martedì 16 settembre 2014

Campo di Libera a San Giuseppe Jato


Non stupisce che l'Alto Belice Corleonese abbia vinto nel 2012-2013 il premio "Paesaggio del Consiglio d'Europa". In effetti non ci si stancherebbe mai di ammirare queste colline solcate da vigneti sotto un cielo terso. 
In questa parte di quel magnifico triangolo posto al centro del Mediterraneo che è la Sicilia, operano sulle terre confiscate ai mafiosi tre cooperative agricole: la Placido Rizzotto, la Pio La Torre e la Lavoroenonsolo.
Fa piacere apprendere che vi è collaborazione tra le tre realtà tanto che esse utilizzano le stesse cantine per la trasformazione delle uve e spesso integrano le loro materie prime per ottenere la più alta qualità dei loro vini.
Fa piacere sentire che i tempi in cui la Placido Rizzotto era costretta a fare la trebbiatura scortata dai Carabinieri o quelli dei sabotaggi alle colture e ai mezzi agricoli sono lontani ricordi.
Fa piacere scoprire che il saldo positivo del bilancio del consorzio Libera Terra fa di questa scommessa una vittoria sullo scetticismo.
Fa piacere sentire che a San Giuseppe Jato, San Cipirello e Corleone non si respira più quella cappa di omertà e di paura di un paio di decenni or sono. Certo, la mafia c'è ancora, ma non è così forte e così pervasiva come purtroppo è nel Trapanese e ancora di più in Calabria.
Un campo molto piacevole e confortevole questo appena concluso a San Giuseppe Jato. L'esiguo gruppo di partecipanti (tra l'altro molto collaborativi) ha reso tutto più facile. E poi, che gran soddisfazione la vendemmia di bionda uva Grillo (destinata all'ottimo omonimo vino)!
Che bello riempire ceste su ceste insieme gli infaticabili operai Giacomo, Roberto, Dario, Rosario, Gianni e tutti gli altri e tornare alla villetta (ex proprietà di Vito Brusca) con la pelle puzzolente di verde rame, ma felice!


Ed infine come dimenticare il gelo di angoscia provato nel bunker nel quale fu tenuto prigioniero e poi ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo e, d'altro canto, la calda passione dell'ottantanovenne Mario, sopravvissuto alla strage di Portella della Ginestra?
Sarà forse che nelle mie vene scorre per metà sangue siciliano, ma qui ci devo proprio tornare presto. Magari per un bel giro pizzofree.



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