domenica 30 dicembre 2007

La regina delle arance che non sa scrivere

Mi piacciono tanto le storie dove qualcuno che parte svantaggiato riesce ad essere così bravo e caparbio da superare le avversità e riuscire nel suo sogno. Se poi la storia riguarda una donna mi entusiasma ancora di più. Ecco perchè oggi voglio segnalare come buona notizia la storia di Amina Al Amrani, 57 anni, una donna yemenita che ha sfidato la famiglia per fare un lavoro da uomini (commerciare frutta) ed è diventata una ricca donna d'affari.
Amina non sa leggere nè scrivere. Nel suo paese, se ci sono soldi in casa, non si spendono certo per far studiare una bambina. Nascere femmina sembra una colpa da espiare per tutta la vita. Ma Amina ha sempre avuto un grande senso degli affari ed ha cominciato col vendere collane e bracciali di corallo nel 1983. Una volta una donna le disse che l'avrebbe pagata quando avrebbe venduto le pesche che stavano maturando. Amina decise di prendere in pagamento le pesche e di rivenderle. Da allora, puntando i piedi contro la propria madre e i fratelli che le davano di svergognata, ha proseguito nel suo commercio di frutta.
Oggi, come racconta la CNN, è chiamata la "Regina delle arance" ed è una dei più importanti venditori di frutta all'ingrosso dello Yemen, una degli otto commercianti con licenza del mercato ortofrutticolo di Sana'a. Ogni giorno vende 200 tonnellate di frutta, ha un giro d'affari di migliaia di dollari, 30 uomini al suo servizio e oltre 400 contadini come fornitori.
"La competizione è molto dura perché questo è un settore tutto maschile", dice Amina che è diventata un modello per tutte le donne yemenite, gira il mondo e frequenta conferenze sull'agricoltura. Amina vive con il marito, che non le ha mai messo i bastoni tra le ruote, e con i sette figli ma mantiene anche le famiglie dei suoi fratelli che non le rivolsero la parola per quattro anni.
Speriamo proprio che l'imminente 2008 ci porti tante storie così!

(fonte CNN)

martedì 25 dicembre 2007

Spleen da Natale

26/12/79
"Il giorno del tuo compleanno" "Il giorno di Natale" "Festeggiamo il Natale" "Festeggiamo il tuo compleanno" Ma che vuol dire? Che deve essere un giorno diverso? Diverso come? Perchè diverso? D'accordo io accetterei che sia un giorno come gli altri, MA NON ACCETTO che tutti tentino di renderlo "migliore" per me, mentre non vogliono capire che a quel modo non lo renderanno altro che peggiore. Non riesco ad apprezzare il loro sforzo, mi fa solo tanta rabbia, rabbia che devo reprimere perchè non la posso sfogare. E poi questo sforzo di "farmi divertire" mi sembra che voglia dire: "Ti vogliamo consolare per la tua sfortuna." Non ho bisogno di essere compatita! "Noi ti vogliamo far dimenticare che sei povera e non potrai mai andare a sciare, o avere una casa a tre piani in campagna o al mare, ti vogliamo far dimenticar e il tuo mal d'orecchio, la tua micosi ..." Il fatto è che così con questi miseri sforzi me lo fate ricordare, non dimenticare! Io capisco di più il mio mal d'orecchio che ha pensato bene che il giorno di Natale-mio compleanno è un giorno come un altro per venirmi a trovare.
Queste sono le considerazioni (come al solito amare) del giorno di Natale alias giorno del mio compleanno fatte il giorno dopo a freddo (per modo di dire).

Caspita come mi giravano a diciasette anni! Oggi ne ho quarantacinque e vi dimostro la raggiunta serenità citando Benjamin Franklin:

"A vent'anni regna la volontà; a trenta, l'umorismo e a quaranta il giudizio."

domenica 23 dicembre 2007

Il Natale di Padre Alex Zanotelli

Un Buon Natale è possibile

Un altro Natale è possibile: ci può essere ancora un Buon Natale!

Con il Natale la vita vince nonostante tutto.
Ogni bimbo che nasce è il segno che Dio non si è ancora stancato dell'umanità (Tagore).

Viola, la perla bianca di Anna, nata nel cuore della ricca Brianza ha davanti a sè ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote iniziale di 25.000 euro.

Njeri, la perla nera di Rachele, nata nella baracca di Korogocho ha davanti a sè quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote iniziale di soli 250 euro.

Due mondi, due bimbe, divise da un invisibile muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità che si "pappa" l'83% delle risorse mondiali.

La seconda, Njeri, fa parte dell' oltre un miliardo di 'esuberi umani' che devono accontentarsi dell' 1,4% delle risorse, costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno: sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi. E Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché essi non ci sono più.

Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids: un bimbo muore di fame ogni due secondi, 11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.

Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali, del consumismo, degli affari. È un business senza fine, è uno shopping anche di domenica.

Questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso "acquario" in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici. A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano affascinati l'acquoso ed esotico luccichio.

Fino a quando la parete di vetro proteggerà il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di bimbi affascinati noi investiamo somme astronomiche in armi: Usa ed Europa nel 2003 programmano di spendere 750 miliardi di dollari.

Un altro Natale non solo è possibile ma è urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici: il Natale dei consumi, dei regali, degli affari, un Natale 'pagano' che ha ben poco da spartire con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia alla periferia dell'impero, fuori dell'acquario anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti scuri.

Diciamo no al consumismo vieppiù indotto e incentivato e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata a nonni, cugini, zii, nipoti ma anche alla famiglia dell'immigrato che lavora per noi o che ci è più vicino.

Diciamo no al decadente e ripetitivo tango di regali, e diciamo sì ad un consumo critico, al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani, o a quello equo e solidale di lavoro fatto "in dignità".

Diciamo no alla stupida pervasività televisiva e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia, ritornando a raccontarci gioie e dolori e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme il fascino del Natale.

Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza, e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e camminando con uno "straccetto bianco di pace".

Solo così il Natale ritornerà ad essere la festa della vita che farà rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque, ci può ancora essere un Buon Natale!

Alex Zanotelli

16/12/2002 (ma ancora sempre attuale purtroppo, N. d. Artemisia)

venerdì 21 dicembre 2007

I bambini...

I bambini ci arrivano in misure, pesi e colori assortiti.
Li troviamo dovunque: sulla cima, di sotto, dentro il, mentre si arrampicano su, dondolano da, corrono per.
Le mamme li adorano, le sorelle e i fratelli maggiori li tollerano, gli adulti li ignorano, il cielo li protegge.
Un bambino è la verità con la faccia sporca, la saggezza con i capelli arruffati e la speranza nell'avvenire con un ranocchio in tasca.
Il bambino ha l'appetito di un cavallo, la digestione di un mangiatore di spade, l'energia di una bomba atomica, la curiosità di un gatto, i polmoni di un dittatore, la fantasia di Giulio Verne, la timidezza di una violetta, l'insidia di una trappola d'acciaio e quando si mette a fabbricare qualcosa ha cinque pollici per mano.
Gli piacciono i gelati, i temperini, le lime, il Natale, i giornalini a fumetti, il bambino che abita di fronte, l'acqua (nel suo ambiente naturale), i grossi animali, il babbo, i treni, la domenica e il carro dei pompieri.
Non vede di buon occhio il catechismo, le visite, la scuola, i libri senza illustrazioni, le lezioni di piano, le cravatte, il barbiere, le persone grandi e il momento di coricarsi.
Nessuno riesce a ficcare in una sola tasca un temperino arrugginito, una mela rosicchiata, un metro di spago, un sacchetto di tabacco vuoto, due caramelle, dieci lire, una fionda, un pezzo di ignota sostanza e una raccolta di figurine dei calciatori.
Nessuno si alza così presto la mattina o arriva a cena così tardi.
Un bambino è una creatura magnifica; potete chiuderlo fuori dalla vostra stanza ma non dal vostro cuore.
Potete scacciarlo dalla vostra casa, ma non dalla vostra mente.
Tanto vale che vi rinunciate; è il vostro carceriere, il vostro superiore, il vostro padrone; un terremoto in miniatura dalla faccia lentigginosa.
Ma quando siete stanchi, delusi e non vedete futuro nel vostro servizio, lui può rimettervi a nuovo con due parole magiche: "Ciao, Akela!"
Gianni B., capo scout CNGEI Sezione di Firenze

mercoledì 19 dicembre 2007

Caro Babbo Natale

quest'anno vorrei un regalo speciale.

