giovedì 10 giugno 2010

Eppure non sarebbe poi così difficile

In questo periodo di crisi, di fabbriche che chiudono, di disoccupazione galoppante, in questo periodo dove vengono messe in discussione le importanti conquiste degli anni Settanta, sembra un po' anacronistico rivendicare la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita. Eppure in un fabbrica del padovano hanno fatto una specie di miracolo: l'orario personalizzato (da aggiornare ogni due mesi), frutto di un accordo (e di un software) che mette insieme le preferenze degli operai sui tempi di lavoro e le esigenze dell'azienda sulle necessità produttive. Ciò evita di affrontare i picchi di lavoro con lo straordinario e nello stesso tempo di bilanciare la vita familiare dei lavoratori con quella di fabbrica. C'è chi riesce a gestisce un'associazione di volontariato, chi accudisce i figli mentre la moglie è al lavoro, chi va a lezione all'Università. Il bilancio delle ore si fa a fine anno. Pare che l'esperimento stia andando bene, l'assenteismo sia diminuito, sia aumentata la puntualità nelle consegne e la redditività. Speriamo che continui a funzionare e che venga preso come esempio da altre realtà.

Altro piccolo miracolo, anche se di altro tipo. Siamo a Riace, il paese calabro noto per il ritrovamento dei bronzi. Quando nel 1998 sbarcarono circa 300 curdi, gli abitanti di questa cittadina si dettero da fare alloggiandoli nelle case abbandonate dagli emigrati e affidando loro il recupero degli antichi mestieri artigianali. Da allora anche altri immigrati sono stati accolti ed hanno arricchito la tradizione artigianale locale con la loro cultura araba, eritrea, etiope, somala, curda, irakena, afghana. Questi progetti usufruiscono dei contributi della Regione ma se pensiamo che uno straniero in un Centro di Identificazione costa 60 euro al giorno e non produce nulla mentre questi ne costano 20 e in più lavorano, il meccanismo conviene. Inoltre i Riacini sono grati ad essi perché con i loro figli hanno ripopolato il paese e hanno fatto riaprire la scuola elementare. Non è un caso che la mafia abbia cercato con intimidazioni di non far rieleggere il sindaco detto "Mimmo dei Curdi". Pare che il "Modello Riace" stia contagiando altri comuni della Locride.

4 commenti:

  1. In effetti sono due esempi diversi accumunati dal fatto che siano entrambi positivi, fattibili e decisamente ideati per favorire l'integrazione tra le persone. Ecco come mi piacerebbe tanto che la gente sia!! Questa è la creatività del bene. Questi sono gli esempi da trasmettere ai nostri figli!!

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  2. Be', il primo caso che citi puo' essere giustificato da un aumento della produttivita'. Certo un bell'esempio, ma sorprendente e' invece il secondo. Tanto bello che verrebbe da chiedersi che cosa diavolo ci sia sotto...

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