martedì 1 ottobre 2013
Volantinando per l'ANPI
Davanti ad un supermercato del quartiere
"Signora permette? Un appuntamento per ricordare la liberazione del nostro quartiere..."
"Liberazione? E da che?"
"Dai nazifascisti... nel 1944..."
"Ahhhh! Ancora?"
"Le posso lasciare un volantino su un'iniziativa dell'associazione partigiani del nostro quartiere?"
"Sì, grazie, lo porto a mio marito che è iscritto."
"Prego, un'iniziativa dei partigiani del quartiere per venerdì prossimo..."
"Ma per carità! Siamo commissariati dai tedeschi ormai..." e ritrae le mani dal volantino come se scottasse.
"Capisco, ma queste persone ci hanno lasciato la giovinezza!"
"Anche quegl'altri ci hanno lasciato la giovinezza!"
Pure il fascista mi doveva capitare...
"Posso lasciarle questo volantino? Venerdì si ricorda la resistenza nel nostro quartiere."
"Ah sì? Non sono di qui. Non ne sapevo nulla" dice il giovane tatuato con aria eterea.
"Nel 1944 c'è stata l'ultima battaglia per liberare Firenze, proprio nel nostro quartiere."
"Ah! Ecco! Grazie, non lo sapevo."
"Prego, un'iniziativa dei partigiani del nostro quartiere..."
Il tizio tira dritto per qualche passo poi improvvisamente fa dietrofront:
"Ah sì, per loro va bene..."
"Commemorazione della liberazione del quartiere..."
"Ah, anch'io faccio..." e indica il volantino.
"Cosa?"
"Faccio il tipografo e stampo cose del genere."
"Ma questo è fatto in casa... alla buona."
"Si vede!"
"Signora, un'iniziativa dell'associazione partigiani..."
Ritrae la mano: "Per carità! Ora si dicono tutti partigiani .... allora anche io che ho settant'anni dovrei essere partigiana! Basta! Gialli, rossi.... non mi fido più di nessuno!" e va via arrabbiata.
Per tacere di chi non si degna nemmeno di rispondere e tira dritto. "Non vendo mica nulla, sa."
Di chi invece prende il volantino e ti ringrazia con un sorriso (la maggioranza, per fortuna).
Di chi lo prende e lo lascia nel carrello.
Di chi non lo tocca nemmeno neanche fosse infetto.
Di chi prosegue con l'aria assente e smarrita come non avesse neanche sentito.
Dei tanti, tanti stranieri, ai quali non ho osato spiegare, ma che alla fine mi sembravano i clienti più vivi e meno tristi.
Di chi arriva trafelata carica di borse della spesa che non c'ha neanche un dito mignolo per prendere il volantino.
Dei tanti che inspiegabilmente trascinano faticosamente chili e chili di acqua minerale.
Di chi (unica signora) che mi dice che conosce addirittura il documentario che è in programma.
Insomma un'ora e mezza faticosa ma sociologicamente istruttiva.
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