E così oggi sei partito per oltreoceano. Per il "paese delle opportunità", con la tua valigia, il tuo bagaglio di ansie ma anche di curiosità. E noi rimaniamo qua e chissà quando ti rivedremo.
Si mette al mondo un figlio, si alleva meglio che si può, si ama, si cura, si accudisce, si fa istruire, ci si investe tempo, soldi, energie, se ne fa una bella persona e poi questo figlio vola via lontano. Qualcun altro godrà della sua compagnia, della sua profondità di pensiero, della sua intelligenza. Ma è giusto così. I figli non sono "nostri". Sono piantine che annaffiamo e concimiamo ma, al contrario delle piante, hanno gambe e se ne vanno per il mondo.
Buona fortuna, figlio mio!
So che ti farai valere! 💗
Sette anni fa il 'piccolo' di casa partì per Barcellona. Contratto di due anni. Poi, dopo tre anni a Barcellona, contratto a Parigi. Un anno fa sposato con una ragazza parigina (però conosciuta a Barcellona dove erano a lavorare tutti e due). Da giugno vivono e lavorano entrambi in Provenza.
RispondiEliminaRicordo come oggi il giorno in cui lo portavamo in aeroporto perché spiccasse il volo (in tutti i sensi).
È proprio il compito dei genitori: dare ali ai figli e insegnargli a volare. Poi lasciare che volino verso il loro cielo.
Grazie, Julo, del tuo racconto e della tua vicinanza! Barcellona, Parigi, Provenza... magari! Molto più raggiungibili del North Carolina!
EliminaGrazie anche si seguirmi sempre! :-*
E' bello che un figlio prenda il volo (in questo caso letteralmente), ma quanto deve essere doloroso...
RispondiEliminaE' bello vedere i figli prendere il volo (in questo caso nel senso letterale del termine, ma quanto doloroso per la mamma, per il padre. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie, Emilia! E scusa il ritardo ma il tuo commento l'ho scoperto ora in attesa di validazione. Un abbraccio anche a te
EliminaPS il figlio si sta trovando benone in USA....