Oggi mio figlio maggiore è stato premiato dal Rettore dell'Università di Firenze come miglior laureato per la Scuola di Scienze Umanistiche anno accademico 2015-2016 (cioè massimo dei voti nel minor tempo possibile). Come non esserne orgogliosa? Anche se in realtà io non ho grandi meriti se non quello di averlo mantenuto economicamente e magari di averlo fatto crescere in un ambiente sereno dove potesse sviluppare le sue potenzialità.
La cerimonia complessivamente è durata un paio di ore perché venivano consegnati vari riconoscimenti soprattutto a docenti che andavano in pensione. E giù tutto un profluvio di baci, abbracci e sorrisi tra questi attempati professori. Un simpatico neo-emerito ha salutato i suoi ex colleghi dicendo loro: "Ci vediamo la prossima volta... sulle nuvole!"
Devo dire che mi è sembrato un evento un po' barocco e autoreferenziale, dai rappresentanti togati, all'apertura con l'inno dell'Ateneo (scopro solo ora, dopo che lavoro da più di trent'anni nei suoi locali, che l'ateneo ha anche un inno) agli interventi straripanti di "orgoglio accademico", come quello (pur bello) di Sergio Givone. Ma d'altra parte come ha esordito il rettore: "Non bisogna avere paura di pronunciare la parola orgoglio."
Cribbiolino , ma allora è proprio bravo quel bel figliolo , in quanto ai meriti ...complimenti a tutta la famiglia .
RispondiEliminaa.
Eh si, proprio bravo!
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