Sono cresciuta nella periferia di una grande città. Per me la natura corrispondeva ai giardinetti circondati da palazzi nei quali mi portavano a giocare dopo la scuola. E' grazie a mio marito, conosciuto verso i trent'anni, che ho imparato da apprezzare la natura ed in particolare la montagna. Questa passione è cresciuta sempre di più con gli anni. Nel 1992 partecipammo ad un corso di introduzione alla montagna organizzato dal CAI. La nostra intenzione era di proseguire l'anno seguente con il corso di roccia, ma ciò non è stato possibile perchè è nato il nostro primo figlio (altre soddisfazioni: vedi post "Mamma frustrata"). Abbiamo continuato a camminare un po' durante le vacanze estive, cercando di coinvolgere i nostri figli in questa passione ma abbiamo trovato molte resistenze. Forse non siamo stati abbastanza bravi e le nostre gite estive sono sempre state accompagnate da frasi del tipo: "Quanto manca?" "Quando si arriva?" "Quanto c'è da salire?" "Quando si mangiano i panini?" ecc.
Due o tre anni fa abbiamo scoperto l'associazione La Boscaglia che organizza viaggi ed escursioni basate sul camminare lento (la definizione di lento e' abbastanza relativa). Lo spirito di questi viaggi ci è piaciuto molto: un turismo responsabile che cerca di avvicinarsi ai luoghi senza aggredirli, di non inquinare, di utilizzare strutture rispettose dell'ambiente, ecc. Certo dobbiamo dire che talvolta le guide ed anche i partecipanti hanno delle aspirazioni un po' troppo new age per i nostri gusti. Diciamolo: la camminata meditativa, a piedi nudi, ad occhi chiusi, ecc. non ci convincono troppo.
In ogni caso, camminare nella natura (ma anche, perchè no, andare in bicicletta) anche solo un paio d'ore rubate un sabato mattina vicino a casa, mi scarica, mi riconcilia con il mondo, mi rigenera il corpo e lo spirito.
Non riuscirò mai a capire chi passa il suo tempo libero nei centri commerciali...
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