sabato 26 ottobre 2013

C'è ancora qualcuno che pensa: "I care"

Dove lavoro si accede tramite badge per tutte le porte tranne per quella principale il cui accesso è libero negli orari di servizio. Capita quindi che in questi orari entrano ed escano persone estranee senza che nessuno ci faccia caso.
Mentre si trova davanti all'edificio a parlare con alcuni colleghi in piena mattinata, Raffaele scorge un giovane uomo che esce con una borsa. Non ha l'aria furtiva ma è una faccia che non ha mai visto e non gli sembra uno studente. L'uomo gira l'angolo, Raffaele lo raggiunge e sventa così il furto di un PC portatile di un professore.

Mario è un altro mio collega che si sta dando da fare per trovare una procedura snella, pur nel rispetto delle norme, per fornire alloggio ai ricercatori ospiti del nostro ente. Il gestore di alcuni residence, che Mario ha contattato per concordare questa procedura, gli chiede: "Ma lei in tutto questo cosa ci guadagna?" Mario mi racconta questo episodio con stupore. Per lui è una cosa normale adoperarsi per fare al meglio il proprio lavoro.

Perché ci si deve stupire che ci siano dipendenti pubblici come i miei colleghi Raffaele e Mario che si prendono a cuore ciò che fanno senza guadagnarci niente? E in generale perché ci si deve meravigliare che ci siano ancora persone che, di fronte a qualcosa che non va, non si girano dall'altra parte pensando che non siano fatti loro?

I nomi, al solito, sono di fantasia.

giovedì 24 ottobre 2013

Se i "comunisti" lo salvano

Enrico mi apre la porta in pigiama alle cinque del pomeriggio. Un anziano da solo in casa in un palazzo di periferia è giustamente prudente, anche se al citofono mi ha riconosciuto: "Sono venuta a portarti la tessera dell'ANPI, Enrico."
Enrico non è stato partigiano perchè nel 1944 era solo un ragazzino di 14/15 anni, ma dava una mano ai partigiani del quartiere, persino trasportando dei cadaveri con un carretto.
Sembra contento di vedermi e mi mostra una parete dove sono appese numerose foto della sua gioventù e della sua attività politica. Siamo nei giorni in cui si vota per l'ineleggibilità di Berlusconi. Salutandomi mi fa: "Se anche questa volta lo salvano, mi dispiace ma io non li voto più i comunisti!"
"I comunisti??"
"Sì insomma... quelli lì... se lo salvano, io non li voto più" e mi richiama indietro per farmi vedere, con fare misterioso, che nella libreria, tra i vari soprammobili, tiene un medaglione con il profilo di Lenin.


lunedì 21 ottobre 2013

Fate a pezzi la straniera

Spero che tutti ormai sappiano chi era Lea Garofalo, di cui sabato scorso, dopo quattro anni dalla morte, si sono tenuti i funerali a Milano. Il ritrovamento dei suoi poveri resti è avvenuto infatti solo recentemente. Così come spero che oramai tutti conoscano la vicenda ed il coraggio di sua figlia Denise Cosco, testimone di giustizia nel processo contro gli assassini di sua madre, tra i quali suo padre stesso.
Un'altra donna, tanti anni fa, nel 1981, subì una sorte simile a quella di Lea Garofalo. Rossella Casini era una studentessa fiorentina che si innamorò di uno studente calabrese facente parte di una famiglia di 'ndrangheta. Quando Rossella lo scoprì, a causa di uno scampato agguato, cercò di convincerlo a collaborare con la giustizia e testimoniò lei stessa. Il fidanzato ritrattò ma lei fu uccisa, fatta a pezzi e il suo corpo fu gettato in mare, come raccontò un pentito molti anni dopo. "Fate a pezzi la straniera" fu l'ordine della famiglia del fidanzato per lavare il proprio disonore.
Purtroppo di Rossella è stata cancellata anche la memoria. Era figlia unica di genitori operai che morirono poco dopo la sua scomparsa. Già la morte di un figlio deve essere un dolore indicibile, non posso neanche immaginare cosa si provi a vivere senza saperne nulla, a non avere neppure un corpo da piangere, un funerale da celebrare, una verità con la quale fare i conti.
Solo qualche mese fa, grazie all'impegno di Libera di Firenze, si è riusciti almeno ad avere un'immagine di Rossella, una foto del suo libretto universitario, perché non si dimentichi questa giovane bella e coraggiosa.


