martedì 30 giugno 2009

Il mio primo Moleskine

Se c'è una cosa di cui sono feticista, forse quasi a livello patologico, sono gli appunti, le annotazioni, i pezzi di carta che si associano ad un segmento anche piccolissimo della mia vita. Chi lo sa perché. Forse è il mio modo di fermare il tempo e di esorcizzare la morte. Forse la stoffa della storica mancata. Ma non divaghiamo.
Ho da poco finito il mio primo Moleskine, un taccuino che mi ha regalato mio marito un paio di anni fa e che pare sia di gran moda. In ogni caso è carino, leggero e pratico.
Archiviandolo mi è presa la nostalgia e mi sono messa a sfogliarlo. Da esso sono usciti frammenti più o meno importanti, più o meno curiosi della mia vita negli ultimi due anni. Il taccuino inizia infatti il 27 luglio 2007 con gli appunti presi durante un convegno con Rosy Bindi che spiegava come aveva contribuito alla naufragata legge sui DICO e le sue idee di candidata alla segreteria del PD: "chiarezza da subito", sono le sue parole che ho sottolineato.
Continuo a sfogliare e trovo:
- numerose tracce di quelli che poi sono diventati post;
- qualche indirizzo email o internet del tipo www.volodellangelo.com (come mi piacerebbe fare questa cosa qua!);
- molte annotazione tratte dagli audiolibri che ascolto in bus e che si riconoscono per la calligrafia traballante;
- i nomi dei miei compagni di viaggio a Ischia dell'anno scorso con accanto a ciascuno una breve frase per fissarli nella mia memoria;
- gli appunti delle riunioni a scuola di mio figlio;
- quelli delle assemblee sindacali (tipo "Brunetta ha deciso che c'è un fannullone su quattro dipendenti pubblici");
- quelli della demo del portale di una ditta che ci vende componenti elettronici;
- le indicazioni stradali per il posto dove abbiamo fatto il bivacco dei bramiti;
- gli appunti della conferenza su Simone de Beauvoir;
- quelli della lezione di storia di Alessandro Barbero;
- l'elenco dei professori universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo;
- alcune frasi in cui mi sono imbattuta e che mi sono piaciute, tipo:
"Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma credibili" (Rosario Livatino)
"La politica è l'ombra che il potere economico ha posto sulla società" (John Dewey)
"Essere coperte per dettami religiosi oppure spogliate per leggi di mercato è sempre una forma di schiavitù" (Nawal El-Saadawi)
"Oggi la tragedia non è il clamore provocato dall'odio dei cosiddetti malvagi, la tragedia è lo spaventoso silenzio dei cosiddetti buoni" (M.L.King)
"Vegetariani che ti mangiano vivo perchè hai mangiato una bistecca, pacifisti che ti sparano addosso perché hai proposto una strategia diversa per la pace" (Amos Oz)
- la ricetta di un infuso che non mi ricordo più chi mi ha dato e soprattutto a cosa servisse (2 chiodi di garofano, 1 cardamomo, 1 pezzetto di cannella, ginger fresco pelato e tritato, bollire per 2 min e filtrare);
- il conto dei punti in più o meno sulla paghetta dei miei figli;
- le informazioni raccolte quando sono andata alla FGCI per cercare di svincolare mio figlio dalla società di calcio;
- una lista di possibili regali per Natale;
- gli appunti della presentazione di Daniela Lastri alle primarie per sindaco ("non parlo ad alta voce ma so farmi valere");
- quelli della presentazione del libro di Bruno Tinti in libreria;
- quelli della riunione di lavoro in Presidenza;
- gli orari del corso di musica di mio figlio;
- qualche annotazione che ora mi risulta incomprensibile tipo: "ormoni barba" (chissà cosa volevo dire?).
Ed infine ci sono le cose infilate tra le pagine: biglietti da visita, scontrini, fiorellini profumati che non mi ricordo più dove ho preso.
Sull'ultima pagina un appunto tratto dall'ultimo audiolibro che ho sentito: "Dopo l'esibizionismo, gli eccessi e le follie di Nerone, abbiamo Vespasiano, abile amministratore parsimonioso, rinnovatore del Senato". (Andrea Giardina: "Venti imperatori romani" Alle Otto della Sera Radio 2)
Chissà, magari porta bene. ;-)
Insomma quasi due anni trascorsi con questo taccuino nello zainetto e oggi mi sono divertita a ripercorrerli.

sabato 27 giugno 2009

Come diavolo funziona questo aggeggio?

