lunedì 18 maggio 2020

Fugace ritorno in ufficio



Oggi sono tornata in ufficio dopo più di due mesi di assenza. Sensazione strana. Da un lato di familiarità, di consuetudine, dall'altro di estraneità. Già il dover attendere che ci aprissero, tutti in coda con mascherina, misurazione della temperatura, gel per sanificare le mani e così via. E poi sarà che ci hanno tartassato abbondantemente con i protocolli, con le precauzioni anticontagio, ma sento l'ansia che sale. Non posso toccare nulla di comune. Se vado in bagno devo pulirmi le mani prima di toccare la maniglia e poi dopo. Se mi va un caffè mi devo mettere i guanti per premere il tasto. E poi l'andito davanti alla macchinetta, di solito affollato di persone in conversazione, appare deserto. D'altra parte non possiamo essere presenti nell'edificio di più di un terzo degli abituali frequentatori. Gli utenti non possono venire nel mio ufficio per chiedere consulenza o per portarmi documenti. Non posso andare dai colleghi della stanza accanto. Alla fine a che serve venire, se non per recuperare dei file dal PC e stampare qualcosa? Meglio tornare al "vecchio" lavoro agile da casa. 
Prendo quindi le mie due piantine, le tisane che avevo lasciato e ci rivediamo tra un paio di settimane nella fase 2.

giovedì 7 maggio 2020

Fuitina dalle mie amate piante

Siamo stati attaccati alle notizie in attesa dell'ordinanza regionale: si può andare o no nelle seconde case? Almeno per lavori di manutenzione? Almeno per un paio di giorni? Niente. Semidelusione: si può andare solo uno alla volta e con rientro in giornata.
Non banale, tenuto conto che la nostra casa dista due ore di autostrada dalla nostra abitazione principale. Tuttavia sono troppo in ansia per le mie amate piante e affronto la sfacchinata.
Sveglia che è ancora buio, partenza alle 6, per fortuna autostrada quasi deserta. Arrivo alle 8 sul posto. La mia vicina è ancora a letto. Apro la casa dove non ho messo piede dal 23 febbriao. Spalanco le finestre per far uscire la puzza di chiuso e di umido. E poi mi tuffo nel mare di graminacee alte quasi quanto me e che soffocano tutte le nostre piante più basse di un metro.
Un lavoro immenso mi aspetta ed ho solo qualche ora a disposizione. Ma subito mi gratifica scoprire che le rose Lady of Shalott hanno fatto degli splendidi fiori.

Indosso maschera e occhiali quasi fossi un'infermiera in un reparto Covid, ma per fortuna è solo per evitare attacchi di allergia e comincio a strappare spighe ed erbe di tutti i tipi. Lavoro sodo fino alle sei del pomeriggio interrompendomi solo per un paio di caffé dalla vicina (con il dovuto distanziamento sociale) e per un veloce panino.
Ma alla fine sono soddisfatta: ho fatto tutte le emergenze, ho scattato tante foto e sono persino riuscita a fare lo spaventapasseri a protezione delle ciliegie ancora verdi.
Che fatica anche il ritorno in autostrada! Una vera corsa contro il tempo. Tuttavia ora sono più tranquilla perché ho liberato le mie verdi creature che spero di rivedere presto.

sabato 2 maggio 2020

Voce del verbo "sclerare"

"Dai, non è male la quarantena!" si diceva due mesi fa. E giù foto di sedute alla cyclette, stasera si fa la pizza fatta in casa, oh finalmente ho trovato il tempo di mettere in ordine i libri, quasi quasi riprendo a scrivere sul vecchio blog, una volta tanto ho fatto il cambio di stagione senza stressarmi, oh finalmente posso dare un'imbiancata alla camera, che carine le riunioni di lavoro in remoto, quasi quasi provo a fare la Sacher Torte, stasera c'è il flash mob si canta dalle finestre.
Distanti ma uniti, va bene. Nessuna nostalgia per i bagni di folla, per le cene ai ristoranti o per qualsiasi occasione sociale. Io desidero solo andare nella mia casa in campagna a curare le mie piante, che ho comprato o fatto nascere da seme, ho piantato, ho coccolato con amore fino a febbraio e che ora sono abbandonate da quasi due mesi. Perché non posso godermi la fioritura del mio glicine? Perché non posso fare come Boccaccio e stare in quarantena là?
Mi guarderei bene dall'andare in giro per la zona a spargere il contagio (improbabile visto che sono reclusa da 54 giorni, con l'eccezione della spesa settimanale). Non capisco perché debba essere accumunata agli sciagurati che a marzo sono andati ad infettare la Versilia. Non mi interessa la "passeggiata" che il presidente della mia Regione mi concede. Non mi interessa andare ad affollare le spiagge. Quindi non capisco perché non possa andare a curare le mie piante e anche la mia seconda casa.
Ho lavorato sempre da casa, ho lustrato la mia residenza principale. Ora voglio andare a rifugiarmi in campagna! Datemi fiducia!
Altrimenti.... per dirla da giovane ..... SCLERO!