Vedi anche il libro "Io parlo. Donne ribelli in terra di 'ndrangheta" di Francesca Chirico

sabato 19 ottobre 2013

Strade di ieri e strade di oggi

"Gli antichi Romani avevano un concetto di base: tutto quello che costruivano doveva durare quanto Roma, cioè per sempre. Anche le strade. Il lastricato dell'Appia Antica è ancora praticabile persino con le auto. Realizzando un drenaggio perfetto si garantiva la durata della strada. Si partiva con uno strato di sassi, poi uno di ciottoli di fiume, poi scarti di calcinacci o di anfore rotte, poi sabbia di mare o di fiume, poi un leggero strato di bitume sopra il quale incollavano le pietre, anche a secco dato che il substrato era perfettamente compatto. Il lavoro durava mesi o anche anni per ottenere una strada a dorso di mulo con gli scoli laterali che convogliavano l'acqua nelle fognature collocate ben al di sotto delle pietre in modo che i carri non spaccassero i tubi. Se vedessero le nostre strade di oggi con la pietra sotto e la colla sopra o con i tubi sotto appena 25 cm di asfalto, sgranerebbero gli occhi. Le nostre strade si fanno in una notte e durano tre mesi, le loro erano fatte a mano, ci si mettava un anno e duravano duemila anni."
Ecco una delle cose interessanti che ci ha raccontato l'archeologa Carlotta Ansaldi nella prima visita della stagione per gli Amici dei Musei, una visita che ha ripercorso, lavorando un po' con l'immaginazione, quella che era l'antica Florentia Romana.
Come evitare la rabbia e lo scoramento, arrivando a casa e osservando le condizioni pietose in cui, dopo tre mesi di disagio, la ditta che ha fatto i lavori per le condutture di gas ha lasciato la strada? Un lavoro veramente orribile. Sotto solo un paio di immagini. Qui ne trovate altre.
Con buona pace dei veterani che realizzarono la Florentia romana!



lunedì 14 ottobre 2013

La nostra giovanissima Carta va applicata, non modificata

Corteo pacifico e colorato. Età media piuttosto alta. Tante bandiere di tutti i colori (anche se prevalevano quelle rosse della FIOM). C'è tutto un popolo a sinistra che ha voglia di partecipare ma non si sente rappresentato, che non sente più nessuno parlare di giustizia sociale, di solidarietà, di uguaglianza. Tutto un popolo orfano di rappresentanza ma che però non sa unirsi e continua a frammentarsi inutilmente in mille rivoli: Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Azione Civile, Alba e compagnia cantando. Ho scoperto che c'è persino un movimento che si chiama Democrazia Atea. Bello! E chi sono? Cosa propongono? Poi c'è il cosiddetto "Terzo settore": ARCI, Legambiente, Emergency, eccetera. Poi ci sono quelli dell'ANPI che dissentono dal comitato nazionale e partecipano, a dispetto di quest'ultimo, con distintivi e bandiere. Che tristezza se anche l'ANPI si divide! Poi ci sono le personalità che parlano sul palco, ciascuna con stile diverso, con maggiore o minore capacità di trascinare, ma, per fortuna, ciascuna con toni civili e rispettosi.
Una bella giornata, un po' stancante, ma di soddisfazione.
Perché mai spendere tempo e fatica per difendere la Costituzione? La miglior risposta la trovo il giorno dopo, mentre faccio le faccende domestiche e, come al solito, ascolto puntate arretrate di Fahrenheit, dalla bocca dello storico dell'arte Tomaso Montanari al Festival della Letteratura di Mantova:
"L'idea di cambiare la Costituzione a partire dall'articolo 138 è demenziale perché non abbiamo ancora nemmeno cominciata ad applicarla questa nostra giovanissima Costituzione che è piena di promesse a partire dall'articolo 9. La storia dell'arte è stata per secoli una legittimazione delle classi dominanti, un patrimonio costruito per legittimare il potere dei sovrani e per escludere ed emarginare la grande parte di coloro con il cui lavoro il patrimonio monumentale è stato costruito. La Costituzione ha dato un segno completamente diverso a questo. L'articolo 9 si comprende veramente se si pensa all'articolo 1 (la sovranità appartiene al popolo). I nuovi sovrani della Repubblica Italiana democratica siamo tutti noi ed oggi il patrimonio legittima la nostra sovranità. L'articolo 3 prevede di rimuovere gli ostacoli all'uguaglianza. Per un patrimonio che ha sancito la disuguaglianza per tanti secoli, per classi sociali e per cultura, è stato sognato dai Costituenti un progetto di comunità basata sull'uguaglianza. Una rivoluzione profondissima. E lo strumento? La conoscenza. Essi hanno messo il patrimonio e la ricerca nello stesso articolo 9 per un messaggio chiaro. Il patrimonio non è lo svago dei ricchi la domenica pomeriggio, non è un mezzo di intrattenimento, non è qualcosa che serve a non pensare; è uno strumento di uguaglianza attraverso la ricerca e la redistribuzione della conoscenza. Il patrimonio serve a renderci cittadini. Prendere un enorme patrimonio, proprietà della Chiesa e dell'aristocrazia, di un passato per nulla democratico, e metterlo dentro il cuore di un progetto democratico in un momento in cui l'Italia aveva problemi civili ed economici molto più gravi di quelli di oggi, se in quegl'anni sono stati in grado di pensare a questo futuro per l'Italia, oggi noi dobbiamo esserne all'altezza. Vogliamo cambiare la Costituzione che appena ora abbiamo cominciato a capire e che vuole costruire un futuro molto più luminoso del presente?"

