lunedì 18 marzo 2024

Davanti a me, notaio, sono comparsi i signori...

Ecco fatto. Adesso ciascuno di noi quattro ha una casa, almeno dal punto di vista patrimoniale. Un appartamento per ciascuno dei figlioli mentre noi abbiamo acquistato un attico per poter invecchiare tranquilli in vista di non essere più ingrado di fare le scale del terratetto nel quale abitiamo da trent'anni.

Settimana di atti notarili. Un rito che comunque ha il suo significato e non solo economico. Un progetto che rivoluziona la compagine familiare e getta un ponte verso il futuro. 

Ora comincia il difficile: i lavori di ristrutturazione, l'inseguimento di muratori, parquettisti, idraulici, elettricisti, finestrai e verandai. Un bel po' di tempo ed energie (oltre ai soldi ma quelli sono la cosa che mi preoccupa meno). Senza contare la fatica del trasloco e la vendita dell'attuale casa.

Un progetto sfidante. Incrociamo le dita, rimbocchiamoci le mani e partiamo.

Noi quattro

2009
 

"Torno a Marzo per un paio di settimane." E così il figlio che ormai chiamiamo "l'americano" ce lo siamo trovato convivente dopo cinque anni. Si è dovuto adattare al letto singolo nella stanza studio/palestra. Il fratello si è dovuto stringere e condividere il bagno. Tutti ci siamo dovuti riabituare ai fazzoletti usati e alla bottigline di plastica seminati come Pollicino.

Un tuffo nel passato che, tutto sommato, ci ha fatto piacere. In realtà è stata una meteora e vederti ripartire con la tua valigina per l'oltreoceano fa sempre un po' di magone, anche se probabilmente si prevede di riospitarti quest'estate. Tu torni alla tua routine americana, tuo fratello torna a fare il figlio unico (anche se per poco) e noi alle nostre abitudini di coppia attempata.

Buon rientro, figlio mio!
 

sabato 2 marzo 2024

Decluttering: documenti

Altra operazione necessaria in vista del cambio casa: ricognizione e sfoltimento dei documenti cartacei. Bollette, fatture, estratti conto, referti medici, contratti, garanzie apparecchiature...

Per fortuna anche in questo caso avevo fatto una grande operazione di sfoltimento durante il lockdown, ma da allora non ho trovato più il tempo.

Anche in questo caso, si ripercorrono almeno gli ultimi trent'anni e si scopre quante spese abbiamo fatto per la manutenzione della casa che non ci ricordavamo, quanti apparecchi di cui teniamo la garanzia sono stati buttati da tempo.

Altra considerazione: c'è una cesura che segna il passo verso la digitalizzazione, in molti casi indotta dalla pandemia, che quindi non è stata del tutto negativa. Le bollette e gli estratti conto bancari gonfiavano le rispettive cartelline. Oggi, buttando via quelle degli ultimi cinque anni, rimangono quattro fogli. A mio parere, questo è un bene e non solo per il risparmio di carta, ma anche perchè non prendono spazio e non si perdono. In ufficio, ad esempio, da dopo il Covid, la mia scrivania è sgombra eppure trovo tutto molto più facilmente e velocemente di prima.

Obiettivo per il trasloco: il residuo cartaceo tra documenti fiscali e sanitari non deve occupare più di una scatola. Ce la dovrei fare.

sabato 24 febbraio 2024

Cultura che circola... ma anche no

 

scaffale dei libri in inglese rimasti da dare via

Come già scritto nel precedente post, dopo aver messo da parte qualche centinaia di libri che vorremmo conservare per motivi affettivi, si è posto il problema di salvare dal cassonetto più di un migliaio di volumi di vario genere. Devo dire che con il passaparola ne ho piazzati più di metà e di questo sono assai contenta.

Rimane lo zoccolo duro. Stiamo parlando di circa 300 opere di narrativa (di cui una sessantina in inglese) e circa 150 di saggistica (storia, antimafia, attualità, psicologia ecc.).