Alzi la mano chi ha un rapporto neutro con la tecnologia! Queste diavolerie che spuntano come funghi e ci cambiano le abitudini, telefoni cellulari, fotocamere digitali, navigatori satellitari, WebCam, IPod, IPhone, Bluetooth, BlackBerry, WiFi, sono per noi orribili protesi per surrogati di vita sociale, giocattoli appassionati, status symbol o semplici strumenti per migliorare la qualità delle vita?
Mi chiedevo questo ascoltando la puntata di Jalla Jalla, il magazine di Radio Popolare, che trattava del nuovo modello di IPhone, del fatto che il primo modello che sarà in vendita a 99 $ trasformerà un oggetto di culto in un prodotto pop, del fatto che ci sono migliaia di sviluppatori di software che sfornano applicazioni di tutti i tipi, da quella che ti dice che canzone stai sentendo puntando l'apparecchio verso gli altoparlanti, a quella per il medico che si collega alle macchine della rianimazione e conosce così in tempo reale la situazione dei pazienti.
Di tecnologia e in particolare della rete parla anche la puntata di Fahrenheit Radio3 Il web apocalittici e integrati. C'è l'ascoltatore che scrive di aver imparato il computer a 78 anni e ne è felicissimo perché gli fa compagnia, lo informa e gli insegna tante cose. C'è quello invece che si rifiuta per paura di non poterne più fare a meno. C'è il liutaio di Crema che lavora con gli strumenti tradizionali secondo tecniche antiche di quattrocento anni ma a cui la rete ha consentito di avere clienti in tutto il mondo, dall'Oriente agli Stati Uniti. Un'altra ascoltatrice dice che il web "ha allungato il suo collo" cioè vede più in là ma non per questo vede meglio.
Dalla puntata è emerso quello che possono notare tutti e cioè un'accelerazione e contemporaneamente un'intensificazione nell'uso del web. Da una famosa slide di uno studioso, che mostrava quante generazioni abbiano avuto a che fare con un certo tipo di comunicazione, si vedeva che un centinaio ha usato la scrittura, una cinquantina la stampa, due/tre che ha utilizzato la televisione, mentre ora siamo arrivati ad avere più media all'interno di una stessa generazione. Quali cambiamenti porterà questa tecnologia nel comportamento e addirittura nel cervello delle persone, specialmente di quelli che sono detti "nativi digitali", cioè praticamente chi è nato con il mouse in mano ed è cresciuto su web (come i miei figli per esempio)?
Una delle poche certezze che abbiamo sul nostro cervello è che è molto elastico quindi con una dotazione diversa di strumenti tendiamo ad avere un comportamento molto diverso. Un ospite della trasmissione citava solamente il fatto che, potendo contare ormai da anni su connettività e strumenti elettronici, la selezione delle cose da ricordare, cioè da archiviare nel suo cervello è ben diversa da prima perché sa di poter contare su questa memoria digitale. In effetti è la stessa differenza che c'è tra le culture orali e quelle che usano la scrittura.
L'approccio verso la tecnologia e verso le novità tecnologiche spesso non è razionale. Ci sono quelli (spesso donne, devo dire) che hanno un rapporto conflittuale con il computer, per esempio, e si indignano quando non ottengono da esso quello che si aspettano, quasi che quella "odiosa macchina" glielo faccia a dispetto.
Ci sono altri invece, (soprattutto uomini, mi pare), per i quali invece la prima reazione davanti ad un nuovo apparecchio è di affascinata curiosità e di irresistibile attrazione tanto che si arrampicano sugli specchi per dimostrare quanto questo migliorerà la loro vita mentre potrebbero benissimo confessare, e non ci sarebbe nulla di male, che lo comprano perché ci si divertono, punto e basta.
C'è poi chi seleziona in modo originale quello che la modernità offre. Un amico blogger, di cui non faccio il nome (tanto lui si riconoscerà) non guarda la televisione e non guida l'auto ma non si perde una possibilità offerta dalla rete tra blog, Facebook, Twitter e quant'altro.
Per quanto mi riguarda devo confessare che ho un rapporto di odio amore verso le novità tecnologiche. La prima reazione è di ribrezzo. Penso subito che mai e poi mai userò questa diavoleria che non mi serve a niente. "Ho vissuto fino ad adesso benissimo senza e posso continuare", mi dice subito la mia parte istintuale. Poi subentra quella razionale che mi dice che sto assumendo un atteggiamento assurdo ed allora mi ci avvicino con titubanza e cautela cercando di capire cosa effettivamente mi può essere utile perché mi fa risparmiare tempo o mi facilita nelle cose che devo o voglio fare.
E voi? Avanti su, tirate fuori l'IPhone ultimo modello!

mercoledì 24 giugno 2009

Ci sono ragazzi che... /4

"Un paese che non investe sui giovani, non fa figli, non permette il ricambio generazionale è un paese destinato al declino." E' quanto afferma Concetto Vecchio, autore del libro "Giovani e Belli, un anno fra i trentenni italiani all'epoca di Berlusconi" intervistato da Corradio Augias nella puntata de Le Storie "Una vita altrove".
Concetto Vecchio racconta nel suo libro di giovani sfruttati negli studi legali, di ricercatori costretti all'emigrazione (la puntata si apre infatti con la lettera di un ingegnere informatico che, dopo molti tentativi infruttuosi in Italia, trova lavoro al Politecnico di Losanna), di laureati del Sud divenuti specialisti in concorsi pubblici.
Di ragazzi laureati che emigrano dal Sud al Nord parla anche il libro dell'altro ospite della puntata, Mauro Desiati "Foto di Classe". Desiati, originario di Martina Franca, ha preso come espediente la sua foto di classe ed ha indagato sulla sorte dei suoi compagni in essa ritratti. L'80% di quei ragazzi si sono trasferiti al Nord, fanno una vita peggiore ma si "sentono meglio". Per esempio, c'è chi fa il commesso in libreria a Milano nascondendo di essere laureato o chi, pur venendo una famiglia di avvocati, va a lavorare in un call center a Milano a 600 euro al mese. Questi giovani dichiarano di sentirsi più vivi nella loro attuale condizione precaria di quanto non si sentissero nel loro paese al Sud.
In studio anche una giovane ospite che racconta la sua esperienza di partecipazione al mega concorso all'INAIL, più turni al giorno per una settimana di prove! Originaria di Tarquinia, si è trovata ad essere quella più settentrionale tra i partecipanti. "Sembrava quasi il preconcerto di Vasco Rossi", afferma la ragazza.
Le cifre dell'emigrazione meridionale intellettuale sono le stesse degli anni sessanta, si parla di quasi trecentomila trasferimenti all'anno, ma quella di oggi riguarda particolarmente giovani ad alta scolarizzazione. Secondo Concetto Vecchio, dal Sud emigrano i talenti che non hanno un network familiare forte oppure che non si sono agganciati ai poteri dominanti e possono contare solo su loro stessi.
Il giovane giornalista siciliano non fa però sconti alla sua generazione: i ragazzi non riescono a fare "massa critica", sono rassegnati, si sentono nudi e disarmati di fronte alle avversità. "In Italia è così" la tipica risposta che ha ricevuto dai suoi intervistati.
Non rimane che cercare, appunto, una vita altrove.