Vorrei un paese dove chi rispetta le regole e fa il suo dovere è considerato un ganzo.

Un paese dove ci si mette in fila ed si aspetta pazientemente il nostro turno senza cercare di passare avanti con le raccomandazioni o con la prepotenza.

Un paese dove si fa volentieri due passi in più a piedi perchè si sa che così si respirerà un po' di CO2 in meno.

Un paese dove si pagano volentieri le tasse perchè si sa che ne beneficerà chi ha più bisogno di noi.

Un paese dove si rispettano le cose di tutti più delle nostre.

Un paese dove chi gestisce soldi pubblici li considera sacri perchè sa che qualcuno ha lavorato per produrli.

Un paese dove chi rappresenta i cittadini è ancora più integerrimo degli altri e non aspetta di essere condannato per dimettersi dalla sua carica.

Vorrei un paese dove Marco Travaglio non ha più argomenti per scrivere i suoi articoli e i suoi libri ed è costretto ad occuparsi di orchidee.

Carissimo Babbo Natale, se non puoi portarmi un paese così, allora ti prego rimani al calduccio a casa tua e risparmiati il viaggio.

Con affetto,

Artemisia

domenica 16 dicembre 2007

Pulcini in sciopero contro genitori ultrà

Gli sbagli degli adulti uccidono il nostro gioco

No alle parolacce, sì al divertimento dei bambini

Genitori non litigate, fateci giocare!

"Non rovinate il divertimento dei vostri figli"

Sono alcuni degli slogan presentati dai ragazzi dell’US Ponte a Elsa 2005, vicino ad Empoli in provincia di Firenze, all'annuale festa di Natale. Le squadre dei Pulcini 1997, 1998 e 1999 questo fine settimana non sono scese in campo per protestare contro i propri genitori autori di gesti “indisciplinati” durante le partite dei figli. L’idea di questo “sciopero” è arrivata da Michele Mango, direttore sportivo, Gino Ghiorazzo, dirigente e Danilo Barnini, presidente della società.

Come mamma di due giovani calciatori, posso assicurarvi che questa iniziativa è proprio una bella notizia.

Fonte: www.Educalcio.it
Foto: Il Tirreno

venerdì 14 dicembre 2007

Piccoli rassicuranti riti quotidiani

Nelle nostre vite da privilegiati, nelle nostre esistenze cadenzate da ritmi innaturali, nelle nostre giornate pressate da doveri e incombenze che spesso non abbiamo scelto ma che ci siamo ritrovati nostro malgrado, nella nostra quotidianità dove c'è sempre qualcosa che ci preoccupa, che ci dà ansia o che per lo meno non abbiamo risolto come volevamo, ci sono invece piccole abitudini che non ci richiedono impegno, piccoli riti ci danno sicurezza, piccoli piaceri che ci concediamo, piccoli spazi solo per noi. Ognuno ha i suoi, più o meno intimi, più o meno confessabili.
Da quando vivo con mio marito la colazione del sabato e della domenica si fa in pasticceria. Il piacere, almeno per me, non sta tanto nel caffè più buono o nella pastina, quanto nella passeggiata fino al bar chiacchierando con lui delle cose che mi sono frullate nella testa, nelle bischerate che dice il barista carrarese, nella tappa all'edicola e soprattutto del non avere davanti una giornata di lavoro (anche se di cose ce n'è sempre da fare).
Un altro momento magico è la doccia dopo l'ora di palestra. La ginnastica è una cosa che devo alla mia salute, ma la doccia calda è proprio un piacere che meriterebbe di finire in bellezza andando subito a letto invece di avere ancora da cenare, sparecchiare e litigare con i figli che non vogliono mai andare a letto.
Nessuno mi tocchi poi il rito della merenda. Lo so che sembra una cosa un po' infantile ma bisogna tener conto che il mio pranzo è praticamente inesistente e quindi quando torno a casa il pomeriggio ho una fame che mi mangerei il frigo. E nessuno mi deve disturbare quando sono davanti alla mia bella tazzona di tè fumante accompagnata da pane con ricotta zuccherata o marmellata o miele o con un bel pezzo di cioccolata.
Anche il viaggio quotidiano in bus è rassicurante perchè, non guidando io, non devo stare attenta al traffico e mi devo solo lasciar trasportare ascoltando il mio lettore di mp3 che mi regala un mondo di parole, di racconti, di evasione.
Talvolta anche la televisione può essere un momento di rilassante disimpegno. Di solito mi piace vedere programmi impegnativi, che arricchiscono la mia cultura e mi danno spunti di riflessione. Quando sono stanca e non ho voglia di impegnare il cervello invece guardo "Parla con me" e mi faccio sane risate con le imitazioni di Neri Marcorè o con i citofoni di Andrea Rivera.
Sono sempre stata un'iperattiva, amante delle novità e nemica della routine. Ma si vede che sto invecchiando e con l'età si apprezzano sempre di più i nostri irrinunciabili riti quotidiani.
E i vostri quali sono?

mercoledì 12 dicembre 2007

Lavorare dall'alba al tramonto

Tranquilli, nessuna drammatica storia di sfruttamento. Oggi parlano le immagini.



La mattina, uscendo di casa per andare in ufficio, spesso mi incanto ad ammirare l'alba e la citta' che si sveglia.









Quando il mio autobus arriva a destinazione, la piana fiorentina talvolta e' avvolta da mille colori.









Finita la mia giornata di lavoro, il sole, gia' basso all'orizzonte, mi fa compagnia lungo il mio viaggio di ritorno.




Grazie a Dona per l'idea.

lunedì 10 dicembre 2007

La TV di qualità va in onda a notte fonda

Segnalo due trasmissioni per chi non ci sta a farsi appiattire il cervello dalla televisione commerciale e per chi, come me, ha a cuore le sorti del pianeta e dei suoi più sfortunati abitanti.

E-CUBO: Ecologia, Energia, Economia, un magazine di otto puntate (30 minuti l'una) sulle tematiche ambientali. Che sia destinato ad un pubblico giovane, lo si capisce dallo stile veloce e pieno di effetti speciali, tanto che una persona della mia età fa un po' fatica a seguirlo. Ma le domande (e le risposte) che pone attraverso filmati, interviste, ecc. sono importanti. Cambiamenti climatici: la macchina del clima si sta rompendo? Scienziati a confronto. Kyoto: trattato che gli USA non hanno firmato puntando il dito su India e Cina quando l'impronta ecologica procapite in USA è di gran lunga superiore a quella degli altri due paesi. Il piano energetico europeo che prevede entro il 2020 di un taglio drastico delle emissioni di CO2. La situazione nei paesi in via di sviluppo tra rispetto dell’ambiente ed esigenze di sviluppo. Le città e l'inquinamento: viabilità, mezzi di trasporto pubblici, l’auto ibrida. Quanto i giovani italiani sono informati e/o preoccupati sull'impatto che il loro stile di vita ha sull'ambiente? Le fonti di energia: i biocarburanti sono davvero una valida alternativa ai combustibili fossili?
E-Cubo va in onda su RAI3 il martedì su RAI3 alle 0:40. Quella di domani è l'ultima puntata ma tutte si possono rivedere su internet: http://www.ecubo.rai.it/puntate.asp

