Sono passati otto mesi e siamo di nuovo allo stesso punto. La mia regione, come diverse altre, è zona rossa e non si può uscire di casa.
Ieri, ultimo giorno di negozi aperti mi sono comprata un paio di stivaletti nuovi, anche se mi sono chiesta quando mai avrò modo di indossarli nei prossimi mesi. Ma almeno ho dato un piccolo contributo all'economia.Oggi avevamo in progetto di fare una piccola escursione io, la mia amica camminatrice e mia sorella. E invece niente. Confinamento.
E siccome non so stare ferma, riparto con le pulizie straordinarie della casa a cominciare dalla pulizia dei vetri, delle finestre, delle persiane e dal lavaggio delle tende. Con più stanchezza, con più sfiducia, con più tristezza della scorsa primavera quando pensavo che si trattasse di un'emergenza di un paio di settimane. Adesso so di aver di fronte il lungo inverno e se tanto, mi dà tanto, non vedrò la luce fino alla prossima primavera. Così il mio tempo libero dal lavoro agile, sarà fare la spesa, cucinare, lucidare di nuovo il parquet, sistemare cassetti, armadi, ripostigli.
Per me privilegiata, con lo stipendio garantito e una casa confortevole, sarà un inverno triste, ma non drammatico come invece sarà per chi dovrà affrontare il terribile morbo o per chi si troverà sul lastrico.
Mala tempora currunt.