Precedenti post sui giovani:
Ci sono ragazzi che... /1
Ci sono ragazze che... /2
Ci sono ragazzi che... /3

lunedì 22 giugno 2009

Facciamo l'appello

Oh, finalmente un po' di tempo libero. Dunque, è da tanto tempo che vorrei sistemare la lista dei blogger amici perché ho visto che ne mancano diversi mentre sono rimasti altri che non sono più in rete. Per prima cosa vorrei cambiare il criterio: niente "ordine di apparizione" che è faticoso da tenere ma un sano ordine alfabetico e non per titolo del blog ma per nome/nickname così come sono sul mio Google Reader.
Accakappa, il mio amico pratese, primo commentatore del mio blog, attualmente molto stitico quanto a commenti, siccome si fa chiamare da un po' di tempo Heike (non so bene in che lingua) lo passiamo alla H.
Al primo posto quindi ci va la nostra dolce Angela (prima o poi riuscirò ad andarla a trovare di nuovo a Collevecchio!).
Poi la mitica Anna-Misskappa, che ci dà notizie di prima mano dall'Aquila e che spero proprio che torni ad essere spiritosa e scintillante com'era prima del disastro che le ha portato via la sua casa.
Aggiungiamo anche Annamaria, recente acquisizione che mancava e anche il fedele Belphagor (ma come mai mancava Belphagor? come è possibile?) che sta studiando di nuovo come un matto.
Camilla-Viola d'acqua che posta con costanza una volta al mese, né di più, né di meno.
Della vulcanica Carmela, appassionata insegnante siciliana, inutile mettere il blog su La Stampa visto che quello che aggiorna più spesso è la Fata del mare.
Ahi, anche di Chiara Milanesi non c'era il link. Grave mancanza visto l'interessante angolatura da Marsiglia che ci offre il suo blog.
Segue la simpatica e colorata Cristiana e poi il mio amico Dario, con le sue escursioni e i suoi consigli sulla buona tavola.
Dona non posta dal 24 maggio. Che le sarà successo? Certo tra lavoro, famiglia, libri e fotografia, capisco che non ci sia tempo per il blog.
Equipaje è una nuova acquisizione che ho conosciuto tramite il post sul mio giardino responsabile che lei mi ha detto che trattarsi nientedimenoche di "permacoltura". Una simpatica milanese, che si definisce "agronoma" mancata.
Erica, con i suoi due blog Pensieri in libertà e Non solo libri, è da ammirare per la sua costanza. Una blogger di vecchia data, di quelle che durano sulla distanza.
Uno che invece ogni tanto sparisce inspiegabilmente è Fabioletterario. E' dal 28 maggio che non posta ed è carino vedere i commenti all'ultimo post che gli chiedono che fine abbia fatto. Che bello quando qualcuno sente la tua mancanza!
Frank57 posta sempre articoli interessanti. Peccato che non ce la faccio mai a leggerli tutti compresi quelli che posta su Viva Marco Travaglio, blog dove sono indietrissimo! A Frank non deve piacere parlare di sé come a molti uomini, però credo che sia una persona molto sensibile.
L'amica catanese Frida è latitante dal 27 maggio. Io dico che è ... sulla Riva del mare. E brava Frida!
Poi c'è Giorgio, lo psicologo, con i suoi post brevi ma densi.
Giulia non la cancello di sicuro anche se lei non posta più dal 10 aprile. Era da tempo che diceva di voler far tacere il suo blog e l'ultimo post lo dice chiaramente. Ma è un'amica blogger di vecchia data, una persona di una grande ricchezza interiore. Prima o poi tornerà e non me la voglio perdere.
Irnerio, il mio amico marchigiano esperto di esperanto, è intermittente. Ogni tanto si affaccia e poi sparisce. Peccato.
Anche Julo è poco presente ma tornerà.
I ragazzi sono tutti latitanti, Luca, Lorenzo, Pandoro. Forza dai, la scuola è finita! Fateci avere notizie. Fateci almeno sapere come è andata. Pandoro, raccontaci i viaggi che farai almeno!
Licia Titania invece è una nuova gradita acquisizione.
Sull'ottimo Luciano, con i suoi post brevi ma sempre stimolanti, ci si può contare. Si sa che lui non commenta quasi mai i blog degli altri ("Sono così tanti!", dice) però, quando non riesco a farmi un'idea precisa sui fatti che accadono, ho bisogno del saggio parere di Luciano.
Anche Manu-Liber è una certezza. Racconta semplicemente quello che le capita ma in un modo che offre preziosi spunti di riflessione. I suoi post sono un modello da seguire per me.
Altro immancabile punto di riferimento per me è Marco Luposelvatico. Si può prendere tutte le pause che vuole ma non si azzardi a smettere di tenere il blog.
Invece Marco da Londra è sparito dal 19 marzo. Marcoooooo!
Marco-Senza traccia, fisico padovano, al dispetto del titolo del suo blog lascia gradite tracce, cioè commenti, quando non è troppo preso dallo studio.
Marina, l'insostituibile Marina, ha annunciato che non ha tempo e ciò mi dispiace molto perché il suo punto di vista mi è prezioso.
Max, molto scrupoloso, ha annunciato la sua assenza ed infatti si affaccia solo di tanto in tanto per un saluto. Mirco è sparito ma penso che tornerà.
Nestorburma invece nella sua laconicità è una sicurezza. Posta persino dalla spiaggia dove ha portato la sua piccola Anna.
Ecco il buon Paolo Moretti, con i suoi post sempre vari.
L'impareggiabile Rino, così accurato, così impeccabile.
Un po' latitante anche Saretta che però commenta spesso, mentre sono preoccupata per Spunto che non posta più da un pezzo.
Poi c'è l'ottimo Sileno, con le sue storie di montagna e le sue lezioni di botanica.
Imperdibile Unodicinque, recentemente migrato su blogspot ed infine Verrocchio, il saggio tranquillo ragazzo friulano.
Caspita, quanti sono! Quando su un blog vedo lunghi elenchi di link mi chiedo scettica se il blogger che li ha messi li leggerà davvero tutti. Io cerco di farlo, come scrive Unodicinque, con "affettuosa assiduità".

