Oggi voglio toccare un tema scomodo: il mio rapporto con la morte. Non credendo nell'aldilà, per me morire è tornare esattamente dove ero prima di nascere. Su questo non ci sarebbe nulla di terribile ma quello che mi angoscia non è la morte ma il tempo che passa, passa sempre più veloce come granelli di sabbia che scorrono in una clessidra. L'immagine non è mia, l'ho letta recentemente nel romanzo Il Gattopardo.
Il pensiero della vita e della morte mi dà un senso di vertigine perchè vedo che la mia esistenza, per me così importante, sarà come un soffio nella storia dell'umanità, non parliamo poi nella storia di questo pianeta e ancor più nella storia dell'universo. Provo quindi una sensazione di vertigine ma il pensarci mi è utile per ridimensionare tante cose futili per le quali mi arrabbio o mi preoccupo o me la prendo. Talvolta provo ad immaginare quante persone sono passate sulla terra nei vari secoli dell'umanità. Pensare che per ognuno di loro, la loro vita era il centro del mondo, come lo è per me!
La morte da giovani è una cosa lontana, roba di altri. Da qualche anno invece mi scopro a pensarci più spesso. Mi trovo ad ipotizzare che il giorno che sto vivendo potrebbe essere l'ultimo oppure, con un po' di fortuna, potrei essere più o meno a metà del cammino. Buttando giù queste riflessioni mi è venuto in mente che, comunque vada, almeno per un po' sopravviverò in questi pensieri che ho deciso di pubblicare ...
Una delle persone che ho intervistato per il mio studio sulle esprienze premorte mi ha detto una cosa, secondo me, semplice ed allo stesso tempo molto profonda... Prima di nascere, in una forma diversa esistevo già, quando sarò morto esisterò comunque in una forma differente... come una goccia d'acqua che cade nel mare... si può forse dire che la goccia d'acqua non esista più?
RispondiEliminaSecondo me, ma è la mia opiniopne per quello che vale, la goccia d'acqua durante ogni istante della sua esistenza non ha mai smesso di essere acqua, non smetterà di essere acqua neppure quando sarà parte del mare... o quando per via del sole diverrà vapore e poi di nuovo pioggia.
Muterà forma, ma la sua essenza rimarrà sempre la stessa... cambierà la sua forma ma continuerà comunque ad esistere.
Ti leggo sempre con affetto
Davide
Io ho invece cominciato a riflettere sulla morte già da adolescente, quando, in teoria, avrei dovuto sentirmi immortale. Nelle mie riflessioni di oggi non c'è un sostanziale cambiamento. Naturalmente penso di più alle persone che lascerò (mia figlia, mio nipote). Vorrei poter continuare ad aiutarli e a proteggerli.
RispondiEliminaQuesto rende più pesante morire, credo.
ciao marina
cara Artemisia, grazie di avermi fatto rileggere il mio commento. Il sentimento di protezione non è scomparso ma, nel dolore grande che mi occupa, solo affievolito. Pensavo di andarmene assieme ad Ugo:chissà perché ci facciamo queste idee romantiche ed irrealistiche. Ognuno nasce solo e muore solo.
RispondiEliminati abbraccio, grata anche per una frase che mi hai detto nel nostro incontro e che mi ripeto quando mi sento proprio indegna
ti abbraccio con tanto tanto affetto.
studierò la tecnica che mi suggerisci e se fallirò chiederò il tuo aiuto
marina