lunedì 25 giugno 2018

Primo giorno di lavoro


Una mattina di inizio marzo del 1982 salivo la collina di Arcetri per prendere servizio come Assistente Amministrativo con contratto a novanta giorni. Avevo diciannove anni ed era il mio primo giorno di lavoro. Non ricordo il mio stato d'animo ma sicuramente ero emozionata e soprattutto molto tesa perché volevo fare bella figura e farmi apprezzare per avere buone possibilità nei concorsi futuri.

Stamattina, dopo trentasei anni e più di 1800 settimane di lavoro (dati sull'estratto conto INPS), il pensiero torna a quel giorno mentre faccio colazione con mio figlio venticinquenne che oggi va al suo primo giorno di lavoro per un contratto stagionale presso una catena della grande distribuzione.

I sociologi e giuslavoristi ci potrebbero scrivere un libro sul confronto tra il mondo del lavoro nel 1982 e quello di oggi. I sentimenti personali sono gli stessi, anche se le prospettive putroppo no. Tuttavia sono certa che si farà apprezzare.
Buon lavoro, ragazzo mio!
E buona fortuna!

domenica 24 giugno 2018

Quando è il tuo corpo che ti ferma. Diario del nostro podere. Undicesima (breve) puntata.

Un nuovo acquisto per l'ingresso sul retro

22-24 giugno 2018
Era da tanto che non mi prendevo un'infreddatura così. D'estate poi, non ho proprio ricordanza. Tosse stizzosa fastidiosissima, raffreddore, bruciore in gola, mancanza di appetito, pressione bassa e spossatezza. Venerdì pomeriggio parto in questo stato per la campagna.
E così questa volta è stato il mio corpo a mettere i freni alla mia iperattività e ho dovuto davvero abbassare le pretese. Certo, il minimo l'ho dovuto fare: la spesa, cucinare, ho aspirato anche un po' di polvere e ragnatele dal piano superiore. Ma niente lavori agricoli!
Ripartiamo al solito nel primo pomeriggio di domenica dopo aver fatto un gran raccolto di iperico e salvia da essiccare per tisane invernali (e non). Non a caso l'iperico è chiamata anche "Erba di San Giovanni"!

domenica 17 giugno 2018

E se non c'è niente da fare.... Diario del nostro podere. Decima puntata

la nostra catalpa in fiore

15 giugno 2018
In viaggio di venerdì mattina verso la Lunigiana, facciamo mente locale sui lavori da fare al podere. R ha sicuramente da tagliare ancora l'erba anche se è rimasta solo qualche zona marginale. 
Ma poi? Semplice! Se non ci sono altre cose da fare, forse sarà la volta buona che ci godiamo la nostra casa in campagna "sbracandoci". Non male l'idea!
In ogni caso per oggi, tra scaricare la macchina, aprire la casa, l'acqua e il gas, accendere il frigo e la caldaia, fare il giro perlustrativo e pranzare velocemente, troviamo il tempo per rilassarci un po' in terrazza (all'ombra però, il clima non permette più bagni di sole).
Sono in fiore la catalpa e i melograni. Qualche piccolo fiore lo ha fatto anche il tiglio anche se si è specializzato in frondosissimi polloni.
Dopo il caffè di saluto alla vicina, decidiamo di fare una camminata fino al passo del Cucco e ritorno (un'ora e cinquanta minuti); percorso su strada provinciale poco trafficata ed abbastanza ombrosa nel tardo pomeriggio. Rimane il tempo di preparare la cena, consumarla e bersi una tisana guardando le stelle (per quello che consente il super faro che purtroppo illumina a giorno la nostra terrazza dalla strada provinciale). Il farone non ci impedisce però lo stupore delle prime lucciole dell'estate!

16 giugno 2018
R attacca il suo lavoro con il tagliaerba, mentre io raccolgo le ciliegie maturate sugli ultimi due alberi. Si tratta di una varietà più tardiva che fa frutti piuttosto grossi ma non troppo scuri, comunque molto saporiti, forse troppo, visto che, nonostante il nostro spaventapasseri, gli uccelli le hanno già beccate provocando la marcescenza di molte di loro. Mannaggia! Ne ricavo un cestino di cui poche sane.
Scendo in pianura dal nostro vivaista per comprare una piantina di timo e una di menta e scopro che da tempo aveva in serbo per noi due piante che avevamo ordinato ma che si era dimenticato di portarci: un alloro e un ibisco a forma di alberello. Vorremmo prenderle ma adesso comincia l'emergenza siccità e forse stanno meglio posteggiate da lui che ha l'impianto di irrigazione.
Quest'anno lo dicono tutti: il raccolto di frutta è scarso. Pare che la colpa sia della gelata di febbraio che ha sorpreso molte piante già in fiore. Infatti gli unici alberi da frutti che sono stracarichi sono i meli che fioriscono più tardi. Le meline sono a gruppi di tre e anche cinque e allora, come ho letto su Internet, mi accingo a diradarle cioè a farne cadere alcune in modo che quelle rimaste abbiano più spazio e più nutrimento per crescere. Mi piange un po' il cuore sacrificarne alcune ma sono veramente pressate nei loro mazzetti.
Si fa così ora di cena e poi finalmente mi godo un film, cosa che non mi riesce mai di fare in città.

