"Dai, non è male la quarantena!" si diceva due mesi fa. E giù foto di sedute alla cyclette, stasera si fa la pizza fatta in casa, oh finalmente ho trovato il tempo di mettere in ordine i libri, quasi quasi riprendo a scrivere sul vecchio blog, una volta tanto ho fatto il cambio di stagione senza stressarmi, oh finalmente posso dare un'imbiancata alla camera, che carine le riunioni di lavoro in remoto, quasi quasi provo a fare la Sacher Torte, stasera c'è il flash mob si canta dalle finestre.
Distanti ma uniti, va bene. Nessuna nostalgia per i bagni di folla, per le cene ai ristoranti o per qualsiasi occasione sociale. Io desidero solo andare nella mia casa in campagna a curare le mie piante, che ho comprato o fatto nascere da seme, ho piantato, ho coccolato con amore fino a febbraio e che ora sono abbandonate da quasi due mesi. Perché non posso godermi la fioritura del mio glicine? Perché non posso fare come Boccaccio e stare in quarantena là?
Mi guarderei bene dall'andare in giro per la zona a spargere il contagio (improbabile visto che sono reclusa da 54 giorni, con l'eccezione della spesa settimanale). Non capisco perché debba essere accumunata agli sciagurati che a marzo sono andati ad infettare la Versilia. Non mi interessa la "passeggiata" che il presidente della mia Regione mi concede. Non mi interessa andare ad affollare le spiagge. Quindi non capisco perché non possa andare a curare le mie piante e anche la mia seconda casa.
Ho lavorato sempre da casa, ho lustrato la mia residenza principale. Ora voglio andare a rifugiarmi in campagna! Datemi fiducia!
Altrimenti.... per dirla da giovane ..... SCLERO!
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