lunedì 31 maggio 2021

Granelli nella clessidra

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci....

Seduta di ginnastica nella mia palestra casalinga. Per alcuni esercizi conto le ripetizioni (spesso in tedesco per non distrarmi), per altri guardo i secondi sull'orologio. Dieci secondi le braccia in avanti, dieci secondi in dietro, trenta secondi in equilibrio sulla tavoletta, quindici secondi di corsa a ginocchia alte... Secondi... Minuti... 

Minuti come granelli che scivolano via in una clessidra. Diamo per scontato che siano infiniti, ma sappiamo che non è così. Per quanto sperabilmente potranno essere tanti, non saranno infiniti.Quest'immagine mi dà vertigine ma mi fa anche pensare che dovrei spenderli bene questi preziosissimi granelli.

Fare ginnastica, andare in bicicletta o comunque curare il corpo, secondo me, vuol dire spenderli bene. Direi ottimamente spesi quelli per arricchire la nostra cultura con un film, un libro, un opera d'arte. Necessario impiegarli per lavorare, nutrirsi, dormire, aver cura della casa, dei nostri oggetti e tutte quelle attività che non sono interessanti né particolarmente piacevoli ma di cui non si può fare a meno. Quanti granelli persi sui social a leggere assurdità o addirittura a becchettarsi sul nulla! Pessimo impiego, forse il peggiore, sono i minuti passati a litigare, ad offendere gli altri, ad odiare, provare invidia, calunniare. Risparmiamolo questo tempo e piuttosto regaliamo i nostri preziosi granelli nell'ascoltare ed aiutare gli altri. Sicuramente meglio spesi.

venerdì 28 maggio 2021

Vaccinata

Tardo pomeriggio del 5 marzo. Esco dal presidio sanitario dopo la prima dose di Astrazeneca. Un po' di emozione dopo tutti questi mesi di aspettative e di false notizie, soprattutto su questo tipo di vaccino. Una lieve apprensione per gli effetti collaterali. Prendo la tachipirina preventiva o non la prendo? Mi verrà la febbre stanotte? Mi faccio una cena leggera e vado a letto. Mi dà l'idea che il mio corpo si possa così concentrare meglio su questa sostanza che mi hanno iniettato. 

Sempre tardo pomeriggio ma di una calda giornata di fine maggio. Stesso posto, stesso dottore simpatico, un giovane dai capelli rossi che mi dice che oggi ha dovuto penare perché ha lavorato da solo e il computer si bloccava sempre. Esco e mi godo la stessa splendida vista sulla mia città. Ma il cielo è azzurro e io sono fiduciosa che il peggio, per questo virus maledetto, sia passato.