Tardo pomeriggio del 5 marzo. Esco dal presidio sanitario dopo la prima dose di Astrazeneca. Un po' di emozione dopo tutti questi mesi di aspettative e di false notizie, soprattutto su questo tipo di vaccino. Una lieve apprensione per gli effetti collaterali. Prendo la tachipirina preventiva o non la prendo? Mi verrà la febbre stanotte? Mi faccio una cena leggera e vado a letto. Mi dà l'idea che il mio corpo si possa così concentrare meglio su questa sostanza che mi hanno iniettato.
Sempre tardo pomeriggio ma di una calda giornata di fine maggio. Stesso posto, stesso dottore simpatico, un giovane dai capelli rossi che mi dice che oggi ha dovuto penare perché ha lavorato da solo e il computer si bloccava sempre. Esco e mi godo la stessa splendida vista sulla mia città. Ma il cielo è azzurro e io sono fiduciosa che il peggio, per questo virus maledetto, sia passato.
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