mercoledì 16 febbraio 2011

Passalibro involontario


Rovistando in uno scatolone ad un mercatino di raccolta fondi per le cooperative che lavorano nei terreni confiscati alla mafia, ho trovato questo libro che ha attirato subito la mia curiosità, sia in vista del pellegrinaggio per il quale mi accingo a partire, sia per il suo aspetto "antico". Si tratta infatti di un volume del 1943, con le pagine ingiallite e logorate dal tempo e riporta una firma e una data nella sottocopertina. Non riesco a decifrare la firma ma la scrittura sembra proprio di altri tempi. Così ho cominciato ad immaginare che questa persona sia morta e i suoi eredi abbiano pensato di disfarsi della sua biblioteca. Magari invece il proprietario (o la proprietaria) era affezionato a questo libro, tanto che vi ha incollato dopo la prefazione un articolo di Repubblica del 1996 su San Francesco. Continuando con le mie fantasie, l'ho comprato pensando che forse sarebbe contento di sapere che, invece di finire al macero, il volume è finito nelle mani di qualcuno che lo ha letto e che lo conserverà con cura.

La lettura de I fioretti di San Francesco non è stata entusiasmante ma li ho trovati non privi di fascino, anche solo per il loro italiano arcaico, per i curiosi nomi dei luoghi (Ascesi per Assisi, Agubbio per Gubbio, ecc.) e per il pathos un po' ingenuo con cui sono narrate le vicende del santo e dei suoi seguaci.

9 commenti:

  1. Provo le stesse sensazioni quando nei miei giri in montagna mi imbatto in qualche vecchio manufatto, che sia un muretto a secco, una baita cadente o un attrezzo agricolo arcaico e penso all'ignoto che ci ha lavorato, a cosa poteva pensare in quei momenti e se c'è chi ha ancora memoria di lui.

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  2. Ehi, non ero io il feticista del libro?

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  3. Ehi, non ero io il feticista del libro?

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  4. E' qualcosa di veramente romantico quello che racconti...

    Io però ogni volta che passo da te sono troppo interessata ai tuoi chilometri...E per fortuna che dici che io faccio una sacco di cose. Guarda te che anche lavori!!!

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  5. Capisco la battuta, Dario, ma in questo caso il feticismo non c'entra. Il vero feticista proverebbe orrore alla vista di un articolo di giornale appiccicato con la colla in un libro. Ora sono un po' di corsa ma ho in mente di riparlare del tabu del maltrattamento dei libri.

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  6. ;-) in effetti sono rimasto un po' inorridito anch'io!

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  7. Pero'... in realta' l'attaccamento alla materialita' del libro che io provo in alcuni casi e' simile a quella che descrivi tu, credo.

    Cioe', prova a immaginare se nel 43 i libri fossero stati elettronici e si fossero letti, insieme ai giornali, con una roba tecnologica tipo un iPad. Tu non avresti potuto provare le sensazioni che descrivi, e tantomeno scrivere questo post a riguardo.

    A me non affascina un libro nuovo. Ma nel momento in cui comincio a sfogliarne le pagine per leggerlo, la mia storia ci si appiccica sopra.

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  8. Tabù del maltrattamento dei libri?
    I libri vanno usati, letti e se è il caso riletti.
    Comunque, mi hai messo curiosità!
    Aspetto un tuo post sull'argomento...

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  9. Concordo con quanto ha detto Sileno, anche se vado poco in montagna...

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