Per chi ha stomaco forte, consiglio i documentari della serie "C'era una volta" a cura del bravo Silvestro Montanaro, che ci mettono davanti agli occhi le terribili realtà nella quali vive una grossa parte dell'umanità e le responsabilità che noi occidentali abbiamo di questa situazione.
Il nostro turismo alle Maldive o a Capo Verde che non porta alcun vantaggio alla popolazione locale oppressa da una dura dittatura e dalla miseria (Il paradiso).
La cruda verità di quanti al mondo vendono un rene sperando in questo modo di dare una svolta alla loro vita di privazioni a beneficio di malati che vivono nei paesi industrializzati (Cavie umane).
Le vergognose responsabilità dei maschi occidentali (non solo italiani) sul turismo sessuale in Thailandia, in Brasile, in Romania, ecc (Bambole).
Vedere tutto questo e sentire le voci dei protagonisti fa fare brutti sogni al consumatore occidentale specialmente in questo periodo di orgia natalizia. Infatti C'era una volta va in onda il mercoledì alle 23:30 su RAI3. Anche questi video però sono in internet su Rai.tv.

sabato 8 dicembre 2007

Per combattere il razzismo impariamo dai bambini

PROPOSTA A TUTTI I BLOGGER: FACCIAMO TUTTI UN POST CONTRO LE FORME DI RAZZISMO CHE STANNO INVESTENDO IL NORD ITALIA, FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE (su suggerimento di Duccio).

Vorrei raccontare la mia piccola esperienza personale sul tema della convivenza con gli stranieri.
Nella classe di mio figlio alle elementari 8 bambini su 24 erano stranieri, provenienti da varie parti del mondo. Le maestre hanno fatto uno splendido lavoro sull'intercultura e non ci sono mai stati problemi. Poteva capitare che i bambini prendessero di mira un loro compagno perchè grasso ma mai per il colore della pelle o per la sua provenienza.
I migliori amici di mio figlio undicenne sono stranieri.
Mejronick, filippino, dolce, intelligente ed educatissimo, che partecipa alle riunioni con i professori per tradurre al giovanissimo padre quello che viene detto.
Payam, compagno di scuola e di squadra, figlio di due iraniani da tantissimi anni in Italia. Il padre non si perde neppure una partita di calcio dei due figli. La madre, medico ospedaliero, ostenta (a ragione) la sua bellissima capigliatura nera.
Karim, paffuto e chiacchierone, figlio di una marocchina e di un egiziano, è orgogliosissimo della sua fede islamica. Memorabile quando in pieno Ramadam andò dalla maestra per dirle: "Maestra, io ho fame!".
Freddy, dal Camerun, simpaticissimo, una vera lenza. Con i suoi innumerevoli fratelli e sorelle rende un concentrato di allegria la sua festa di compleanno in pizzeria.
Questi sono i suoi migliori amici. Senza contare Giorgiana, la bambina rumena, innamorata per cinque anni di mio figlio che lo faceva arrossire con i suoi complimenti; Ting, la bambina cinese, che lo ha invitato al suo ristorante; Adelajdo, albanese, formidabile mediano della sua squadra; Ghani, un dolcissimo marocchino, che tutte le volte che mi incontra mi chiede di mandare i suoi saluti a mio figlio che ha visto due ore prima; e tanti altri.

Per combattere il razzismo impariamo dai bambini.

venerdì 7 dicembre 2007

Report: come è andata a finire?

Sono tanti quelli come Spunto, che non riescono a dormire la notte dopo aver visto la deprimente realtà messa a nudo dall'ottima trasmissione Report di RAI3. E allora la buona notizia potrebbe essere semplicemente che Report è finito.
Ma per chi ce l'ha fatta ad arrivare in fondo alla puntata di domenica scorsa, dopo il mal di stomaco procurato dal vedere le condizioni di lavoro nel tessile e la mafia che regna nel mondo della moda e delle griffe, è stato ricompensato. Milena Gabbanelli nella rubrica Come è andata a finire? (18 min. e 40) ha risposto ai tanti che le scrivono chiedendo come mai dopo le loro denunce non succede mai niente e ha fatto una carrellata di conseguenze delle loro inchieste:

- Puntata "Roba nostra" (5/11/2006) sui soldi sequestrati dalla magistratura che scopre degli illeciti (vedi la scalata alla Antonveneta) e che rimangono in mano alle banche e alle poste quando lo stato potrebbe farne un utilizzo migliore. A seguito della trasmissione è stata nominata una commissione composta proprio dai magistrati che avevano denunciato la cosa. La commissione ha proposto: la creazione di un'agenzia che farà l'inventario dei beni sequestrati in Italia e all'estero; i corpi di valore che giacciono negli scantinati dei palazzi di giustizia italiani saranno venduti (riducendo anche i costi di gestione); i 1.700 ML di Euro sequestrati saranno fatti fruttare al tasso legale; si dovrà informatizzare il processo penale per evitare fascicoli dimenticati; è prevista la creazione di una società all'interno del Ministero delle Finanze che si preoccuperà di incassare le spese processuali (700 ML di Euro ogni anno di cui se ne incassano non più di 40) e le pene pecuniarie. La costituzione di questi due nuovi enti sarà a costo zero perchè si finanzierà con i soldi che riuscirà a recuperare. La proposta è in approvazione al parlamento e sarà operativa dal prossimo anno.

- Dopo la puntata del 14/10/2007 sugli investimenti cosiddetti "Derivati di credito strutturati" venduti alle Pubbliche Amministrazioni come la Regione Piemonte o il Comune di Napoli, la Corte dei Conti del Piemonte sta indagando e la procura di Milano ha aperto un'inchiesta.

- Il 20/05/07 Report aveva rivelato l'esigua mole di lavoro delle nove procure militari esistenti in Italia: 3 udienze al mese, 3000 processi pendenti per tutte le nove procure che rappresentano un quarto di quelle che ha una sola procura ordinaria di provincia. E' passata al Senato la proposta che riduce i tribunali militari da 9 a 3, i magistrati da 103 a 58, gli altri passeranno alla magistratura ordinaria.

- Il 13/5/07 avevano parlato della vendita di Wind da parte di ENEL senza gara e successivamente la procura di Roma ha fatto partire un'inchiesta con l'ipotesi di corruzione.

- Nel maggio 2006 erano state messe in luce le convenzioni universitarie grazie alle quali c'era chi poteva laurearsi dando solo 6 esami su 24. Il ministro Mussi ha portato il riconoscimento dell'esperienza lavorativa ad un massimo di 60 crediti invece di 120/130.

- Report del 23/4/2006 aveva raccontato il finanziamento pubblico ai quotidiani (667 ML di Euro l'anno). Il sottosegretario competente per l'editoria ha dichiarato di aver tenuto conto della trasmissione per preparare la nuova legge presentata ad ottobre scorso e che prevede: un solo giornale di prenderà contributi, niente cooperative fittizie come Il Foglio (almeno il 50% dei dipendenti deve essere socio), le copie in omaggio non danno diritto ai contributi. Altri tagli sono in finanziaria.

- Nella puntata del 22/10/2006 si era messo in evidenza come la Società Sviluppo Italia, nata per lo sviluppo economico del Mezzogiorno, fosse un'idrovora di denaro pubblico e una calamita di clientele. A marzo c'è stato un cambio dei vertici e sono stati ridotti i consiglieri da 9 a 3. La Sviluppo Italia sta uscendo intanto dalla società dei fratelli Cuffaro.

- Recentemente sono stati indagati per abuso d'ufficio il sindaco di Milano Letizia Moratti e il direttore amministrativo a seguito di quanto emerso nella puntata del 19/11/2006 sull'incremento di spesa del Comune di Milano e sulla nomina di ben 54 dirigenti esterni.

