venerdì 21 maggio 2010

Senza respiro

Questa settimana è passata senza che neanche me ne accorgessi. Tornata dalle vacanze avrei voluto riprendere la vita consueta lentamente e in modo indolore. A casa ho trovato tutto a posto e tranquillo grazie ai miei uomini (grande gratitudine per il mio adorabile consorte). In ufficio invece, oltre alla prevedibile mole di arretrati, mi sono trovata un bel po' di cose impreviste da fare, di grane e di problemi che, insieme a qualche doverosa incombenza personale, mi hanno travolto senza darmi respiro.
Così mi trovo già a venerdì senza essere riuscita a scrivere un post sui vari spunti che mi ero annotata prima di partire, con un migliaio di post arretrati da leggere, con tutte le mie trasmissioni preferite registrate in queste due settimane da guardare, senza parlare poi del sonno arretrato e di quel leggero mal di testa che mi ha accompagnato in questi giorni.
Non ci siamo. Non mi piace correre così. Prima o poi mi metterò in pari ma, al solito, quello che non riuscirò a conquistare sono le pause, quei preziosi momenti di vuoto per riflettere, per metabolizzare le sensazioni, quei bei momenti in cui non si ha niente altro da fare che pensare. Ecco quei momenti li sono proprio un miraggio per me e non è certo una novità.
Cercherò di accontentarmi di questo quarto d'ora ritagliato aspettando al bordo del campo l'inizio della partita di mio figlio.

3 commenti:

  1. ma perché le donne debbono sempre avere tutto sotto controllo? SEi andata via una settimana? Allora fai finta che questi gironi siano esistiti solo per te, che in questa settimana non ci sia stata la televisione. Insomma fai finta che il mondo si sia addormentato per una settimana e che sono tu sia rimasta sveglia; altrimenti, secondo me, è come se tu non fossi andata via affatto.

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  2. Caro Unodicinque, non sono d'accordo. Leggere i post arretrati e vedere le mie trasmissioni preferite (che sono quelle che mi arricchiscono, che mi fanno pensare, che mi danno spunti di riflessione) rappresenta la parte piacevole della mia vita e non ci voglio rinunciare. Invece riguardare e firmare una pacchettata di pratiche amministrative è il lato noioso della mia vita ma non posso farne a meno mio malgrado. Perchè devo rinunciare al piacere perchè il dovere non è comprimibile?
    Ora per esempio, domenica mattina, devo preparare una piccola presentazione da fare ad una riunione che ci sarà nei prossimi giorni e non ne ho per niente voglia. Eppure lo devo fare. Sai quante punate di Augias o di Parla con me mi vedrei più volentieri? Sai come leggerei più volentieri i tuoi 12 post nuovi che Google Reader mi segnala?

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  3. bè, le tue belle passeggiate sono già una bella e molto sana pausa. Quello che manca è darsi dei tempi di vita diversi. Ammetto che non è facile, ma fai bene a non desistere in una ricerca di vita quotidiana più a misura di uomo ("di donna" meglio)...
    Ripensa alle cose belle che hai visto, se poi fai un post ed un commento in meno, ti perdoneremo.

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