Qui alcune immagini della giornata

mercoledì 9 ottobre 2013

Andiamo a Roma il 12 ottobre


In questo quadro avvilente non è facile trovare motivazione per andare a Roma il 12 ottobre. In tutta Europa le costituzioni che, come la nostra, hanno al centro il welfare sono sotto attacco. La "stabilità" di governo è diventato un totem al quale si sacrifica tutto. In parlamento non abbiamo praticamente più opposizione. Dopo averla svuotata di contenuti, stanno smantellando anche formalmente la nostra bella Costituzione che è costata così tanto e che tanti ci invidiano. Sono ben 60 gli articoli che vogliono modificare e di sicuro non in senso progressista e verso più giustizia sociale.
Sono stata molto titubante perché questa manifestazione nasce in salita, con pochissimo rilievo mediatico, anche perché, pare, i promotori hanno scelto di non sposare slogan conflittuali, di non essere CONTRO ma PER e questo non fa notizia.
Pur tuttavia mi sono messa in lista per il pulman di sabato. Soprattutto mi ha convinto la mia amica R., compagna di tante manifestazioni: "Può darsi che non serva andare, ma, se rinunciamo anche a questo, allora, hanno proprio vinto loro!"

Qui i recapiti per prenotare il pulman dalla vostra città. 
Coraggio! Non diamogliela vinta!

Aderiscono alla manifestazione:

  • Fiom-Cgil
  • Libertà e Giustizia
  • Gruppo Abele
  • Arci
  • Rete della Conoscenza
  • Emergency
  • Comitati Dossetti per la Costituzione
  • Articolo 21
  • Viva la Costituzione
  • Legambiente
  • Flc-Cgil
  • Un ponte per…
  • CNCA
  • Voglio Restare
  • Il Corsaro.info
  • Papillon
  • Comunità San Benedetto al Porto
  • Attac Italia
  • Un'Altra Storia
  • Fondazione Culturale Responsabilità Etica
  • Prendiamo la Parola, Associazione di Persone Immigrate e di Origine Straniera
  • Fondazione Basso
  • Fondazione Teatro Valle Bene Comune
  • Rete per la Costituzione
  • Liberacittadinanza
  • Fondazione Antiusura
  • CESTRIM
  • Antigone
  • A Sud
  • Azione Civile
  • Sbilanciamoci
  • Sinistra Ecologia e Libertà
  • Magistratura Democratica
  • Associazione per la Democrazia Costituzionale
  • Action
  • ALBA- Alleanza Lavoro BeniComuni Ambiente
  • Aspettare Ancora
  • Associazione Garibaldini per l'Italia
  • Associazione Viva la Costituzione
  • Associazione Culturale Partecipazione
  • Associazione Scuola della Repubblica
  • Avvocatura per i diritti LGBTI-Rete Lenford
  • Communitas2002
  • Partito della Rifondazione Comunista
  • Democrazia Atea
  • Filomena
  • Scenari globali – testata online
  • Gruppo Esmol (Donne esodate, mobilitate, licenziate)
  • Assodipro
  • N.O.I. - Nuova Officina delle Idee
  • Associazione Omosessuale Articolo Tre di Palermo
  • Associazione Marcello Torre
  • Tilt
  • Alternativa - laboratorio politico-culturale internazionale
  • Movimento d’Azione Giustizia e Libertà
  • Associazione per la Democrazia Costituzionale
  • Associazione per i diritti sociali e di cittadinanza
  • Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
  • Agende Rosse
  • Associazione 17/3 per la Costituzione
  • Comitato Addiopizzo
  • Cildi nazionale
  • Associazione Lega dei Socialisti
  • Lista Civica Italiana
  • Italia Spazio Libero
  • Associazione nazionale ‘Si alle energie Rinnovabili No al nucleare’
  • Adesso Basta!
  • NonUnodiMeno
  • Punto Rosso
  • Giustizia e Libertà
  • Associazione Proteo Fare Sapere
  • Lavoro e Società CGIL
  • Aspettare Stanca
  • Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"
  • ArciLesbica
  • Agedo
  • Famiglie Arcobaleno
  • Equality Italia
  • MIT
  • Arcigay
  • Maurice GLBTQ
  • Partito dei Comunisti Italiani
  • Associazione ‘dì Sinistra nel PD’
  • Carovana per la Costituzione SEMPRE
  • ArciRagazzi
  • Italia dei Valori
  • Psichiatria Democratica 
  • Associazione per il Rinnovamento della Sinistra
  • Cittadinanzattiva Onlus
  • Movimento 139
  • Bottega Partigiana
  • Viola in Movimento
  • Comitati BOBI
  • Articolo 53
  • Associazione Treno delle Donne in difesa della Costituzione
  • Associazione Rete delle donne Siciliane per la rivoluzione Gentile
  • M.I.D.D.- Movimento Italiano Donne per la Democrazia paritaria
  • Sinistra XXI
  • Scuola di formazione politica "Antonino Caponnetto"
  • Associazione Nazionale Dipendenti Autogrill
  • Associazione per la Pace
  • Lila Nazionale Onlus
  • Arcietero
  • Associazione La Rosa Bianca
 ed altre associazioni a livello locale.