17 giugno 2018
Mentre R dà una passata di verderame agli alberi (che hanno ancora tracce di ruggine), io do un po' di acqua a tutte, operazione che porta via un sacco di tempo visto che il nostro podere è in ripida salita. Su e giù con secchio e annaffiatoio si fa una bella sudata anche di mattina (non proprio di prima mattina a dire il vero). Ma perché non abbiamo ereditato un podere in Pianura Padana?
Poi raccolgo i fiori di lavanda, bellissimi e profumati, in tre bei mazzetti che metterò a seccare mentre R raccoglie quelli di elicriso per ulteriori tisane.

Non mi rimane che ripulire il giardino pensile dai tralci invadenti del glicine e si fa ora di partire.
Puff! Ma come? Non si era detto che non c'era nulla da fare?

lunedì 4 giugno 2018

Primo raccolto ed emergenza ruggine. Diario del nostro podere. Nona puntata.


1 giugno

All'arrivo veniamo accolti da un bel fiore giallo di uno dei nostri Iperici (quello del giardino pensile) e, con grande sorpresa, da un gruppo di splendidi gigli bianchi nati spontaneamente. Ci rendiamo conto che la pianta che li ha prodotti l'abbiamo sempre estirpata pensandola una comune infestante.
Saliamo subito i pianelli e constatiamo con gioia che almeno due alberi su cinque hanno ciliegie mature pronte per essere colte. Si tratta dei due alberi più piccoli ma comunque siamo contenti che siano scampati agli uccelli.
Le nostre amate piante stanno abbastanza bene, anche se qualcuna mostra un po' di sofferenza per la mancanza d'acqua e purtroppo diverse, tra i quali due albicocchi, hanno la “ruggine” sulla parte inferiore delle foglie. Trovo in rete che si tratta di miceti e che comunque il verde-rame sembra uno dei rimedi consigliati.
Il primo raccolto di questo mese: un mezzo bicchiere di deliziose fragoline di bosco che l'anno scorso furono falciate dal tagliaerba prezzolato.

2 giugno

Munito di diversi rocchetti e fili, Roberto attacca a tagliare l'erba. Subito giunge alla conclusione che l'uso del rocchetto è sconsigliato con questa erba tenace ed alta e passa all'uso del doppio filo. Grazie alla scorta di quest'ultimo riuscirà questo finesettimana a finire praticamente il lavoro, con grande soddisfazione sia dell'occhio che della mia allergia ma anche, immaginiamo, delle piante liberate dalle erbe concorrenti.
Io invece mi dedico a ripulire il tetto della casetta dalle infestanti e dai residui aghi del pino abbattuto l'ottobre scorso. Poi ripulisco il settore delle fragoline e felci dalle altre erbe infestanti.
Nel pomeriggio però mi prendo la libertà di fare il solito anello di due ore a piedi. La temperatura è infatti ideale: sole ma non troppo caldo.
La sera ci godiamo la cena in terrazza sul nostro nuovo tavolino tondo col piano di vetro, nella pace della campagna, tra lo stormir di fronde e il cinguettio degli uccelli, lontani dalle amarezze dell'attualità.

3 giugno

Approfitto della giornata di pieno sole per mettere in terrazza tutti i materassi e i cuscini del salotto. Faticoso, ma penso al lungo inverno nel quale hanno presso umido e freddo e spero così di eliminare in modo naturale un po' acari.
Poi mi accingo alla raccolta delle ciliegie decisa a non lasciarne neanche una sui due alberi pronti. Il raccolto è molto più modesto di quello dello scorso anno: due chili scarsi. Tuttavia sono buonissime.

4 giugno
 
Prima di partire irroro diverse piante con il verde-rame ma purtroppo arriva un temporale che lava un po' il prodotto appena distribuito. Speriamo bene.