Ore 4:45 suona la sveglia. Veloci preparativi e alle 5:20 siamo già in macchina alla volta di Prato, Vaiano, Cantagallo. Arriviamo al paese alle 6:30 ed è ancora buio. Qualche incertezza nel trovare l'attacco del sentiero CAI 36-38 anche perché, al buio, i segnali bianco-rossi non si vedono. Non ci ricordavamo che bisogna attraversare il Centro Visite della Riserva Acquerino-Cantagallo perché i sentieri cominciano al di sotto di esso.
Ci incamminiamo passando un ponte sul torrente mentre sentiamo lontano un bramito. Saliamo vedendo a stento dove mettiamo i piedi mentre sono già quasi le sette e il cielo sopra le montagne sta già schiarendo. Non si sentono più bramiti ma molti uccelli dai versi più svariati. Maestosi e bellissimi castagni, dal tronco enorme e muschioso e le foglie multicolori, ci accompagnano nella nostra salita.
Mio figlio avvista quattro cerve che silenziose scappano prima che io riesca a riprenderle con la telecamera. Di nuovo un bramito, ma molto lontano.
Dopo circa 45 minuti arriviamo alla radura del bivacco di Cerliano e un raggio di sole appena spuntato sopra la catena dei monti ci regala uno scenario bellissimo.
Il bivacco è deserto ed è esattamente come sette anni fa. La radura è in gran parte arata dai cinghiali. Le cerve, che speravamo di sorprendere a pascolare, non ci sono. Però l'atmosfera è davvero magica. Non c'è traccia di essere umano tranne (purtroppo) alcuni colpi di fucile lontani. Sono solo le otto ed il cielo, a parte una striscia sopra le montagne, è coperto. Camminiamo ancora un po' sopra il tappeto di ricci dei castagni e poi torniamo sui nostri passi. Sul sentiero di ritorno mio figlio avvista ancora tre cerve che stanno abbeverandosi. Speravamo di incontrarne di più, però quest'alba è stata davvero un momento speciale.