lunedì 23 aprile 2007

Come salvarsi dal mobbing

Dedicato a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che entrano nel mondo del lavoro e si scontrano con persone destabilizzanti.
Ho cominciato a lavorare a diciannove anni come impiegata amministrativa presso un ente pubblico. Nell'ufficio eravamo tutte ragazze giovani tranne la capufficio, una donna sulla quarantina. Questa donna aveva creato un clima di terrore psicologico. Alternava dei giorni in cui aveva nei nostri confronti un atteggiamento materno (ci chiamava "topine") e ci stimolava a parlare del nostro privato dandoci "saggi" consigli, con dei giorni in cui ci strigliava perchè non facevamo il lavoro esattamente come voleva lei. Una mattina si alzava con la convinzione che gli utenti non meritavano la nostra dedizione e ci costringeva ad andare a fare delle passeggiate nei dintorni dell'ufficio, salvo poi il giorno dopo rimproverarci perchè avevamo lasciato qualche pratica indietro. Un altro giorno si svegliava e, non ritenendosi soddisfatta dell'impresa delle pulizie, ci costringeva a dotarci di gabbanelle e piumini per pulire l'ufficio insieme a lei. Il fatto che criticasse qualcuna di noi in sua assenza faceva pensare, a ragione, che riservasse questo trattamento a tutte indipendentemente dagli apparenti buoni rapporti. La cosa che mi costava di più non era però accondiscendere alle sue bizzarie, bensì la sua pretesa che ciascuna adottasse lo stesso comportamento vessatorio con la vittima di turno, pena il cadere dalle sue grazie.
Nonostante noi fossimo in una botte di ferro (contratto a tempo indeterminato senza nessuna possibilità di licenziamento nè di trasferimento) eravamo terrorizzate e non avevamo il coraggio di parlarne neanche tra noi. Il fatto è che anche gli utenti e il direttore stesso la temevano perchè la responsabile dell'amministrazione ha, di norma, un potere di ricatto notevole.
Dopo dieci anni di questa situazione (che solo dopo ho capito essere un tipico caso di mobbing) finalmente siamo riuscite a parlarne prima tra noi e poi con il sindacato. Io ed altre due colleghe siamo riuscite a ribellarci ed abbiamo ottenuto addirittura la creazione di un nuovo ufficio indipendente da lei con nuovi compiti.
Oggi sono io la responsabile dell'amministrazione. Probabilmente come capufficio ho tanti difetti ma una cosa rappresenta il mio primo punto di impegno: la serenità dell'ambiente dove ognuno si possa dedicare al suo lavoro senza angosce.
Purtroppo i ragazzi di oggi spesso non possono ribellarsi in casi del genere a causa della precarietà della loro posizione. Il mio consiglio comunque è di non scoraggiarsi e di non pensare mai che non ci sia nulla da fare. Non c'è niente di peggio che subire una situazione di frustrazione sul lavoro in quanto questa si ripercuoterà in tutto il resto della propria vita con effetti devastanti.

7 commenti:

  1. E' un buon consiglio a parer mio quello che dai. A volte anche noi possiamo agire per migliorare un po' gli ambienti in cui viviamo invece di lamentarci soltanto o peggio di chiuderci in noi stessi nel nostro scontento. Ciao Giulia

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  2. beh, hai affrontato un argomento decisamente spinoso
    anch'io ho incontrato persone da mobbing e quando ero giovane probabilmente anch'io facevo mobbing con qualcun altro xchè ai tempi nessuno sapeva cos'era ma succedeva molto spesso
    ora che invece è uscito alla conoscenza di tutti si vive e si lavora molto meglio
    e soprattutto si ha la possibilità di denunciare!
    ciao buona settimana erica

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  3. ma allora sei un pezzo grosso!!
    (scherzo dai..)
    quello che stai facendo è una cosa nobile, perchè ormai i posti di lavoro sono diventati invivibili, di pettegolezzi, gelosie, arrivismo al cubo, ed altro.
    Quindi tutto cio ti fa molto onore
    ciao
    mirco

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  4. Ottimo consiglio. Chissà quanta gente magari più fragile psicologicamente ne paga le conseguenze...
    Ciao :)

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  5. me lo ricordo questo post... mi ricordo anche che mi aveva colpito, ho pensato che i tempi sono cambiati. che strano fa pensare di essere in "una botte di ferro", lavoro dai 14 anni più o meno regolarmente e sono sempre sul filo del rasoio. Non riesco neppure ad immaginare. Adesso che sono laureata guadagno pure una miseria (all'ora prende nettamente di più lo spazzino comunale, pare che questo paese debba punirci di aver voluto studiare).
    Ora ho un contratto fino a novembre e uno fino a fine anno, e un incarico per un lavoretto a settembre e probabilmente uno un po' più grosso con ottobre, di insegnamento. Nell'ultimo anno, ovvero dall'altra estate, ho fatto una settimana di ferie (Natale).
    Non sono scontenta, anche perchè è anche colpa mia. Potrei accontentarmi di 12.000 euro l'anno precari invece di andare a cercarmele. però a volte sono un po' stanca e mi rendo conto che le prospettive sono davvero cambiate.

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  6. Immagino che sia di Liber-Manu l'ultimo commento...

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