venerdì 19 giugno 2009

Il male minore o il tanto-peggio-tanto-meglio?

A Firenze, città tradizionalmente di sinistra, è in atto da mesi un doloroso dibattito tra gli elettori di sinistra. Pare che tutti siano scontenti dell'amministrazione uscente della città. La vicenda della piana di Castello ha dato il colpo di grazia. L'esito delle primarie, prima del solo PD e poi di una coalizione di centrosinistra, che ha visto vincere il candidato più mal visto dagli elettori più radicali della sinistra, ha acuito i mal di pancia.
Di Matteo Renzi se ne dice di tutti i colori: sembra un berlusconiano, è legato all'Opus Dei, è un ragazzotto rampantello e ignorante, Matteo Silvio Renzi, Berlukrenzi, ecc. Tanto è mal visto che 30.000 elettori fiorentini, presumibilmente di sinistra, hanno votato al primo turno un candidato diverso da Matteo Renzi (Spini, De Zordo, Buonafede).

Domenica prossima avremo il ballottaggio tra Matteo Renzi e Giovanni Galli, candidato del PDL, e i malumori continuano a circolare. Tanto per farvi un'idea, riporto un estratto dal forum di un'associazione di ciclisti, persone tranquille, ambientaliste, che sognano una città a misura d'uomo. Eppure anche tra questi amici ci si infervora tra quelli che andranno comunque votare Renzi per evitare che vinca Galli (una brava persona ma che non sa nulla della nostra città e che si porterebbe dietro i terribili berlusconiani locali) o quelli che intendono astenersi perchè stanchi del "meno peggio" oppure per dare una lezione a questo PD.


Gianni: è da masochisti scegliere volontariamente di subire il male presumibilmente minore. La vittoria di Renzi sarebbe un incoraggiamento per tutti i rampantelli furbetti e spregiudicati, insomma un "andate e berlusconizzatevi" se volete far carriera nel PD. Talvolta bisogna avere il coraggio di accettare un male ora in vista di un miglioramento a venire. Non sono mai stato per il "tanto peggio-tanto meglio", ma un po' di opposizione non farebbe certo male al PD.
Renzi mi è parso un ragazzotto, certamente furbetto e spregiudicato, ma con uno spessore umano e politico davvero modesto; parla per sloganucci "meglio il ballottaggio che l'instabilità", vorrebbe un PD "fresco ed entusiasmante" ... insomma altro che Obama o La Pira, mi faccia il piacere!
Io non lo voto un tale personaggio, con la motivazione che Galli è peggio. Anzi credo che se gli "uomini nuovi" sono questi, meglio tanti vecchi (per il centrosinistra e per il paese).

Benedetta: Renzi non solo ha una politica urbanistica che lascia a desiderare ma anche quella ambientale fa acqua da tutte le parti. Senza contare che è sua intenzione cementificare tutta la città (mi immagino le bustarelle che gli entrano) ed io una persona del genere nonostante Galli mi rifiuto di votarla. Sono anni che mi turo il naso e voto, ora basta, sono stanca.

Cesare: ho finito la mia dotazione decennale di mollette turanaso e non cadrò nel tranello di votare - solo per fermare il Berluska - quello che sarebbe un perfetto candidato berlusconiano. Quindi mi asterrò.