Come dice la Gabbanelli, non è tutto lavoro buttato al vento.

martedì 4 dicembre 2007

Fabbriche

La storia dell'Italia dalla fine dell'Ottocento ad oggi vista da un'angolazione molto particolare: quella delle fabbriche. E' il tema della serie di Alle otto della sera intitolata appunto "Fabbriche" di Antonio Galdo.
Dalla FIAT alla Olivetti, dalla Riello alla Fabbri, dalle Acciaierie di Terni alla grappa Nardini.
Si racconta di un capitalismo paternalista ma duro. Nel 1869 la Marzotto aveva già 200 dipendenti, di cui 50 donne e 11 fanciulli sopra gli 11 anni. Gli uomini venivano pagati 1 lira e 50 centesimi al giorno, le donne 1 lira e i fanciulli 50 centesimi.
Si racconta di uomini provenienti da famiglie modeste e senza cultura, come Aristide Merloni figlio di un contadino marchigiano o Pilade Riello che aveva appena la quarta elementare, che sul loro talento e sulle loro intuizioni hanno costruito imperi industriali aiutati probabilmente dalla fortuna ma anche dalla comunità. Nel 1930 è Don Rinaldi, parroco di Albacina, a dare tutti i suoi risparmi ad Aristide Merloni per impiantare la sua fabbrica.
Si racconta di come il capitalismo italiano sia stato strettamente legato alla società e alla politica. Fu nella casa di Enrico Falck, grande capitano delle omonime acciaierie, in via Tamburini 1 a Milano, che il 1 settembre 1942 nacque la Democrazia Cristiana.
Si racconta come le grandi fabbriche italiane non rappresentassero solo un posto di lavoro ma un universo intorno al quale vivevano città intere. Come Valdagno in provincia di Vicenza il cui sviluppo sociale e urbanistico dipese dalla Marzotto. Gaetano Marzotto soleva dire: "lo Stato ci dà solo il sale e i sigari. Tutto il resto a Valdagno lo do io."
Si racconta soprattutto degli operai che vi lavoravano e che spesso vivevano in case che si affacciavano negli stabilimenti. L'operaia dell'Italsider Maria Scherillo racconta: "Noi la fabbrica l'avevamo dentro casa. La polvere nera e rossa era dappertutto sul balcone, dentro le camere da letto, sui panni stesi, sulla pelle. Le ginocchia dei miei figli dovevo lavarle con la retina. Era tutto nero. Se poi passeggiavi per le strade di Bagnoli in pochi minuti ti trovavi la camicia piena di macchie di vapore acqueo e attorno sentivi un odore di fumo che sembrava nebbia. Ma era polvere e per noi quella polvere valeva oro".
Pietro Barilla, arrestato dai fascisti con l'accusa di collaborazionismo, fu liberato grazie ad una petizione dei suoi 600 operai.
Le mamme di Pontedera raccomandavano alle figlie di sposare un piaggista, considerati l'aristocrazia della classe operaia. Mario Panattoni, piaggista per 40 anni nella fabbrica di Pontedera, racconta: "Le assunzioni si facevano così. Ti presentavi dal caporeparto che ti chiedeva un piccolo disegno di un pezzo della Vespa. Se lo facevi, eri assunto."
Si racconta infine delle crisi degli anni Settanta-Ottanta, dei tentativi dello Stato di far sopravvivere queste aziende e della nuova classe operaia, invisibile e silenziosa, quella che lavora nel palazzo di alluminio anodizzato di Athesia.

Per chi fosse interessato, il racconto di Antonio Galdo è contenuto anche nel suo libro dall'omonimo titolo "Fabbriche".

domenica 2 dicembre 2007

Soldi ben spesi /4

Se si ha a cuore le sorti di questo pianeta e si vuole difenderlo, la prima cosa è cercare di avere uno stile di vita più leggero possibile. Certo si potrebbe fare di più ma, incastrati come siamo negli impegni quotidiani, chi ce la fa a trovare il tempo per ripulire i sentieri in montagna, per promuovere presso i giovani l'amore per la natura o per fare pressione sulle autorità affinchè prendano provvedimenti a favore dell'ambiente?
Ecco che non ci rimane altro che sostenere le tante associazioni che tutto questo lo fanno: WWF, Legambiente, Lipu, Greenpeace, ecc. Ognuno si scelga quella che lo convince di più.

Per quanto mi riguarda, da quest'anno sono socia dell'associazione Firenzeinbici (tessera annua 15 euro) che promuove l'uso della bicicletta come mobilità sostenibile. Come già scritto in passato, in realtà, la bici la posso usare poco per motivi di salute però sono grata a queste persone perchè impiegano il loro tempo libero a sollecitare l'amministrazione comunale verso scelte a vantaggio della mobilità sostenibile. Per esempio, si stanno studiando tutti i progetti della costruenda tranvia fiorentina in modo da portare al tavolo tecnico con il comune le loro osservazioni. Il mio minuscolo contributo quest'anno è stato quello di partecipare ad un sondaggio, una specie di "contabici", dal quale sembra che sia risultato che Firenze sia una città sempre più ciclabile, speriamo anche più respirabile.

Sono invece socia da vari anni del Club Alpino Italiano, un'associazione nata quando ancora l'ambiente non era un problema e che ha come scopo "l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.
Pagavo la tessera CAI (46 Euro) anche quando in montagna non avevo la possibilità di andarci per motivi familiari sapendo che in questo modo ci sarebbe stato qualcuno che nel tempo libero avrebbe continuato a ripulire i sentieri e a curarne la segnaletica (i famosi segni bianchi e rossi).
Le montagne, scriveva John Ruskin nel 1869, "sono le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle, sono guglie che si ergono lontane dal fumo delle città, dal rumore, dalle industrie e dalla loro schiavitù."

venerdì 30 novembre 2007

Scateniamoci

Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Non chiamiamole "catene di Sant'Antonio". Chiamiamole "interviste itineranti". Accetto questa solo perchè il mio amico Heike (ex Accakappa) è permaloso sotto la dura scorza del cinico e io gli voglio bene.

Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?
Dato che sono sempre stata una grafomane incallita, il marito informatico da tempo mi suggeriva di aprire un blog, ma, come al solito, non gli davo molto retta (sant'omo!!). Finchè lo scorso 6 gennaio, appena alzata, entrai in camera di mio figlio quattordicenne che era già sveglio e giocava al suo videogioco del momento augurandogli buon giorno. La sua risposta ("Lasciami in pace, torna a letto, non cominciare subito a rompere...") innescò una delle mie migliori inc...ture e quando sono molto imbufalita sento il bisogno di dare una svolta alla mia vita. Così ho deciso di aprire un blog, nato quindi come sfogatoio e poi diventato qualcos'altro (anche se non so bene che cosa).

Il tuo primo post?
Appunto "Perchè scrivere un blog?" praticamente un programma ...

Il post di cui ti vergogni di più?
Nessuno. Perchè dovrei? Più o meno riusciti, più o meno sentiti, ma so' tutti piezz'e'core.

Il post di cui sei più fiero?
Forse La dura vita della consumatrice critica

Per quanto pensi che continuerai a scrivere sul tuo blog?
Finchè mi divertirò.

La cosa che non mi piace di questi giochini è chiamare in causa gli altri. Quindi non la passerò a nessuno però nominerò qui tutti i miei amici blogger. Chi vorrà, senza alcun impegno, si potrà divertire a fare la sua autointervista, chi non vorrà... avrà tutta la mia comprensione.

