
Sono stati un po' faticosi questi pochi giorni di vacanza insieme, mamma. Non sei una presenza "leggera" con tutte le tue ansie, le tue certezze, le tue paure di tutto, le tue fissazioni irrazionali. Si fa fatica a capirsi noi due, ci si battibecca spesso, siamo così simili ma anche così diverse.
Eppure non ho potuto trattenere le lacrime guardandoti andare, così piccola e così fragile, chiedendomi quanto ancora la sorte mi darà la possibilità di litigare amabilmente con te.

giovedì 8 agosto 2019

Cogli l'attimo



E' un attimo.
Vado a vuotare la concimaia che comincia ad esser piena. Riempio un secchio con quello che potrebbe essere compost, ma forse è semplicemente terriccio arricchito con i nostri rifiuti organici. Salgo i ripidi pianelli per distribuirlo alle piante di nuovo impianto, tre allori, un ginkgo biloba e torno attraversando il bosco di abeti.
Il bosco di abeti. Questo insieme di conifere piantato venticinque anni fa dai miei suoceri e che a noi non piace. C'è poca luce e non cresce niente sotto questi alberi ormai anche troppo alti. Non fanno frutti. La loro legna è ricca di resina e poco adatta da bruciare nel camino.
Eppure mi fermo stupita. Stamattina mi ha svegliato il temporale. Gli alberi grondano ancora ed un raggio di sole ha appena fatto capolino dalla collina. E allora il miracolo: gli abeti luccicano di goccioline attraversate dalla luce del sole. Sembra quasi che piangano perché noi non li apprezziamo. Ma non umanizziamo le piante. Sono semplicemente magnifici.
Corro giù per il pendio a prendere la macchina fotografica. Voglio catturare questa magia.
Ma è un attimo. Le nuvole coprono il sole, il cielo ritorna grigio e la magia non c'è più.
Lo so, è banale dirlo, ma la vita è così. Un attimo.