Mauro: Berlusconi a Firenze ha trionfato ... ha due sue candidati al ballottaggio ... se vince quello ufficiale, ha espugnato ufficialmente Firenze, e non è poco, se vince l'altro, meglio ancora, col ruolo mass mediatico e politico di livello nazionale che assumerà il buon Matteo all'interno del Pd (addirittura potrebbe anche aspirare a succedere a Franceschini!), ogni ipotesi di coalizione di centro sinistra che guardi a valori realmente alternativi a Berlusconi e non a farci inciuci tramonterà definitivamente ... chapeau a Silvio, ci dà le pappe a tutti ...

Francesco: Galli forse non vincerà, perchè a sinistra sono masochisti ma non così imbecilli (spero), ma Renzi deve convincere ancora parecchia gente, me per primo, che i suoi progetti sono buoni e miglioreranno qualcosa.
BerlusRenzi, è vero che non è un bel segnale per la politica. Ma è anche vero che chi c'era prima ha fatto sì che si arrivasse a questo. Penso che le persone si siano stufate dei "soliti sistemi e solite facce", e qualsiasi cosa sia nuova va bene pur di avere qualcosa di diverso da prima. Il fatto che la politica sia slogan facili, beh, negli ultimi 15 anni non è stato altro. Annunci e battute, a questo ci si adegua: anche perché se solo provi a sviluppare un ragionamento, ti pigliano per scemo!
Brutta cosa però non aver voglia di votare. A turarsi sempre il naso ci si stanca, lo capisco, ma lasciare che siano altri a decidere è anche peggio: almeno la coscienza di aver provato ad evitare il peggio (da qualunque dei due lati si pensi sia il peggio) dovrebbe convincervi a scegliere. Lasciarlo fare agli altri impedisce anche di brontolare, perché ti viene sempre risposto: potevi scegliere tu. Però ammetto che in questo caso è dura: la copia o l'originale? Ma anche: quale dei due è la copia?

Giovanna: che si fa se i peones berlusconiani vanno tutti compatti a votare il pallonaro? Magari seguiti a ruota da tutti quelli che per un motivo o per un altro ce l'hanno con la precedente amministrazione? Rabbrividisco al pensiero di trovarmi qui a Firenze il clown di Arcore.....

Maria: in prima battuta non l'ho votato ma lo voterò, perché il palloniere si porterebbe dietro i membri della giunta e berlusconi. Lo so lo so è sempre la politica del meno peggio, ma quando al peggio non c'è fine anche i più riottosi devono meditare. Sarà che mi illudo di poter far contare il mio dissenso più se si insedia una giunta di centro sinistra.

Francesco: Sinceramente vorrei capire quale sarebbe il messaggio dato astenendosi dal voto. Alla fine uno dei due vince e governa. E governerà anche chi non l'ha votato! Un minuto dopo la proclamazione, il dato dell'astensione non sarà più importante. Allora tanto vale andare a scegliersi il candidato preferito tra due, sapendo che comunque uno dei due tocca.
Più o meno come quando siete affamati ed entrate al ristorante: potete scegliere ribollita e panzanella. Hai voglia a chiedere bistecche, ma solo ribollita o panzanella ti servono. E non è che alzandovi e andandovene date un segnale al ristoratore di cambiare menù.

Che dire? Forse mi sfugge qualcosa, forse sono rincoglionita, ma io tutta questa vicinanza di Renzi a Berlusconi non la vedo. Forse sarà perché usa slogan demagogici ("facce nuove a Palazzo Vecchio", "se non vinco torno a casa", "facciamo uscire la polvere da questa città"), forse perché è cattolico, forse non è abbastanza "comunista", ma non capisco perché tanti abbiano la percezione che votare Renzi sia tale e quale come votare Berlusconi.
E' vero Renzi ha un modo di fare veramente antipatico, da primino della classe, saputello e arrivista. Ma basta questo per bocciarlo subito? I suoi cento punti sembrano tutti degli slogan ad effetto però non gli ho mai sentito promettere qualcosa sulla quale non sono d'accordo. Chi dice è che un uomo legato ai poteri forti e in particolare all'Opus Dei ne ha le prove? Ed è poi così importante per un sindaco il fatto di essere poco laico? Effettivamente non dà l'idea di un grande spessore culturale però è anche mal visto da quella dirigenza ex DS che considerava Firenze un proprio territorio di caccia indiscusso e che dava per scontato una vittoria all'interno della solita cerchia di persone. C'è chi dice che alle primarie è stato eletto per i voti di infiltrati del centrodestra con cui ha fatto accordi ma mi sembra veramente la solita dietrologia degli amanti dei complotti.
Ed infine a me l'idea di ridurre l'attuale principale forza di opposizione (PD) in cenere perché solo da queste ceneri possa nascere qualcosa di buono mi fa davvero paura. E' vero che dal fascismo e dalla guerra è nata la Resistenza, ma è proprio necessario passarci dal manganello per trovare uno scatto di orgoglio civile?
Quindi voterò Renzi. Poi magari, il giorno dopo, come promettono di fare i cosiddetti Renziscettici, gli romperò le scatole se non farà quello che ha promesso. Mi sembra molto più costruttivo.