Ad Alessio che sarà in bicicletta sull'Etna;
ad Anna che starà lottando contro i mulini a vento;
a Carmela alle prese con i suoi alunni detenuti;
a Davide impegnato a dimostrare che bravo medico sia;
a Dona che sarà a fare le sue splendide fotografie;
a Erica che starà creando i pupazzi con i suoi alunni;
a Fabioletterario affaccendato con i suoi teneri alunni;
a Giulia che spero stia meglio;
ad Irnerio, dove sei Irnerio?
a Lorenzo che spero stia studiando;
a Luciano-Idefix che tiene a bada la comprensibile rabbia di Idefix;
a Marina che starà scrivendo i suoi lunghissimi, splendidi, dieci post giornalieri;
a Me che e' talmente demoralizzato che non scrive più;
a Mirco che starà scrivendo il programma elettorale degli Under40;
a SPunto che starà stilando l'elenco di ciò di cui ci dobbiamo indignare questa settimana;
a Stella che starà preparando la sfilata dei suoi modelli;
a Verrocchio che spero stia studiando.

Un abbraccio a tutti,

mercoledì 28 novembre 2007

DURC!

Spiacente per Accakappa che dal titolo forse spera in un post di argomento fumettistico, ma il post di oggi invece parla di una pratica burocratica (orrore!). Da qualche anno come pubblica amministrazione dobbiamo chiedere a tutte le ditte con le quali stipuliamo contratti di fornitura o di servizi un certificato che si chiama DURC. Si tratta del Documento Unico di Regolarità Contributiva rilasciato dall'INPS o dall'INAIL o dalle Casse Edili che attesta che la ditta ha pagato regolarmente i contributi INPS e INAIL ai propri dipendenti. Senza questo certificato non possiamo pagare le relative fatture. Quest'obbligo comporta lavoro in più per noi, per i nostri fornitori, per l'INPS e per l'INAIL ma visto che lo scopo è la lotta al lavoro nero, ben venga questa seccatura in più.
C'è un problema però. Il DURC permette di scoprire se la ditta non ha pagato i contributi per i dipendenti regolarmente assicurati ma non di scoprire se ha altro personale a nero. Per questo ci sono le ispezioni. Peccato però che quando la mia dirigente ha chiesto all'INPS se le ispezioni vengono veramente fatte, il funzionario abbia risposto: "Signora, non abbiamo personale sufficiente nemmeno per emettere i certificati, si figuri per fare le ispezioni!"
Oibò! Anzi: DURC!

domenica 25 novembre 2007

Stop!

E' da un po' di tempo che corro più del solito, che mi faccio prendere la mano dalle cose che premono, premono, premono. In ufficio ci sono diverse scadenze e cerco di mantenerle. Gli impegni familiari si accavallano e cerco di ottemperare a tutto. C'è sempre qualcosa rimasto indietro, qualcosa che è rimasto nella lista dei "to do item". E il blog? Non lo posso trascurare. Il blog è il mio spazio. Lo devo difendere con le unghie e con i denti. E i miei
amici blogger? Accidenti, non li posso trascurare. Sono preziosi. Non posso arrivare a commentare sempre buon ultima.
Fermati, Artemisia! Il mondo va avanti anche senza di te. Non essere presuntuosa. Non pretendere troppo da te stessa!
Dove diavolo sono i cinque minuti tutti per me?

Ore 16:35. Vi dice nulla quest'ora? A me dice che mancano dieci minuti alla fine della partita della Fiorentina dopo di che mio figlio rivorrà il suo computer. Arbitro, quanto dai di recupero che devo finire questo post schizzato?
Scusatemi: oggi sono nervosa. Chissà perchè!? Forse è stata l'ennesima litigata con mio figlio che mi ha messo in circolo l'adrenalina. Anzi, sì lo so. Non ridete. Lo so che è stupido, anche un po' retrogrado e probabilmente anche poco provato scientificamente.
Si chiama sindrome premestruale.

venerdì 23 novembre 2007

Lavoratori di tutto il mondo unitevi!

Settimana di elezioni delle RSU (rappresentanze sindacali unitarie).
A vent'anni, quando ho cominciato a lavorare, ritenevo che fosse completamente inutile iscriversi al sindacato. Dopo i primi durissimi dieci anni, allorchè i rapporti con la nostra capufficio erano arrivati ad un punto insostenibile, trovammo un valido aiuto in un ricercatore che era allora il nostro rappresentante territoriale per la CGIL. Fu lui che fece capire alla nostra aguzzina che non poteva continuare a vessarci e al direttore che non poteva continuare a fare finta di nulla. Così mi iscrissi alla CGIL e con quella tessera in tasca mi sentii più protetta.
Dopo le due maternità, nel 1996 fui coinvolta in qualche attività sindacale e nel 1998 (anno delle prime elezioni) sono stata eletta RSU. Nella nostra piccola realtà, dove tutto è demandato alla contrattazione nazionale, le RSU hanno ben poco da fare e quindi il mio impegno di sindacalista è piuttosto marginale.
Del sindacato in Italia se ne parla spesso male. I sindacati tradizionali sono stati spesso accusati di aver difeso situazioni di privilegio assurde, come per esempio le baby pensioni, di aver frenato lo sviluppo economico e la modernità arroccandosi in modo miope sulle posizioni conquistate. Anche recentemente sono contestati di difendere i diritti delle vecchie generazioni a scapito dei giovani che questi diritti non li hanno. Chiunque potrà citarmi casi di persone che si sono servite del proprio ruolo nel sindacato per assicurarsi vantaggi personali, tipo far assumere parenti e così via. Purtroppo c'è qualcosa di vero in queste accuse ma il sindacato non è solo questo.
Personalmente ho conosciuto nella CGIL persone oneste e valide. Inoltre non dimenticherò mai l'emozione di aver partecipato alla grande manifestazione a difesa dell'articolo 18 organizzata il 23 marzo 2002 dalla sola CGIL (non dimentichiamoci che CISL e UIL avevano firmato lo scellerato Patto per l'Italia!).
Infine tutte le volte che pensiamo che il sindacato è inutile o addirittura dannoso, per favore, guardiamo a chi non ce l'ha e non lo può avere. Nel Sud del mondo solo i lavoratori che si organizzano in sindacati possono, spesso rischiando la loro vita oltre che il licenziamento, sperare di migliorare le loro durissime condizioni di lavoro (vedi SINALTRAINAL contro Coca Cola in Columbia). Non è un caso che nelle dittature la prima cosa che viene proibita è l'attività sindacale.
Quando il lavoratore è solo è sempre l'anello debole della catena.

martedì 20 novembre 2007

Snoccioliamole!

Ce n'è per tutti i gusti. Snoccioliamo le buone notizie:
  • È stato approvato il 15 novembre 2007 ad ampia maggioranza (99 Paesi a favore, 52 contrari e 33 astenuti) il testo della risoluzione per la moratoria della pena capitale nel mondo, da parte della Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU. (http://www.governo.it/Notizie/Ministeri/dettaglio.asp?d=37338)
  • La Liguria abbassa le tasse di trecentomila contribuenti Grazie al risanamento dei conti della sanità, la Giunta regionale ligure ha approvato un provvedimento fiscale che abbassa le tasse a circa un terzo dei contribuenti facendo risparmiare 55 euro l'anno. Il provvedimento - che passa ora all'esame del Consiglio regionale - riguarda i contribuenti con un reddito compreso tra i 13 mila e i 20 mila euro annui (oltre 288.000 sul totale dei contribuenti liguri, pari a poco più di 900.000). Si tratta quindi di quasi un terzo dei cittadini liguri che pagano l'Ire. (Reportonline)
  • Firenze: un medico di famiglia per gli irregolari Nasce a Firenze il primo ambulatorio per gli immigrati e gli Italiani senza fissa di dimora tramite un accordo tra l'associazione di volontariato Niccolò Stenone e la ASL10. Una squadra di 100 medici e 20 odontoiatri volontari garantirà tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì anche alle persone senza regolare permesso di soggiorno il diritto alle prestazioni essenziali. (L'Unità 17.11.2007)

