mercoledì 13 novembre 2013

Chi sta in fila e chi si defila

Quando sono stanca e ho voglia di vedere qualcosa di poco impegnativo, mi godo una puntata del magazine storico "Italia in 4d" (dove il "d" sta per decennio) sempre offerte dall'insuperabile Rai Storia. Si tratta di affreschi della vita quotidiana e della società italiana dagli anni Cinquanta agli Ottanta incentrati su vari temi (economia, costumi sessuali, giustizia, edilizia, motorizzazione, calcio, ecc.). Brani di inchieste di quegli anni e interviste divertenti che talvolta mi riportano alla mente cose che facevano parte della mia vita di quando ero fanciulla.
Una puntata carina che ho visto di recente si intitolava "Chi sta in fila e chi si defila - Fisco e burocrazia dagli anni '50 agli anni '80" (rivedibile su YouTube), un viaggio in quattro decenni tra la burocrazia e il fisco.
"Noi apparteniamo alla burocrazia" diceva Giulio Macchi nel suo reportage La cortina di vetro del 1959.  "Possiamo venire al mondo pieni di fiato e di vigore ma, finché l'accidente non viene registrato, è come se non fossimo neanche nati. Poi per tutto il corso della nostra esistenza non potremmo andare a scuola, innamorarci e formare una famiglia, trovare un lavoro, esercitare una professione, guidare un'automobile, farci ricoverare all'ospedale, ricevere una pensione se non attraverso un cumulo di certificati, documenti, fotografie formato tessera, esami, pratiche che talvolta si trascinano per anni accompagnandoci nel nostro fatale declino verso la tomba. E quando finalmente avremmo tirato l'ultimo respiro, se un pubblico ufficiale non provvederà a descrivere nel registro degli atti di morte, noi ufficialmente continueremo a campare in eterno con il nostro bagaglio di diritti e di doveri, splendida conquista della civiltà."
In effetti sono decenni che gli Italiani si mettono in fila, per riscuotere o per pagare o per far valere un qualche diritto, anzi, qualche decennio fa i nostri genitori passavano molto più tempo di noi in fila in un ufficio pubblico. Uno storico intervistato spiega infatti che la macchina dello Stato degli anni Cinquanta era sostanzialmente quella consegnata dal regime fascista, periodo nel quale il partito si era sovrapposto allo Stato, ed era perciò una macchina complessa farraginosa, lentissima e inefficiente.
Per fortuna non devo stare dietro ad uno sportello pubblico (quello che Macchi chiama la cortina di vetro), però anch'io nel mio lavoro mi sorbisco continuamente le lamentele che toccano ai burocrati ("antichi sacerdoti depositari della mistica del modulo"). Meno male che anche nel documentario si sottolinea come l'impiegato sia "un povero diavolo come noi o peggio di noi anche se gli tocca il ruolo del rappresentante di un potere astratto, oscuro, incombente che si chiama burocrazia."
Burocrazia (dal francese bureau, che vuol dire ufficio, e dal greco kratos, potere) è una parola nata male e cresciuta peggio: per molti significa il potere soverchiante dei pubblici uffici, la pesantezza, la complicazione delle formule dei regolamenti e dei meccanismi che regolano uno stato moderno. Come mi suona familiare tutto ciò!
Nel resto della puntata parla si parla di fisco, di evasori, della legge Vanoni, dell'introduzione della denuncia dei redditi e dello scontrino fiscale. Divertente, nella sua attualità, l'intervista al conte Goffredo Manfredi, costruttore,  che aveva denunciato 50.000.000 di lire mentre il fisco gliene contestò 500.000.000 e che aveva proprio lui costruito il palazzo dell'ufficio esattoriale di Roma: "Io che sono additato come l'uomo più ricco d'Italia, e quindi non posso sentire della simpatia per le tasse, sono costretto a vivere in questo palazzetto settecentesco [per l'epoca si vede che la cosa era dispregiativa, N.d.A.] di fronte a quel meraviglioso complesso edilizio destinato ad esattoria comunale di Roma, che io stesso ho costruito e che è considerato uno dei più moderni e funzionali d'Europa."  Ed eccolo qua il meraviglioso complesso edilizio:

1 commento:

  1. Scrivimi a questo indirizzo visto che anche io non trovo più il tuo :-)
    emider47@gmail.com

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