Il ballottaggio secondo Staino

mercoledì 17 giugno 2009

Mamma frustrata /4


"Ragazzi, per quest'estate perchè non facciamo un viaggio anche breve tutti insieme? Proponete voi la meta. Non so, un giro in bici lungo il Danubio, una capitale europea, un giro tra i fiordi in Norvegia. O altro. Sulla meta si può trovare un accordo."

E: "No, io non c'ho voglia".

"Guardate che prima o poi i vostri amici lasceranno la città. Volete rimanere a casa tutto il giorno davanti a quel benedetto schermo del PC?"

D: "Non se ne parla proprio. Non mi interessa andare con voi da qualche parte."

"Ma si può sapere perchè?"

D: "Non ce la faccio a sopportarvi per tutta la giornata."

Le precedenti puntate:
Mamma frustrata /1
Mamma frustrata /2
Mamma frustrata /3
Mamma orgogliosa /1
Mamma orgogliosa /2
Mamma orgogliosa /3

domenica 14 giugno 2009

Carne per tutti?

"Ma se vi vendiamo le nostre terre io porrò una condizione: l'uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra come fossero suoi fratelli. Perché ciò che accade agli animali prima o poi accade anche all'uomo."
Lettera che il gran capo Seattle scrisse nel 1855 al Presidente degli Stati Uniti d'America che stava comprando la terra della sua tribù














Da anni sono consapevole e preoccupata degli effetti che gli allevamenti industriali hanno sull'ambiente, sulla qualità delle carni e sul trattamento degli animali. E' questo il motivo per il quale sono diventata prima "aspirante vegetariana" e poi da qualche mese "quasi del tutto vegetariana" (magari un giorno vi spiego il "quasi del tutto"). Perciò quello che hanno fatto vedere nella puntata di Report del 17 maggio non mi è risultato affatto nuovo. E' stata comunque molto interessante (devo dire che trovo le puntate di Report sull'alimentazione le più interessanti).
Il consumo di carne come simbolo dell'opulenza.
I banchi dei supermercati strapieni di carne ad un costo troppo basso per essere prodotti rispettando animali e ambiente.
Pulcini che in 37 giorni diventano quello che la natura li farebbe diventare in cinque o sei mesi.
Mucche che producono fino a 60 litri di latte al giorno perché sovrastimolate (un ritmo naturale potrebbe arrivare ai 20-25 litri) e dopo due anni sono da abbattere perché sono stressate e non si riesce più ad ingravidarle.
Le migliaia di polli contenuti nei capannoni del veronese che producono ingenti quantità di pollina (escrementi) che si smaltisce negli inceneritori.
Uso massiccio e intensivo di antibiotici su tutti gli animali perchè allevati numerosi in uno spazio ristretto e perché in tal modo crescono più in fretta.
Troppe proteine e grassi animali consumati nei paesi sviluppati che provocano malattie vascolari (ipertensione, diabete mellito, arteriosclerosi, ecc.)
Vasti territori dove si coltivano cereali destinati agli allevamenti che potrebbero invece sfamare molte persone denutrite.
Enorme consumo di acqua (15.500 litri per produrre un kilo di carne) e forte inquinamento da nitrati nelle zone dove sono gli allevamenti.
Questo è solo un elenco parziale degli argomenti trattati. Vi consiglio, se non l'avete fatto, di vedere tutta la puntata.
La via d'uscita? Se la scelta vegetariana non è per tutti, di sicuro bisognerebbe comprare poca carne ma di qualità come quella cooperativa a sud di Roma oppure quella della rete di produttori biologici dell'Emilia Romagna delle quali si parla nella puntata. Costa di più ma è di sicuro migliore dal punto di vista nutrizionale e, con un salutare consumo più sobrio, si può compensare il maggior costo.

Altri post sull'argomento:
Il cibo, il pianeta, l'economia
Il prezzo giusto del cibo

giovedì 11 giugno 2009

La stanchezza di una blogger

Sara' l'estate che avanza. Sara' la dolce eredita' che mi ha lasciato la vacanza in Corsica, quel distacco dagli affanni quotidiani cosi' lenitivo della mia solita ansia di riuscire a far tutto nei tempi giusti. Non lo so. E' come se dentro di me si fosse fatta finalmente spazio la convinzione che il mondo va avanti anche senza di me, senza il mio arrabattarmi, senza il correre di qua e di la'. E diciamolo: anche senza il blog.
Il blog e' un ottimo strumento e può servire agli scopi più diversi.
Nato come sfogo diaristico, questo blog era diventato per me un luogo di piacevole luogo di socializzazione. Ho conosciuto delle ottime persone attraverso il blog. Persone che non avrei mai conosciuto visto che vivono lontane. E mi piaceva confrontarmi con loro su vari temi, chiedere loro consiglio, condividere speranze e delusioni. Tutto questo non necessariamente "a casa mia", cioè sul mio blog, ma anche tranquillamente a casa loro, dove capitava.
Uso il passato perché mi sembra che non sia più cosi'. Già nel post del bicompleanno ho cercato di spiegare questa sensazione. Il trend e' continuato nella medesima direzione.
Dopo quel post, dopo quella riflessione, mi sono detta: "Va bene, probabilmente ho travisato il ruolo che può avere un blog. Ritorno al blog sfogo diaristico." E infatti (probabilmente non si e' notato) ho messo un po' da parte le preoccupazioni "vetrina" (variare gli argomenti, cadenza giusta dei post, attenzione a non fare post troppo lunghi, porre quesiti che stimolino commenti, usare un linguaggio un po' ad effetto, ecc.) dando la precedenza al diario. Stesso leggero disimpegno sui blog degli altri: leggo ancora tutti i 40 blog di amici ma commento solo quando ho qualcosa da dire o solo se voglio lasciar loro un saluto (prima mi sforzavo sempre e comunque di lasciare un segno di passaggio perché sapevo quanto fosse importante per chi tiene un blog).
In realtà diversi di questi 40 amici non postano più (oppure lo fanno raramente). Penso che alcuni si siano orientati verso altri strumenti tipo Facebook (che continua a non attirarmi per niente), forse più veloci e meno impegnativi.
Ed invece io penso che una delle caratteristiche più belle del blog (almeno per me) e' che ti costringe a costruire un discorso che gli altri possano comprendere. Per quanto mi riguarda e' un ottimo esercizio antiinvecchiamento di recupero di un'attività che risale ai tempi della scuola: scrivere, stare attenta all'ortografia, alla sintassi, alla chiarezza, alla sintesi. Questo aspetto del blog rimane comunque e, anzi, devo dire che e' diventato la motivazione principale, insieme all'esigenza di non dimenticare le cose che mi succedono.
Quindi, cari amici che ancora passate di qui, ci sono e ci sarò. Sarò solo un po' più "approssimativa". Per esempio, questo post non lo rileggerò, l'ho scritto di getto direttamente nella finestra di blogger e lo lancio in rete cosi' com'e'.