domenica 18 novembre 2007

Le difficili scelte del finesettimana

Sabato mattina. Finalmente si può dormire un po' di più. Ma ecco che il figlio grande (l'unico che va a scuola il sabato) si alza, si lava cantando e scende le scale sbattendo i piedi. Provo a riaddormentarmi ma dopo cinque minuti sussulto perchè i suoi compagni suonano il campanello. Ho capito: non c'è speranza. Mi alzo e vado a fare colazione in pasticceria.
Il sabato è una calamita che attira tutto quello che non si è riusciti a fare durante la settimana. Se si considerano le aspettative questa giornata dovrebbe essere di 120 ore. Bisogna quindi fare delle scelte. Il frigo è vuoto. Ci sono un paio di bollettini da pagare alla posta. Bisogna andare a comprare le scarpe ai figli, ai quali i piedi crescono a vista d'occhio. C'è anche da fare un certificato all'anagrafe. E poi ci sono le partite dei figli, non si può sempre svicolare. Il sabato e la domenica poi sono gli unici giorni in cui si può cucinare e mangiare qualcosa di decente, che non siano avanzi riscaldati o cibi comprati in gastronomia.
Ma oggi, approfittando che l'adorato marito si offre per fare da solo la spesa settimanale, scelgo la cultura e me ne vado ad una visita guidata a cura degli Amici dei Musei. E' sempre piacevole andare a Palazzo Pitti e ricordarsi che un tempo la Toscana era considerata uno stato ricco e importante ed i Medici una famiglia di successo, imparentata con i regnanti di mezz'Europa. L'oggetto della visita di oggi sono gli affreschi nelle prime quattro stanze del Museo degli Argenti. Affreschi del 1600, opera di Giovanni di San Giovanni, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli (non mi dite che non li conoscete!) che celebrano la grandezza della casata medicea.
Dopo pranzo ci dividiamo. A me tocca la partita del figlio grande, a lui quella del piccolo.
La seconda parte del pomeriggio va via a cucinare. Dopo cena tocca la "serata culturale", cioè il tentativo di strappare i figli dai videogiochi almeno per una sera e convincerli a guardare insieme un film. Dopo un bel po' di discussioni l'unico film che accettano di vedere è Frankenstein junior! Meglio che nulla!
Domenica. Ci sono diverse opzioni possibili, ciascuna con i suoi vantaggi e con i suoi difetti:
a) la "domenica utile": consiste nel fare tutte le cose che non è possibile fare in altri giorni come l'odiosissimo cambio di stagione e faccende varie che mi fanno persino desiderare il lunedì. Certo però di solito sono attività che non sono riuscita ad eliminare e che quindi mi ritrovo fatte. Le donne mi capiranno...
b) la "domenica familiare": a pranzo dai suoceri oppure dai miei genitori. Ogni tanto fa piacere.
c) la "domenica nella natura": una bella escursione a piedi sui monti toscani suggerita dalla mia carissima "lettrice silente" di Lammari, sempre piena di idee in merito. Sono le domeniche che mi ricaricano di ossigeno e di energia (anche se c'è da svegliarsi presto e si torna stanchi). Purtroppo non sempre il tempo lo permette e poi le cose di cui al punto b) rimangono tutte lì da fare.
d) la "domenica di sbraco": la preferita del marito. Fare solo cose rilassanti, prendersi tempo, senza pretese: leggere il giornale, navigare per blog, lasciare commenti qua e là, scaricare e guardarsi un video di Arcoiris. Purtroppo il mio inseparabile senso di colpa non riesce mai a farmi scegliere questo tipo di domenica. Qualcosa me lo ritaglio, certo, ma una domenica di sbraco totale non se parla proprio!

venerdì 16 novembre 2007

Che giornata!

Ore 6:50 Suona l'odiosa sveglia. Il marito scatta subito in piedi ma io ho bisogno di qualche minuto per rendermi conto di dove sono e per stirarmi la schiena. Mi alzo, mi lavo, mi vesto. "Buon giorno, ragazzi! Coraggio! Bisogna andare a scuola!" Colazione, saluti ed esco per prendere il bus delle 7:40. Il viaggio in bus è una delle poche oasi di pace. Mi metto gli auricolari nelle orecchie e mi lascio trasportare. Oggi sono nei mari tropicali con Melville oppure nella Pietroburgo di Dostoevskij oppure nel ghetto di Varsavia. Accidenti, sono già arrivata alla mia fermata!

Ore 8:00 entro in ufficio, accendo il computer, una sbirciatina alla posta personale. Evviva, ci sono un paio di commenti dei miei amici blogger! Un caffè veloce alla macchinetta e affronto le mie scartoffie. Ci sono un sacco di ordini, trasferte e mandati di pagamento da controllare e firmare. Ora di pranzo. Mentre tutti i mei colleghi vanno a mensa, io mi chiudo nel mio ufficio, mangio il mio yogurt e apro Google Reader per leggere i miei 25 blog preferiti. Caspita, quanti nuovi post! Da dove comincio? Ad A come Accakappa o da V come Verrocchio. Beh, peschiamo nel mezzo e cominciamo dalla saggia Giulia. Lascio qualche commento ma presto è l'ora di ricominciare a lavorare.

Ore 16. Corro per prendere il mio bus. Arrivo a casa. "Salve, ragazzi, come va?" Nessuna risposta eppure sono in casa. "Ci siete o nooo!!!" Ecco che arrivano un paio di "Ciao!" scocciati. Mi faccio una bella tazza di tè (con companatico!) e mi informo sulle novità a scuola ("avvisi? note? bei voti? brutti voti? morti? feriti? dispersi?").

Oggi è martedì (oppure giovedì), preparo la borsa, inforco la bici e vado in palestra. Torno alle 19:30 e il maritino mi fa trovare la cena pronta (che tesoro!).

Oggi invece è lunedì (mercoledì o venerdì) e ho un paio di ore libere. Libereeee???? Sì, infatti c'è da caricare la lavatrice, ripiegare e riporre i panni asciutti, risentire tedesco al figlio maggiore, risentire storia al piccolo, stirare qualche camicia, cucinare le verdure, fare l'orlo ad un paio di pantaloni, stendere i panni... meglio di gran lunga la palestra!

Dopo aver cenato e sparecchiato, ecco forse (forse!) un po' di pace. Apro il computer portatile e mi leggo qualche altro post, se ce la faccio ne pubblico uno anch'io oppure guardo i miei programmi preferiti registrati tramite Vcast (Report, Anno Zero, Parla con me). Se non ci fosse la rete!

Ore 23. Gli occhi cominciano a chiudersi. Provo a leggere qualche pagina di un libro ma la mia forte fibra cede. Meno male che domani è sabato!
Buona notte.

martedì 13 novembre 2007

Soldi ben spesi/3

Conoscendo lo stato della libertà e dell'indipendenza dell'informazione in Italia, non meraviglia che il nostro paese sia solo al 35° posto della classifica di Reporter sens frontière preceduto anche dal Costa Rica e dal Ghana.
Il problema è che l'informazione è in mano a chi detiene il potere economico, da un lato i proprietari dei grandi giornali (banche comprese, vedi ultima puntata di Report) e il proprietario di tre reti televisive nazionali su sette e dall'altro (non dimentichiamolo!) i grandi inserzionisti pubblicitari, cioè le multinazionali. Infine la Rai che non si riesce a liberare dai partiti politici. Come può un giornalista, magari precario, sentirsi libero di avanzare critiche al potere?
Sì, poi c'è la rete. La rete, per il momento, è un gran bello spazio di libertà ma purtroppo nel nostro paese è accessibile solo ad una minoranza di persone ed inoltre bisogna prendere con le molle ciò che è pubblicato in rete perchè, proprio grazie alla sua libertà, vi si trovano informazioni sbagliate e fuorvianti.
Ecco allora l'importanza di sostenere, anche economicamente, ogni più piccolo spazio di controinformazione. Ogni voce che possa levarsi fuori dal coro.
Personalmente ho deciso di sostenere:
- Controradio (tessera annuale di sostegno 50 euro), una radio locale che trasmette in Toscana e che è inserita nel circuito di Popolare Network. In realtà non ho tempo di ascoltarla e sinceramente non mi piace la musica che trasmette, ma i GR di Popolare Network e il Microfono aperto serale sono un per me un punto di riferimento importante.
- Altreconomia (abbonamento annuale di base 27 euro, sostenitore 35 euro), di cui ho più volte parlato, rivista edita da una serie di associazioni noprofit, che rappresenta una piccola voce per un'economia diversa da quella liberista.
- Altroconsumo (abbonamento annuale 74 Euro), la rivista storica dell'omonima associazione di consumatori e che offre le note indagini comparative su prodotti, servizi, ecc. ed inoltre, ai propri soci, consulenza in molti campi.