lunedì 7 ottobre 2013

Fine settimana all'oasi, tra raganelle, iris d'acqua e usignoli di fiume

Il tenerissmo rospo smeraldino occhieggia preoccupato dalle mani del responsabile dell'Oasi WWF di Focognano. Come si fa a dire "brutto come un rospo"? Questa creatura è stata appena salvata da uno di quegli stagni che si formano nelle buche lasciate dai lavori di escavazione quando essi subiscono un'interruzione e, alla ripresa dei lavori, sarebbe stata triturata dalle ruspe insieme a piccoli tritoni, salamandre, ecc. che i volontari del WWF si preoccupano appunto di salvare e di trasferire negli stagni dell'oasi.
L'Oasi di Focognano non è nata per salvaguardare qualcosa di naturale che esisteva ed era minacciato, bensì è stata creata su un territorio devastato da autostrade, capannoni industriali, discariche, orti abusivi, campi desertificati dall'agricoltura intensiva e canali cementificati dal Consorzio di Bonifica. Oggi i suoi 65 ettari, grazie all'amore dei volontari con in testa Carlo Scoccianti che li coordina, sono un piccolo paradiso con i suoi cinque bacini lacustri, tappa di uccelli migratori e non, con i suoi canneti e la flora autoctona, gli usignoli di fiume e le raganelle, ecc.
Un fine settimana piacevole e interessante questo appena trascorso, prima tappa di un corso organizzato da Libera e dal WWF nel quale si imparerà come recuperare alla natura un territorio compromesso come spesso sono quelli sequestrati alle mafie.
Carlo trabocca di passione quando ci illustra il lavoro fatto in quindici anni, cercando di farci immaginare il deserto che era questo posto, quando ci racconta di come passi il suo tempo a convincere enti e istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Consorzio di Bonifica, Università, ecc.) ad abbandonare progetti invasivi e irrispettosi della flora e della fauna per altri favorevoli all'ambiente.
La canalizzazione con argini in cemento sempre più alti, per esempio, in caso di piena sposta solo il problema più a valle, dove l'acqua arriva ancora più violenta e devastante, mentre invece al fiume va semplicemente ridato lo spazio che gli è stato tolto, attraverso casse di espansione nelle quali si può benissimo creare stagni naturali, habitat privilegiato di uccelli, anfibi e pesci.
E' stata divertente anche la parte pratica del corso durante la quale abbiamo travasato piantine di iris d'acqua e potato la vegetazione dei vialetti dell'oasi, selezionando accuratamente, sotto la guida di un esperto, le piante da tagliare da quelle da proteggere. 
Corona l'esperienza la piacevole compagnia, varia di età e provenienza geografica, ma tutta femminile! Cari uomini, com'è che non si riesce a stanarvi da casa? Paura della pioggia? Pigrizia? E com'è che le donne non le ferma niente?

