sabato 22 maggio 2010

10, 100, 1000 Nicola Gratteri

Non mi stancherei mai di ascoltare Nicola Gratteri, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, da anni in prima linea nella lotta contro la 'ndrangheta e da anni sotto scorta. Nell'intervista rilasciata a Corrado Augias ha abbandonato per un attimo il suo tono pacato quando ha spiegato come la legge sulle intercettazioni è il sistema di indagine più economico e garantista (oltre che più efficace) che ci sia e ci sono tranquillamente i mezzi tecnici per individuare i responsabili di eventuali abusi.
Di seguito ampi stralci della sua intervista rilasciata a Loredana Lipperini per Fahrenheit Radio3 della quale non mi sono sentita di fare ulteriori tagli tanto mi è parsa interessante. Prima o poi troverò il coraggio di leggere il suo ultimo libro "La malapianta"

D. Se San Luca è la sede di un'organizzazione criminale che fattura ogni anno 44 miliardi di Euro deve pur esserci una strategia dietro tanta desolazione.
R. La 'ndrangheta ha sempre cercato di mimetizzarsi e di nascondere il denaro. Non ha mai investito in Calabria ma al Nord d'Italia e all'estero. All'inizio del paese si nota qualche palazzotto costruito dal capomafia negli anni Settanta come forma di esibizione del potere.
D. La Piovra Bianca ha voluto nel proprio paese un aereoporto, una sopraelevata e un ospedale di prim'ordine. E invece la 'ndrangheta?
R. Essa ha sempre cercato di schiacciare la comunità locale creando paura e anche bisogno in modo che si sia costretti a rivolgersi al capomafia per ottenere come favore quello che dovrebbe essere un diritto della collettività.
D. E' la mafia più ricca?
R. In questo momento sì perché detiene quasi il monopolio dell'importazione di cocaina in Europa. Cosa Nostra ha fatto l'errore di impegnarsi nello stragismo contro lo Stato e questo è stato costretto a reagire. La 'ndrangheta invece si è sempre presentata "con il cappello in mano" e ha sempre cercato di prendere accordi con gli uomini dello Stato. Risulta molto credibile per i cartelli colombiani anche perchè non ha il pericolo dei collaboratori di giustizia a causa della sua struttura strettamente familistica. Infine ha molta liquidità di denaro che le permette di comprare in contanti grosse partite di cocaina dal Sud America da importare in Europa (Spagna, Olanda)
D. Quando si guadagna dal commercio di cocaina?
R. Per quello che è la mia esperienza non esiste al mondo attività più redditizia. Dalle intercettazioni è emerso che un chilo di cocaina pura al 98% a Bogotà costa 1200 Euro, mentre un grammo a Roma costa 50 Euro. Ecco perché il guadagno della sola 'ndrangheta corrisponde al reddito di due piccoli stati dell'Est Europeo. La sua culla è in provincia di Reggio Calabria, sull'Aspromonte. La Calabria è una delle regioni con minore densità di popolazione. Eppure ha generato questo mare incredibile.

[...]

D. Si diventa piccoli corrieri della droga anche per ottenere visibilità?
R. Sì, i giovani sono attratti dal fascino misterioso della 'ndrangheta: si sentono più potenti, si sentono guardati in modo diverso. Il guadagno facile, il pensare che facendo qualche viaggio per Milano o per Torino o per Bologna risolveranno i loro problemi. Sì, riusciranno a comprarsi l'ultimo modello di auto alla moda. Ma al sesto/settimo viaggio statisticamente verranno arrestati (sono gli esecutori materiali dei reati che finiscono dentro, non i mandanti). Questi giovani, che saranno anche già sposati con figli (come è tipico degli 'ndranghetisti), finiranno in galera a sbattere la testa nel muro capendo di essere stati usati e strumentalizzati dai capimafia ma non possono fare nulla. Non possono nemmeno confessare perchè in paese avranno un centinaio di parenti dei quali dovrebbero parlare per ottenere protezione. Spesso il capomafia manda a questi interrogatori degli avvocati che fanno parte dell'organizzazione e questi sono per così dire i cani da guardia che li rassicurano e nello stesso tempo controllano che non parlino. Questa tutela legale dura nella fase in cui l'imputato potrebbe ottenere benefici parlando e poi viene pian piano abbandonato. Intanto la giovane moglie a casa farà la vedova bianca perchè verrà controllata dai familiari, non si può separare o divorziare quindi risposare. Vivrà sola nel suo dolore per lunghi tristi anni. Non è un caso che nei paesi ad alta intensità mafiosa ci sia il più alto consumo di psicofarmaci.
D. E' strano come non ci si renda conto della trappola perché la ricchezza, all'interno della 'ndrangheta, rimane nelle mani di un'elite.
R. Solo i capi sono ricchi, tutti gli altri affiliati di basso livello entrano morti di fame ed escono tali. Finiscono i propri anni in galera oppure morti ammazzati. La ricchezza non è costruirsi un bell'appartamento o comprarsi una macchina da 40 mila euro, questo lo può fare anche un bravo muratore o un bravo meccanico che vive la sua vita senza stress, senza la paura che la notte qualcuno bussi alla porta o che qualcuno ti spari. Purtroppo c'è molta ignoranza e incoltura. Per questo andiamo nelle scuole a spiegare ai ragazzi i falsi valori della 'ndrangheta. Cerchiamo di parlare ai ragazzi in termini economici ("non è conveniente") piuttosto che ideologici ("non è morale, non è cristiano"). Io cerco di parlare il linguaggio dei giovani e usare esempi pratici. E' la strategia di lungo periodo quella più importante.
D. A proposito di convenienza lei afferma nel libro che la cocaina tiene in piedi l'economia, se non mondiale, di moltissimi paesi.
R. Certo, grande parte di questi soldi vengono reinvestiti nelle attività lecite (ristorazione, edilizia, finanza) e creano "un indotto". Se improvvisamente dovessero mancare questi soldi ci sarebbero grandi contraccolpi nell'economa legale perché essa, soprattutto in questo periodo di crisi, si appoggia all'economia illegale. In periodi di crisi le banche fanno difficilmente credito e gli imprenditori che non si fanno problemi etici fanno entrare nella società qualche prestanome della 'ndrangheta oppure ricevono soldi ad usura.
D. E' singolare, pensando a questo, che la 'ndrangheta nell'immaginario continui ad essere pensata come una mafia "stracciona".
R. Infatti la 'ndrangheta sta bene attenta a nascondere la ricchezza. Difficilmente lei vedrà in Calabria un capomafia ostentare l'orologio d'oro o la macchina da centomila euro. Sono i "garzoni" di 'ndrangheta ad ostentare il lusso. I veri capimafia hanno un tenore di vita quasi da contadini ma sono persone che decidono il destino di interi paesi e decidono chi sarà eletto sindaco spostando il loro pacchetto di voti.
D. Lei usa un'immagine molto forte nel libro "controlla anche il battito cardiaco di un paese".
R. La 'ndrangheta è una minoranza ma con il sistema elettorale attuale basta spostare un pacchetto di voti e si determina chi sarà sindaco al quale verrà poi chiesto il conto cioè si deciderà, chi farà il tecnico comunale, il comandante dei vigili urbani, chi vincerà l'appalto e così via. Creerà un sistema di oligopoli, deciderà dove verranno aperti i supermercati e la gente sarà indotta a comprare lì dove i prodotti costeranno meno (quel esercizio non dovrà pagare il pizzo, non avrà chiesto prestiti alle banche). Non c'è libera concorrenza.

