Interessante ma non entusiasmante il cammino appena concluso: la Via degli Abati, da Broni (PV) a Pontremoli (MS). Il paesaggio appenninico offre bei tratti in boschi solitari con accompagnamento di uno straordinario concerto polifonico di uccellini di tutte le specie. Tuttavia, per noi che frequentiamo queste montagne l'atmosfera non è nuova.
Anche le attrattive storico-religiose sono limitate a Bobbio, con il bel Ponte Gobbo sul Trebbia e il Monastero di San Colombano e all'imponente Castello di Bardi. Il monaco di origine irlandese non ha il fascino che può avere il Poverello di Assisi o San Benedetto, protagonisti dei nostri cammini precendenti.
Ma soprattutto manca da queste parti il calore e la curiosa attenzione della gente che invece è stata una delle cose più belle nei nostri viaggi a piedi tra l'Umbria, il Lazio e l'Abruzzo. Qui al Nord non ti degnano di uno sguardo oppure ti osservano con diffidenza.
Apprezzabile invece (ed è stata la cosa che mi è piaciuta di più) l'ospitalità nelle canoniche, una vera sistemazione da pellegrini, rustica ma accogliente, di cui ringraziamo Don Luigi della Parrocchia di Santa Maria Addolorata di Bardi (grande scalatore di montagne), il simpatico vulcanico Gino, che ci ha aperto l'appartamento della Parrocchia di Sant'Antonino a Borgo Val di Taro nel bel palazzo Molinari, e la loquacissima Michela della canonica di Cervara.
Peccato per i tre giorni di brutto tempo e per le condizioni meteo proibitive che ci hanno fatto addirittura saltare la tappa tra bardi e Borgo Val di Taro.
Al prossimo cammino!