domenica 7 giugno 2009

Leggere, divertirsi, crescere

In una puntata di Fahrenheit Radio3 andata in onda qualche tempo fa si è parlato del ruolo della lettura nella crescita dei bambini. Il sociologo Enrico Finzi ha riportato i risultati di una ricerca sui rapporti genitori e figli e su quanto la lettura possa influenzarli. Pare che il 36% dei genitori intervistati di dichiarasse "prevalentemente o totalmente infelice nel rapporto con i propri figli" che sommato al 15% che si dichiarava "così così" faceva sì che solo la metà di essi si ritenesse "soddisfatto e realizzato". Per inciso io mi dichiarerei "così così". Andando poi ad indagare sembra emergere che, nelle famiglie dove i genitori promuovono la lettura come piacere prima che come dovere, i rapporti e la comunicazione risultano essere migliori. Rimane la domanda di quali delle due cose venga prima, cioè se il libro è in grado di alimentare la relazione o solo di registrarla.
Finzi dice che di certo la presenza di libri in casa è indice di un certo reddito e di una certa scolarità dei genitori però pare che questa presenza abbia a che fare anche con un certo pluralismo. Chi legge, dice Finzi, è come se vivesse più vite e più esperienze, come se viaggiasse anche seduto, è più aperto e più tollerante. Anche la condivisione, cioè leggere i libri dei figli e parlarne, aiuta a costruire dei ragazzini più critici e più autonomi non solo dai genitori ma anche dal gruppo dei pari e dal conformismo giovanile.
Questo bel quadro mi ha portato ad interrogarmi sul rapporto dei miei figli con la lettura. Mio marito, lettore forte e appassionato, ed io, lettrice lenta e per dovere, abbiamo sempre caldeggiato questa attività con i nostri figli cominciando sin da piccoli, come da manuale, a leggere accanto a loro la sera. Devo dire che, nonostante la concorrenza sleale dei videogiochi, non è andata male. I miei figli leggono abbastanza anche se sono molto selettivi. Per esempio, quando le insegnanti fanno scegliere tra più libri o in biblioteca il loro criterio è immancabilmente il più piccolo numero di pagine. Però quando la sera li costringiamo a spegnere quel maledetto PC ecco che cercano subito un libro da leggere.
Mio figlio grande, che lesse il primo Harry Potter a sette anni e si è letto per libera scelta la famosa corposa biografia del Che Guevara, ora si sta appassionato per L'enigma dei numeri primi di Marcus Du Sautoy.
Il piccolo invece, dopo essersi ingurgitato tutte le mille e più pagine de Le cronache di Narnia
e tutta la trilogia del Signore degli anelli, ora sta leggendo Artemis Fowl.
Per fortuna non hanno ereditato dalla madre il deleterio senso del dovere di lettura. Ho colto con piacere lo stupore di mio figlio quando mi ha raccontato che un suo compagno dichiarava con orgoglio di non aver mai letto un libro in vita sua se non costretto dagli insegnanti.
Gianni Rodari diceva che non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere, bisogna educare i bambini alla lettura. E a proposito di Rodari ho trovato questa sua cosa carina in rete:
"Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura" da "Il giornale dei genitori"- 1966
1. Presentare il libro come una alternativa alla TV
2. Presentare il libro come alternativo al fumetto
3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
5. Dar la colpa ai bambini se non amano la lettura
6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
7. Rifiutarsi di leggere al bambino
8. Non offrire una scelta sufficiente
9. Ordinare di leggere

giovedì 4 giugno 2009

Non è mai il momento di astenersi

Martedì 12 maggio 2009, ore 9,35 microfono aperto a Controradio sulla campagna elettorale. "Raccontateci come state vivendo questo momento. Diteci quello che volete a tre settimane dalle elezioni, ma non per chi votate! (Sondaggi non ammessi dalla par condicio)".

