Ieri sera assemblea pubblica del comitato mammenoinceneritore, un giovane gruppo di mamme che, preoccupate per l'impatto ambientale di questo impianto su una zona già molto compromessa, cerca di fermarne la realizzazione, che pare essere imminente. Mi consulto con la mia amica R., con la quale spesso ci sfoghiamo a vicenda il nostro "scoglionamento civile": "Che si fa? Sono stanca, ma andiamo. Su, non possiamo rassegnarci all'andazzo generale."
Sala strapiena. Caldo. Zanzare. Si inizia con un servizio di Scala Mercalli dove si vede quanto sono bravi a Treviso a fare la raccolta differenziata porta a porta. Si passa poi ai cosiddetti "esperti": un rappresentante di Rifiuti Zero (intervento di buon senso), un medico che mostra delle brutte e illeggibili slide citando vagamente studi su tumori e malformazioni, un altro medico che invece si limita a illustrarci la sua posizione di contrarietà "a questa follia" e infine un avvocato che al solito la prende larga senza spiegare con chiarezza a che punto siamo con l'inizio dei lavori.
Alle 23 passate tocca ai "politici": passerella di candidati alle imminenti elezioni regionali, tutti, guarda caso, contrari all'inceneritore. La leghista sbandiera la sua recente leucemia. Il rappresentante di Fratelli d'Italia sottolinea come dietro l'operazione ci siano le cooperative rosse. L'esponente di "Popolo Toscano" dichiara che loro sono contrari all'inceneritore ma appoggiano Rossi (che invece è favorevole). L'unica rappresentante del PD (di area civatiana) si prende gli insulti dalla sala dichiarando che "il suo partito è a favore ma lei personalmente è contraria". Ce ne andiamo al momento degli interventi dal pubblico nei quali faccio in tempo a sentire che si continua a parlare di tumori.
Ora, io sono contraria alla realizzazione dell'inceneritore, non tanto per il timore delle emissioni (credo che con le nuove tecnologie queste siano paragonabili alla fila di auto che tutte le mattine è ferma in coda sull'autostrada accanto al mio ufficio, senza contare gli aerei che atterreranno nella pista che vogliono realizzare sempre lì!), quanto perché la ritengo una non-soluzione del problema rifiuti che serve solo a qualcuno per fare soldi. I rifiuti prodotti in Toscana non arrivano, a detta di tutti, alla quantità per la quale l'impianto viene realizzato. Una volta costruito questo avrà bisogno di essere alimentato (e soprattutto gli investitori pubblici/privati ci vorranno riprendere i soldi). Quindi ci scorderemo ogni impegno a ridurre i rifiuti (primo obiettivo che come società dovremmo avere) e ogni incentivo verso la raccolta differenziata.
Detto questo, ad essere sincera, dopo una serata come questa dove si tocca con mano lo scarso livello generale di serietà e di razionalità, la superficialità e l'emotività con la quale si affronta questo tema (come tanti altri), sinceramente verrebbe quasi voglia di essere a favore di questo camino che sorgerà davanti alla finestra del mio ufficio.
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