[...]

D. Di 'ndrangheta si parla solo quando la cronaca ne parla.
R. Per il giornalista il problema esiste solo se c'è il morto a terra. Pochi si fermano per capire quello che è successo e perché. Con la strage di Duisburg si è attirato l'attenzione di molte testate giornalistiche internazionali che sono venute a San Luca e hanno fatto inchieste. Tant'è che un mese dopo il capomafia ha chiamato due famiglie e le ha costrette a fare la pace perché all'estero non si possono permettere di fare reati eclatanti come omicidi, o sparare alle serrande o bruciare auto. Attenzione: le polizie europee non sono attrezzate alla lotta alla criminalità organizzata. Quando si sente di affiliati arrestati all'estero spesso questo è frutto delle indagini dei magistrati italiani. La caduta delle barriere in Europa ha facilitato soprattutto le mafie. Non c'è armonizzazione nella legislazione anche per i reati comuni. Per esempio, a Madrid non si può fare una persecuzione di notte. Paradossalmente l'Italia è il più evoluto per la lotta alla mafia. La polizia investigativa è tra le migliori al mondo.
D. Come muoversi sul piano culturale?
R. Prima di tutto non ci dovrebbero essere trenta alunni per classe ma quindici. La scuola non è attrezzata per creare cultura e nemmeno per dare istruzione. Nella scuola si studia poco la lingua italiana, la matematica, la storia. Per fare cultura ci vogliono investimenti. Ci vorrebbero scuole a tempo pieno. Scuole belle e attrezzate dove i ragazzi potrebbero passare anche il pomeriggio giocando invece che stare per strada o davanti ai videogiochi o alla televisione.
D. Sul piano concreto voi magistrati avete gli strumenti per fare fino in fondo quello che vi prefiggete di fare?
R. No. Innanzitutto non abbiamo strumenti normativi adatti a contrastare le mafie. Ci vorrebbe un codice che consentisse di far stare veramente 20-30 anni i mafiosi in carcere in modo tale che non sia conveniente delinquere. Ci sono carceri che stanno scoppiando e altre ancora chiuse e nessuno ne parla (vedi isole).
D. Ventuno anni con la scorta, due o tre attentati sventati.
R. Ho avuto la fortuna di conoscere quella generazione straordinaria che amava la cultura e i libri. Ero affascinato da un mio zio, dalla sua cultura e dalla sua sensibilità. Volevo imitarlo ma l'ho fatto malamente. Ho cercato di laurearmi e fare qualcosa di concreto per quella terra. Ma quando ho iniziato non immaginavo di fare questa vita.

Altri miei post sulla criminalità organizzata:
Quando per scrivere ci vuole coraggio
Il ritorno del Principe
Il punto sull'antimafia
Ed infine anch'io ho letto Gomorra
L'oro della camorra
Piccoli eroi dimenticati
Per amore della Calabria
Niente regali alle mafie
Dietro ciascun nome una storia
Mafia e Chiesa

1 commento:

  1. Un'intervista molto interessante. Sappiamo comunque molto bene ormai il perchè di qusta legge. Il problema è come farlo capire ai più che non leggono nulla e non si interessano di nulla. Questa è veramente il pericolo che stiamo correndo. Per questo non si fa abbastanza. Difficile individuare cosa fare.
    Sempre interessanti e combattivi i tuoi post
    Un abbraccio
    Giulia

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