Torchiarolo, 30 agosto 2013
Il disco rosso appena sopra l'orizzonte
apre la nostra giornata: buon giorno Puglia! Il tempo asciutto e
ventilato ci assicura un'altra mattinata di vendemmia finalizzata alla produzione di
passito da Negroamaro. In realtà il nostro compito consiste nel fare da
assistenti alle cinque operaie addette alla vendemmia medesima. Come sono
belle queste donne, quasi tutte bene in carne, con i loro cappellini dai
quali spunta la coda di cavallo, con i loro portaoggetti cuciti in
casa legati alla vita! Mi ha sempre colpito come le donne appena
stanno insieme riescano a raccontarsi di sé anche se non si
conoscono affatto. Così in poco tempo, dallo scambio di ricette si
passa al racconto delle loro preoccupazioni per i figli, avuti tutti
in giovanissima età, del lavoro che manca, al racconto dei loro parti, della
fatica di lavorare sui campi ma “sia ringraziato Dio” che oggi almeno la giornata si
guadagna, dei loro anni trascorsi in Germania a seguito
del marito emigrato. Allora tocchi con mano la distanza che ci può essere tra il tuo destino di impiegata pubblica con media istruzione abitante al Nord e queste donne, ti vengono in mente le scartoffie che ti
aspettano in ufficio e ti rendi conto che Concetta, Antonella, Enza,
Giovanna e Vanda te le porterai nel cuore con il loro sorriso e il loro incomprensibile dialetto salentino.
Un campo interessante ma non entusiasmante quest'ultimo a Torchiarolo. Le cose che ho apprezzato maggiormente sono state la bella villa Santa Barbara, l'aria fresca e piacevole, il cielo terso e il lavoro agricolo che mi ha fatto sentire davvero partecipe ai prodotti della cooperativa Terre di Puglia (consorzio Libera Terra). La cosiddetta "formazione", cioè l'incontro con protagonisti dell'antimafia locale, è stata un po' carente. Sulla mafia pugliese torno a casa sapendone quanto priama. Ma soprattutto un campo abbastanza anomalo per quanto riguarda i compagni: invece di trovarmi solitaria tra ventenni, ho convissuto con ben otto pensionati dello SPI CGIL tra i 65 e i 70 anni, oltre ad una giovane campista ventenne ed alle tre coordinatrici. L'interazione con e tra questi anziani 24 ore su 24, condividendo due bagni in diciassette, i pasti, le pulizie, ecc. non è stata facile, come si poteva prevedere anche se, tutto sommato, è andata bene, grazie al fatto che erano tutte fondamentalmente persone simpatiche e alla mano.
Invecchiare mantenendo elasticità mentale e spirito di adattamento non è affatto facile e necessita di continuo esercizio (e difatti è proprio questo uno dei motivi per cui partecipo a questi campi). E' noto che invecchiando si diventa testardi e indisciplinati. Si può immaginare la fatica delle povere tre giovani coordinatrici.
Qui un piccolo racconto fotografico del campo
Qui un piccolo racconto fotografico del campo
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