Settembre tempo di mercatini. Prima che salgano i contagi e si ricominci con le chiusure, tutti i quartieri hanno organizzato una domenica con le "cantine in piazza". I cittadini, non commercianti di professione, possono mettere in vendita la marea di oggetti di cui sono inzeppate le nostre case, le nostre soffitte, i nostri ripostigli, le nostre cantine.
Irresistibile per la mia mamma. Nata in una famiglia di commercianti, ha sempre avuto la passione per "l'affare", la trattativa, la compravendita. Questa attività (che io personalmente detesto sia come compratrice che come venditrice, io regalerei tutto!) le fa salire l'adrenalina e non sentire la stanchezza di una intera giornata all'aperto con sballo di tutti i suoi delicati ritmi fatti di pasti, sonno e pasticche quotidiane.
Le cose che si trovano su questi banchini sono inimmaginabili: giocattoli di tutti i tipi, cocci e coccetti, vestiti e scarpe, vecchi dischi, libri, figurine, arnesi, oggetti strani e curiosi.
Mi ha fatto piacere aiutarla e darle questa possibilità di svago che per lei non ha pari. Purtroppo l'affluenza dei clienti e l'incasso sono stati scarsi, probabilmente per troppi mercatini in contemporanea e quindi dopo aver caricato l'auto di buon mattino, scaricato e allestito il banchino, alla fine abbiamo dovuto ricaricare quasi tutto e il suo garage si è riempito di nuovo. Incasso al netto delle spese di iscrizione: 30 Euro.
Pazienza! Sarà per un'altra volta. Speriamo presto!
PS Opinione personale: e se invece si imparasse a comprare meno, cioè solo quello che effettivamente ci serve?