Ho scritto ad associazioni, biblioteche comunali, biblioteche carcerarie, circoli, parrocchie, ecc. ma la risposta è sempre la stessa: "non abbiamo più spazio", "abbiamo troppe donazioni e non ce la facciamo a catalogarli", "provi a chiedere lì", "le suggerisco di scrivere là" e così via.

So che esistono tanti scaffali di libero scambio ma, a dire il vero, li vedo spesso abbandonati, trascurati e comunque capaci di ricevere sì e no una decina di libri.

Mi hanno segnalato un supermercato della Coop che li accettava per venderli a basso costo e dare il ricavato in beneficienza. Benissimo, peccato che mi hanno detto che questa attività fu sospesa ai tempi del Covid e non è stata più ripresa.

La mia impressione è che i libri non li voglia nessuno. Siamo un paese dove ci sono più scrittori che lettori (ahinoi). Se poi si considera la durata dell'oggetto libro di carta si capisce che l'occupazione del suo spazio va ben oltre il suo tempo di godimento. 

I libri sono oggetti straordinari. A me piace tantissimo manipolarli, classificarli, sfogliarli. Mi piace anche e soprattutto leggerli ma su questo punto sono assolutamente per la dematerializzazione. Tant'è che dei 630 libri che ho letto dal 2006 e che ho scrupolosamente annotato e recensito su aNobii, gran parte sono ebook, audiolibri o anche qualcuno preso in biblioteca.

Quindi capisco la mancanza di spazio ed anche di tempo per leggere, la distrazione irresistibile di internet, dei social e anche della televisione, ma da boomer lettrice media sono impressionata da quanto poco si legge nel nostro paese.



martedì 20 febbraio 2024

Decluttering doloroso


L'operazione "liberazione dal superfluo" non è tutta rose e fiori. Ho dovuto vendere la chitarra classica che mi avevano regalato i miei genitori quando ero ragazza. Non sono mai andata oltre qualche accordo per accompagnare canzoni. Sono abbastanza negata per la musica e da tempo era inutilizzata. Però era un caro ricordo e alla fine sono contenta che l'abbia comprata un gentilissimo giovane musicista brasiliano che saprà sicuramente apprezzarla.

 

 Domenica scorsa mi sono fatta coraggio e ho buttato via il catalogo a schede mobili dei dischi a 78 giri, amatissima collezione di mio padre. Per i dischi in quanto tali, per fortuna, abbiamo trovato qualche anno fa un appassionato collezionista romagnolo che li ha acquistati in blocco. Però io avevo conservato il catalogo semplicemente perché "mi parlava" del mio babbo, dell'enorme quantità di tempo che passava a coccolarsi questi dischi e compilare scrupolosamente queste schede con la macchina da scrivere, un po' in nero e un po' in rosso, riciclando fogli stampati da un lato, tagliati a misura, unendoli con viti da rilegature di varie misure e dotandoli persino di copertina cartonata. Un lavorino infinito, paziente e quasi maniacale (in questo mi ci rivedo un po'). Razionalmente non aveva alcun senso conservare questo catalogo. Tuttavia rovesciando questi fogli nel cassonetto ho provato uno strappo doloroso, come se un'altra parte di lui se ne fosse andata. E che brividi nel leggere casualmente le schede dal titolo "Arrivederci...addio" o "Perdonami"!



 


 

 

 

 

 

 

 

Anche la vendita del pianoforte di mia suocera è stata un'operazione dolorosa. Si trattava di un ben pianoforte degli anni Trenta che, dopo anni di disuso, ci era stato donato dai miei suoceri (credo con una bella spesa tra trasporto e accordatura) nella speranza che mio figlio ci suonasse. Lui ha preso qualche lezione, lo ha strimpellato per un certo periodo, ma da anni ormai era un appoggio di vari oggetti e basta. Quindi tutto sommato siamo contenti che sia stato ceduto alla scuola di musica della nostra strada dove almeno verrà apprezzato e utilizzato. Questo dal punto di vista razionale. Dal punto di vista affettivo... Beh, è un altro strappo...


