domenica 1 novembre 2015

La terrazza dei partigiani e il ricordo dei nostri morti


Domenica mattina. Tempo discreto. Decido di fare un giro in bicicletta fino al Cimitero di Soffiano, cosa che mi ero ripromessa di fare da quando ho letto questo piccolo libretto sui numerosi partigiani fiorentini che sono sepolti là: dall'amato comandante "Potente", al coraggioso Bruno Fanciullacci, a Tina Lorenzoni ed altri.
Periodo questo in cui i cimiteri vanno per la maggiore. Come a Natale va mangiato il panettone, a Pasqua la colomba, a Capodanno va stappato lo spumante, così il 2 novembre (e dintorni) vanno portati i fiori ai morti. Così oggi, il cimitero fa orario continuato ed è affollato come non mai durante l'anno, persino da famiglie con i bambini che giocano a nascondino intorno alla tomba del nonno o della nonna. 
Mi chiedo se ha senso tutto ciò quando per il resto dell'anno ci si dimentica dei nostri morti, "perché la vita continua" eccetera eccetera. Sono sempre stata allergica alle tradizioni e penso anche che i morti andrebbero commemorati nel nostro intimo. 
Ciò nonostante, mi sembra che sia un dovere civico ricordare chi è morto una settantina di anni fa, combattendo per la liberazione o colpito da un franco tiratore o saltato su una mina, e per questo ho pubblicato questo album con le lapidi dei caduti sepolti in questo grande cimitero di Firenze.
Per quanto riguarda la corrispondenza di amorosi sensi, penso che essa sia espressa meglio nella bella poesia che ha pubblicato Marina, che ringrazio.

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