Sono almeno due settimane che compongo nella mente questo post senza riuscire a trovare un po' di concentrazione per scriverlo. In realtà non riesco nemmeno tanto a trovare le parole per descrivere il sentimento di questi giorni che potrei sintetizzare come "malinconia di fine estate". Non è certo una sensazione inedita. Sono già alcuni anni che mi prende, insieme al magone, alla fine delle ferie, e non so perché, sempre più forte di anno in anno. Una impressione di cose al tramonto, di occasione finita, di paura che non si ripeta più o comunque non con la stessa serenità. Deve essere proprio colpa della vecchiaia.
Quest'anno la malinconia mi è cominciata addirittura alla vigilia di Ferragosto, ma ancora di più in quell'ultima domenica di agosto, il giorno dopo un bel temporale, quando ho visto la mia città irrorata da una luce settembrina, limpida e dorata.
La stessa luce che ritrovo oggi qui in Lunigiana, in questa domenica assolata ma gradevole, una domenica in cui regna la pace che mi fa amare tanto la mia casa di campagna. Un momento dell'anno bellissimo, in cui tra i colori domina l'ocra, in cui si raccolgono fichi dolcissimi, noci e mandorle, in cui le mele rotelle si colorano di rosso e l'erba della Pampas ti regala lo spettacolo dei suoi fiori.
Un periodo di una bellezza struggente. Lo so tornerà tutto questo tra un anno, così come tornerà la primavera con i suoi fiori e le sue graminacee e l'estate con le lunghe giornate e le grigliate in terrazza. Ma chissà se sarà lo stesso.