I poveri conduttori del programma sono costretti a traccheggiare per un buon quarto d'ora ripetendo le date e gli orari in cui si può votare, per che cosa si vota chi si candida per Firenze e per Prato e soprattutto, ossessivamente, il numero di telefono a cui chiamare per intervenire.
Ma lo squillo non arriva. Gli elettori sono talmente demotivati che non riescono nemmeno a dire la loro.

Ecco finalmente la prima telefonata.

Francesco: "Hanno riempito la strada dove abito di manifestini per terra. Soldi gettati al vento. E' ora di finirla! Siamo stanchi di questa gentaglia! Non avranno il mio voto."

Ho capito, siamo alla frutta, penso io.

Per fortuna, in zona Cesarini, arrivano altre telefonate di tono diverso a tirarmi un po' su.


Lucia: "Andrò a votare perché finché c'e' il voto voglio esercitare questo diritto. Non vorrei che, con la scusa che non si va più a votare, ce lo tolgano."




Chiarella: "Non e' vero che sono tutti uguali. Voterò, userò questo mio diritto per difendermi da chi non mi piace, per cercare di evitare qualcuno che non mi piace per niente."


Emanuele: "Mai come ora e' il momento di andare a votare per scegliere chi può portare avanti le nostre idee e i nostri diritti. Sento un gran fermento dal basso, comitati che si organizzano, si sente una gran voglia di cambiamento."


Giuliana: "Andrò a votare per rispetto a mio padre che ha combattuto come partigiano e a mio nonno anarchico."


Ivano: "Andrò perché e' l'unica cosa che ci e' rimasta. Vorrei che chi avanza tante critiche ai vari candidati (soprattutto a sinistra) dicesse cosa vuole perché non si capisce."


Enza: "Quando sento tante persone criticare i candidati, chiedo loro quanto hanno partecipato alle iniziative e agli incontri fatti per capire cosa si propone. Io a votare ci vado comunque e sempre. Ogni volta che sono in dubbio penso alla risposta che dette Panagulis quando un giornalista italiano gli chiese perché un pacifista come lui mettesse le bombe. Lui rispose che era la sua unica arma a disposizione visto che, al contrario del giornalista, lui la possibilità di votare non l'aveva".


Come ho scritto altre volte, non mi convinceranno mai a rinunciare a questo diritto/dovere "dovesse essere l'ultima cosa che faccio nella mia vita", come diceva un anno fa il buon partigiano Fuoco che purtroppo ci ha lasciati.


Tra l'altro queste elezioni, per fortuna, lasciano spazio a vari modi di esprimerci. Quelle europee permettono fino a tre preferenze e, come ho già scritto in un precedente post, ciò può servire per mandare un messaggio sulla scelta dei candidati (per esempio: "fatela finita con il riciclo dei politici disoccupati"). Le elezioni amministrative invece permettono per esempio di votare un candidato che magari non ci convince troppo (come per me e' Matteo Renzi come sindaco) e nello stesso tempo appoggiare per il consiglio comunale una forza che contribuisca a tirarlo dalla parte che si preferisce (come per me e' La Sinistra per Firenze).


Vi consiglio di leggere un ottimo post che spiega chiaramente le varie possibilità.


Non lasciamo carta bianca. Mai. Potremmo pentircene.

lunedì 1 giugno 2009

Corsica mare e monti


"Cercate di cominciare subito a lasciarvi andare, a staccare con il mondo che avete lasciato a casa. La Corsica è un luogo particolare, pieno di energia, di profumi, di vegetazione rigogliosa e varia, percorsa da ricchi torrenti. Abbandonate prima possibile la vostra individualità e lasciatevi avvolgere da questa energia". E' quanto ci ha detto la guida il primo giorno a Bastia ed io ho cercato di seguire il suo consiglio. Tolto subito l'orologio, cellulare rigorosamente spento e via sui sentieri di quest'isola meravigliosa.
Che bello lasciarsi guidare dai passi di chi cammina davanti a te! Che bello non sapere mai che ora sia!
Ho imparato il nome di altre piante e fiori che ho aggiunto al mio album. I profumi in effetti la fanno da padroni. Camminando si passa in poco tempo dall'odore di resina del bosco di pino laricio con tappeto di ciclamini alla tipica macchia mediterranea dove domina olfattivamente l'elicrisio, passando per il mirto, la santoreggia, la lavanda marittima.
E' sempre bella l'esperienza del viaggio a piedi itinerante dove si è costretti a lasciare a casa il superfluo e si impara cosa vuol dire "minimo indispensabile". Ho riapprezzato la magia del condividere nove giorni con quindici estranei di cui si impara prima la faccia e il sorriso, poi piano piano il nome, solo molto dopo, e non sempre, chi sono e cosa fanno nella vita. Ecco però che basta qualche giorno di vita insieme no stop 24 ore su 24 per diventare familiari.
Ed infine mi sono proprio innamorata di questa terra che unisce così bene il paesaggio marino con quello montano. Mi sono chiesta come abbia fatto la Corsica a sfuggire alla nefasta opera di cementificazione dell'uomo. Sarà perché i Corsi sono particolarmente cazzuti? Oppure perché il governo francese è stato illuminato? Oppure perché la paura del terrorismo autonomista a tenuto lontano gli speculatori?

Qui altre foto del viaggio.