- Arcoiris TV, un grande archivio di video e audio, di interviste, convegni, documentari, grazie al quale riesco a partecipare, anche se in differita, a iniziative della società civile. Arcoiris TV è completamente gratuita ma trovo che sia importante contribuirvi.

sabato 10 novembre 2007

Eccole, eccole, eccole...

Anche Giuliano Marrucci, il simpatico giornalista di Report che si occupa delle Good News, mi ha confessato la sua difficoltà a trovare buone notizie che avvengano in Italia.
Non avevo dubbi. Però oggi sarà che c'è il sole, sarà che mi sono svegliata bene... e allora eccole qua. Piccine, insignificanti, irrilevanti, ininfluenti, ma fa tanto piacere trovarle!

Treviso: E il venerdì il parroco trasformò la chiesa in moschea per gli islamici
(L'Unità, sabato 10 novembre 2007)
E' una chiesa. Ma tutti i venerdì diventa moschea, per favorire l'integrazione religiosa. Accade a Paderno di Ponzano Veneto (Treviso), dove il parroco di Santa Maria Assunta, don Aldo Danieli, ha deciso di riservare alcuni locali della parrocchia alla preghiera e all'incontro degli immigrati musulmani. A Ponzano i nuclei familiari di immigrati stranieri sono 232, circa 650 persone, prevenienti soprattuto dal Nord Africa e dall'Est Europa. "E' inutile parlare tanto di dialogo se poi gli sbattiamo la porta in faccia. Papa Woytila li ha chiamati cari fratelli musulmani - precisa il sacerdote-, come si fa allora a chiudergli la porta? Per me sono tutti figli di Dio". Così, agli immigrati di fede musulmana. Don Aldo, 69 anni, ha spalancato le porte, mettendo loro a disposizione per la preghiera del venerdì l'oratorio della parrocchia, con annessa cucina e palazzetto. "Loro me l'hanno chiesto e io ho detto di sì - precisa il parroco-. Gli oratori del resto rischiano di fare le ragnatele". Una iniziativa avviata due anni fa, che all'inizio ha fatto storcere il naso a più di un parrocchiano con le conseguenti perplessità del vescovo e della Curia. "Il vescovo quando l'ho incontrato non ha avuto il coraggio di dirmi niente. Se me lo avesse proibito, non avrei obbedito".

Più bici in città: arriva un fondo di 15 milioni
(L'Unità, sabato 10 novembre 2007)
Quindici milioni di euro dal Fondo triennale per la mobilità sostenibile e per promuovere l'utilizzo del trasporto ciclistico urbano e l'intermodalità tra bici e mezzi pubblici. A questi stanziamenti va aggiunto il milione e 250 mila euro per finanziare i primi 11 progetti di bike sharing presentati da altrettanti comuni. Sono alcuni degli interventi a favore dell'utilizzo della bicicletta stanziati dal ministero dell'ambiente in occasione della prima Conferenza nazionale della bicicletta. "Possiamo quindi essere più fiduciosi. L'obiettivo di proporre un sistema integrato che incentivi l'utilizzo dei mezzi pubblici, riduca la pressione del trasporto privato e favorisca la mobilità dolce, è più vicino. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è necessario da parte delle istituzioni, locali e nazionali, uno sforzo congiunto per aiutare al bicicletta e, con essa, tutti noi" Percoraro Scanio ha così annunciato che il prossimo impegno sarà di istituire un Servizio Nazionale della Bicicletta presso il Ministero dell'Ambiente, in collaborazione con le istituzioni interessate. Il servizio nazionale dovrà farsi carico dell'elaborazione di un piano della mobilità ciclistica nelle città anche intervenendo sul codice della strada e favorendo servizi come, per esempio, il bike sharing.

Promosso!
(Artemisia's blog)
Vi ricordate Kambale il bambino congolese che sosteniamo a distanza tramite al Reach Italia?
Oggi è arrivata la sua pagella del 2 luglio 2007. Non solo è stato promosso ma ha riportato ben 12 Excellent e 5 Bon. 221 giorni di presenza a scuola su 222. Questo il giudizio:
"Le garcon est corageux en classe, il travaille bien en classe. Il passe dans la classe superieure avec 79 pourcent".
Lo so che di questa notizia non importerà nulla a nessuno, ma io sono contenta.

giovedì 8 novembre 2007

Quando per scrivere ci vuole coraggio

Vedere fare scempio della propria terra in nome del profitto può anche lasciare indifferenti. Ma Roberto Saviano non è rimasto indifferente. Ha preso la penna e ha scritto il suo ormai famoso "Gomorra, Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra". Il "romanzo no fiction", come lo chiama lui, vuole farci capire che la camorra non è una questione solo criminale, ma è soprattutto un fatto imprenditoriale. I boss sono sempre più dei manager che pongono il profitto al di sopra di ogni cosa, al di sopra della loro stessa vita. Inoltre l'autore vuole sfatare il mito che la camorra, come del resto la mafia e le altre organizzazioni di questo tipo, sia solo un problema del sud Italia. L'immensa quantità di soldi che girano in queste attività trovano possibilità di essere investiti nel nord d'Italia, ma anche d'Europa.
Saviano dice che il libro nasce dalla sua volontà rabbiosa di scrivere e di raccontare con lo strumento letterario questo potere. La letteratura come qualcosa che urla e soprattutto che mostra. Dice di essersi ispirato in questo a Don Peppino Diana e al suo documento "per amore del mio popolo non tacerò".
Il romanzo ha avuto uno strepitoso successo, probabilmente inatteso. Tantissime copie vendute, tradotto in molte lingue, numerosi premi vinti.
A chi non lo avesse letto consiglio almeno l'intervista di Fahreneit (22 min.) o il video-articolo sul sistema Camorra (40 min.) pubblicato su Arcoiris.
Domenica sera mentre guardavo la sua intervista a Che tempo che fa mi sono chiesta chi gliel'ha fatto fare a questo ragazzo di 28 anni, un po' timido, dallo sguardo limpido e profondo, che è stato minacciato di morte dai boss del Casalese e ora vive sotto scorta 24 ore al giorno.
Alla domanda di Fazio, Saviano ha risposto che non si è pentito di quello che ha fatto.
Stiamo vicini a questo ragazzo.

martedì 6 novembre 2007

Non mi sento motivata

Ascoltando la presentazione dei progetti europei a cui partecipa il mio ente, ho capito cosa c'è che non va nel mio lavoro. Manca la motivazione e il senso di appartenenza. Delle varie proposte presentate con grande enfasi, la mia struttura partecipa solo ad una e solo tramite un piccolo gruppo distaccato.
Come faccio a sentirmi un tassello, pur piccolo, ma indispensabile di qualcosa che si sta costruendo?
Io penso che la dirigenza dovrebbe coinvolgere di più il personale perdendo, per esempio, quella mezz'ora in più per spiegare all'impiegato amministrativo, quale sono io, cosa serve quell'oggetto che sta ordinando o al tecnico cosa serve quel circuito elettronico che sta montando.
Nella mia struttura locale avverto un appiattimento generale, un "tirare a campare". Non è motivante notare che durante la settimana in cui sono stata assente si sono semplicemente ammucchiate un po' di carte in più sulla scrivania ma alla fine non cambia quasi niente se io ci sono o non ci sono. Per carità, fa piacere andare in ferie senza ansia, ma è anche triste sentirsi solo un passacarte.
Trovo poco sensate cose come il "fare squadra" o la mission o "l'orgoglio aziendale" e altre stupidaggini che cerchiamo di importare dagli USA. D'altro canto però se in TV o sul giornale si parla di qualcosa di cui si è fatto parte, anche solo scaricando un camion o pagando una fattura, fa piacere perchè ci dà l'idea di non aver semplicemente scaldato la scrivania.
Perchè i nostri capi questo non lo capiscono?

domenica 4 novembre 2007

Auguri, babbo!