 

sabato 10 febbraio 2024

Decluttering... segue... marketplace

Continua il decluttering (eliminazione del superfluo) in vista del trasloco.

Uno degli strumenti è quello di cercare di vendere gli oggetti che possono avere un qualche valore tramite i canali online dell'usato (principalmente Marketplace di FB).

E lì si apre un mondo. Già stupisce quanto e cosa la gente cerchi di vendere. Anche cose assurde che non ti aspetteresti mai (come la casa ad ore di cui all'immagine). Anche il feedback stupisce. Dalla tipica semplice reazione "è ancora disponibile?" a cui segue più niente, agli utenti fasulli, alle truffe, a chi ti chiede di spedirgli l'oggetto quando tu hai scritto tutto in maiuscolo sull'annuncio "NO SPEDIZIONI", fino a chi ti fa contrattare sul prezzo via chat e poi si scopre che sta lontano e non ha nessun modo di venire a prendertelo.

Ci sono però anche gli acquirenti "veri", persino quelli educati "Buona sera, mi scusi per l'ora. Sarei interessato... Grazie a lei..." (mentre il TU è di casa sui social).

Ci sono anche quelli che ti fanno simpatia. Come il ragazzo magrebino che è venuto a prendere un letto pieghevole in monopattino!

C'è anche chi tenta di truffarti e ti scrive: "Ti mando un corriere con i soldi in una busta però devi anticipare i soldi dell'assicurazione che poi ti renderò." Ma davvero qualcuno ci casca? Tra l'altro l'account corrisponde ad una grassa signora russa, probabilmente ignara...

Comunque, tutto sommato, il sistema è di qualche utilità, non tanto per i guadagni che ci si può fare, quanto perché diversi oggetti avrei dovuto buttarli via: amplificatore stereo, lettore di audiocassette e di CD, un microfono, chitarra elettrica, chitarra classica, gialli Mondadori.

Ah, sono ancora disponibili due tute da sci, due paia di sci con racchette e sacca, un paio di scarponi da sci, un sacco a pelo, annate della rivista Le Scienze, un contenitore di acciaio da 50 lt per olio e un posizionatore antalgico lombare. Ma... no spedizioni!



domenica 28 gennaio 2024

Potature

Inverno, tempo di potature. Sempre tanti dubbi quando mi accingo a questa operazione, che tra l'altro mi piace da impazzire. Taglio molto? Poco? Quali rami? Farò bene? Farò male?


Stavolta ci sono andata pesante sul vecchio albero di prugne. Faceva tante prugne deliziose da luglio a settembre. Ricordo marmellate squisite. Poi da un paio di anni fa pochissimi frutti che marciscono prima ancora di maturare. Anche le foglie si accartocciano e sembrano malate. Così abbiamo deciso di dargli una bella potatura e vedere se così si rinvigorisce. 

Dispiace tagliare rami dove si vedono le gemme, ma d'altra parte, adesso le fronde avranno più luce e chissà se l'albero ne beneficierà.


Ho tagliato anche tre o quattro grossi rami del nespolo giapponese. Anche questo albero nel 2019 fece tanti bei frutti ma successivamente non siamo riusciti pi a mangiare una nespola. I piccoli frutti verdi marciscono prima ancora di diventare color arancio. Vediamo se, creata luce tra i rami, si vedrà qualche miglioramento.

Certo, i rami tagliati sono proprio ferite inferte in un essere vivente che non parla e che non può scappare. Cerco di farmi perdonare spalmando il mastice per potature che dovrebbe disinfettare e aiutare l'albero a cicatrizzare. Ma nel mio cuore, piango.