giovedì 3 ottobre 2013

Caro ATAF

Spett.le ATAF,
sono l'unica dipendente del mio ente a recarmi al lavoro in bus. Lo faccio da anni più per sensibilità ambientale che per vera convenienza (economica e di tempo). Ho avuto per anni l'abbonamento per lavoratori (quello con le tesserine giornaliere da timbrare) e da un paio di anni ho utilizzato il cosiddetto working pass con un modesto sconto sull'annuale ordinario.
Recandomi ai Vostri sportelli per rinnovarlo ho avuto l'amara sorpresa di scoprire che adesso vanno fatti solo attraverso la società Muoversi. Contattati telefonicamente e poi per email, sono stati assai poco collaborativi e mi hanno laconicamente rimandato ai moduli sul sito dal quale apprendo che per avere il mio abbonamento (purtroppo l'unico del mio ente ma non è certo colpa mia) con lo sconto di "ben" 18 Euro il mio datore di lavoro dovrebbe accollarsi le spese di spedizione di 20 Euro. Una bella convenienza!
Per favore, se l'ATAF non può più permettersi o non vuole più avere un ufficio per le convenzioni con le aziende, almeno togliete la pagina "Aziende & Lavoratori" e ci sentiremmo meno presi in giro.
Mi piacerebbe anche sapere con quali criteri si è affidato questo servizio alla società milanese Muoversi.
Vi ringrazio per l'attenzione.

martedì 1 ottobre 2013

Volantinando per l'ANPI


Davanti ad un supermercato del quartiere

"Signora permette? Un appuntamento per ricordare la liberazione del nostro quartiere..."
"Liberazione? E da che?"
"Dai nazifascisti... nel 1944..."
"Ahhhh! Ancora?"

"Le posso lasciare un volantino su un'iniziativa dell'associazione partigiani del nostro quartiere?"
"Sì, grazie, lo porto a mio marito che è iscritto."

"Prego, un'iniziativa dei partigiani del quartiere per venerdì prossimo..."
"Ma per carità! Siamo commissariati dai tedeschi ormai..." e ritrae le mani dal volantino come se scottasse.
"Capisco, ma queste persone ci hanno lasciato la giovinezza!"
"Anche quegl'altri ci hanno lasciato la giovinezza!"
Pure il fascista mi doveva capitare...

"Posso lasciarle questo volantino? Venerdì si ricorda la resistenza nel nostro quartiere."
"Ah sì? Non sono di qui. Non ne sapevo nulla" dice il giovane tatuato con aria eterea.
"Nel 1944 c'è stata l'ultima battaglia per liberare Firenze, proprio nel nostro quartiere."
"Ah! Ecco! Grazie, non lo sapevo."

"Prego, un'iniziativa dei partigiani del nostro quartiere..."
Il tizio tira dritto per qualche passo poi improvvisamente fa dietrofront:
"Ah sì, per loro va bene..."

"Commemorazione della liberazione del quartiere..."
"Ah, anch'io faccio..." e indica il volantino.
"Cosa?"
"Faccio il tipografo e stampo cose del genere."
"Ma questo è fatto in casa... alla buona."
"Si vede!"

"Signora, un'iniziativa dell'associazione partigiani..."
Ritrae la mano: "Per carità! Ora si dicono tutti partigiani .... allora anche io che ho settant'anni dovrei essere partigiana! Basta! Gialli, rossi.... non mi fido più di nessuno!" e va via arrabbiata.

Per tacere di chi non si degna nemmeno di rispondere e tira dritto. "Non vendo mica nulla, sa."
Di chi invece prende il volantino e ti ringrazia con un sorriso (la maggioranza, per fortuna).
Di chi lo prende e lo lascia nel carrello.
Di chi non lo tocca nemmeno neanche fosse infetto.
Di chi prosegue con l'aria assente e smarrita come non avesse neanche sentito.
Dei tanti, tanti stranieri, ai quali non ho osato spiegare, ma che alla fine mi sembravano i clienti più vivi e meno tristi.
Di chi arriva trafelata carica di borse della spesa che non c'ha neanche un dito mignolo per prendere il volantino.
Dei tanti che inspiegabilmente trascinano faticosamente chili e chili di acqua minerale.
Di chi (unica signora) che mi dice che conosce addirittura il documentario che è in programma.

Insomma un'ora e mezza faticosa ma sociologicamente istruttiva.