Quando ero piccola ti adoravo. Mi ricordo che prendevo in giro la mamma perchè questo ti faceva ridere. Poi mi sentivo in colpa ma la tentazione di averti come spettatore era troppo grande. Mi ricordo che cercavo di correre più forte degli amichetti e dei cugini maschi perchè sentivo così di conquistare la tua ammirazione.
Da adolescente, la tua rigidità e la tua ansia mascherata da principi morali mi ha fatto soffrire non poco. Ma se non ho fatto sciocchezze, se non ho ceduto alla tentazione di colpi di testa, è stato grazie ai valori che tu e la mamma mi avete saputo trasmettere.
In questi ultimi anni sto apprezzando la saggezza che hai raggiunto con la vecchiaia. Sono contenta che tu abbia imparato a metterti in discussione, ad ammettere le tue debolezze, ad ammettere che non sempre hai ragione tu.
Vorrei dirti quanto mi fate tenerezza tu e la mamma perchè vi becchettate continuamente ma si capisce che siete sempre più importanti l'uno per l'altra.
Oggi compi settant'anni. Non so come ti senti. Io credo che sia un buon periodo per te. Nonostante gli acciacchi dovuti all'età, credo che tu possa vivere con serena tranquillità la tua nuova condizione di patriarca.
Auguri babbo!

giovedì 1 novembre 2007

Soldi ben spesi /2

Di questo nostro paese bistrattato e disprezzato da tutti, a cominciare dagli stessi Italiani, non si deve mai dimenticare l'enorme patrimonio storico e artistico. Dobbiamo averne consapevolezza e cura. Dobbiamo difenderlo con le unghie e con i denti. A questo scopo sono importanti le associazioni di volontari che si ricollegano alla Federazione Italiana degli Amici dei Musei. Come accennato in un precedente post , sono da anni socia dell'Associazione Amici dei Musei Fiorentini ed è grazie a loro, alle loro visite guidate e alla loro passione, che ho capito fino in fondo il valore e l'unicità della mia città che altrimenti sarebbe una città come tante altre nel mondo.

Luca Della Robbia - Madonna della mela (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 1441-45)

Sabato scorso, tanto per andare sul concreto, ho partecipato alla prima visita guidata per quest'anno sulle sculture dei Della Robbia al Bargello. La dr.ssa Diletta Corsini, studiosa di storia dell'arte, ci ha illustrato, con il suo consueto coinvolgente entusiasmo, il successo di questa famiglia a partire dal Quattrocento, quando il capostipite Luca, che era già affermato scultore, capì che la terracotta invetriata poteva essere il materiale vincente per sculture di grande effetto ma non costose come quelle di marmo.
Scrive Giorgio Vasari: "Luca della Robbiiola scultor fiorentino, il quale s'affaticò ne i marmi lavorando molti anni. Et avendo una maravigliosa pratica nella terra, la quale diligentissimamente lavorava, trovò il modo di invetriare essa terra co 'l fuoco, in una maniera che e' non la potesse offendere né acqua né vento. E riuscitoli tale invenzione, lasciò dopo sé eredi i figliuoli di tal secreto."
Il segreto dei Della Robbia passò da Luca al nipote Andrea e poi ai suoi figli e si diffuse talmente che persino a Maiorca (luogo di origine della maiolica) si sono trovate delle robbiane.

Gli Amici dei Musei fiorentini organizzano anche conferenze, corsi di storia dell'arte, gite e attività didattiche per le scuole. Hanno un'importante funzione di stimolo e sorveglianza sulle scelte delle istituzioni nel campo della manutenzione e salvaguardia del patrimonio storico-artistico della mia città. Inoltre talvolta i volontari degli AMF tengono aperti musei e monumenti che, a causa di carenza del personale, rimarrebbero chiusi.
Per tutto questo penso che i 70 euro all'anno di tessera siano soldi ben spesi.


Virando di 180 gradi sull'argomento, permettetemi l'ennesimo sfogo alla mia frustrazione di madre incompresa. Sabato a pranzo butto là: "Ragazzi, lo sapete che gli Amici dei Musei fanno visite guidate anche per ragazzi la domenica mattina? Che ne dite?"
D:"Figurati se spreco la domenica mattina per gli Amici dei Musei!"
E:"Primo ho la partita, secondo, se anche non ho la partita, non c'ho voglia!"
D:"Non me ne importa nulla!"
E:"Contaci!"

Soldi ben spesi, ma fiato sprecato.

lunedì 29 ottobre 2007

Cinema, che passione!

Uno dei miei primi ricordi legati al cinema risale ai film che ci facevano vedere alle elementari. Oggi tutte le scuole hanno videoregistratori, lettori di DVD, ecc. Ma negli anni 60/70 era un evento quando, da tutte le classi, prendevamo la nostra seggiolina e ci piazzavamo nel corridoio per vedere la proiezione di qualche cartone animato come I tre caballeros della Disney.
Mi ricordo inoltre quando avevo nove anni e la mia nonna (la mitica Nonna Vanda) propose di portarmi al Teatro Comunale a vedere la Cavalleria Rusticana ma, non trovando i biglietti, dovette ripiegare su La carica dei 101.
I miei genitori mi hanno concesso tardi di andare al cinema con i miei amici e così per anni sono stata costretta ad andarci con loro subendo soprattutto le scelte di mio padre che cascavano di solito sui film di Bud Spencer e Terence Hill (a me piaceva soprattutto quest'ultimo, prima che diventasse Don Matteo!).
Quando finalmente ho potuto scegliere da sola cosa andare a vedere, appunto già grandina, la mia preferenza è andata presto ai film impegnati.
In particolare ricordo quanto mi piacquero Tornando a casa con Jane Fonda e John Voigt (1978), che univa il fatto di essere una bella storia di amore, con il tema della guerra del Vietnam, il femminismo, il marito cattivo, ecc. e La scelta di Sophie con Meryl Streep (1982), un film che oggi troverei francamente un po' troppo pesante.
Negli anni Settanta non fui però esente dal fascino di film come Jesus Christ Superstar o La febbre del sabato sera.
Che ci volete fare: anche per i film, come per i libri, non riesco a godermi il puro divertimento e quindi non riesco ad apprezzare i film di fantascienza, quelli con effetti speciali, poco i thriller, mentre detesto i film dell'orrore. Guardo volentieri alcuni film comici se hanno qualcosa che va un po' piu' in là della semplice gag (Benigni e Verdone, tanto per fare due esempi), ma la mia preferenza va sempre ai film che fanno riflettere e mi lasciano qualcosa dentro:
Soldato blu, Piccolo grande uomo, Il cacciatore, Qualcuno volò sul nido del cuculo, L'attimo fuggente, Lanterne rosse.
Se devo a tutti i costi indicare un film preferito, direi: Il laureato di Mike Nichols.