giovedì 23 luglio 2015

Campo di Libera ad Ottaviano

"E' il primo campo di Libera che fai?"
"No, veramente, sono al sesto campo..."
Immancabilmente l'interlocutore sgrana gli occhi: "Accidenti! Il sesto campo!"
Ebbene sì, mi sento un po' marziana, ma alla mia veneranda età di 52 anni mi sono fatta il sesto campo antimafia ad Ottaviano, paese alle pendici del Vesuvio, tristemente noto come patria di Raffaele Cutolo.
Un campo diverso dai precedenti per vari motivi. Innanzitutto non si trattava di collaborare con una cooperativa agricola, ma con i volontari del Parco Nazionale del Vesuvio e soprattutto di Legambiente. Il parco è molto bello ma purtroppo deturpato da continui abbandoni di rifiuti, che in parte abbiamo contribuito a ripulire. I volontari sono veramente eroici nella loro quotidiana lotta contro le ditte illegali che abbandonano scarti di lavorazione ma anche semplici cittadini che buttano di tutto tra i bei boschi di lecci, querce e sughere.
Un'altra sopresa è stato il gruppo. Dopo un paio di campi overage, mi sono toccati una ventina di adolescenti dai 15 ai 21 anni. Adoro i giovani e li preferisco senz'altro ai pensionati, ma inevitabilmente il gap generazionale si sentiva, anche se mi divertivo a spiare le loro personalità e i loro comportamenti nel gruppo. Mi ha colpito come affrontassero nelle loro conversazioni temi difficili e profondi, tipo sull'esistenza di Dio o sul senso da dare alla vita.
Infine il campo è stato particolarmente pesante per il caldo (altri campi nello stesso periodo non erano così), e per la logistica infelice.
Insomma, torno stanca e tormentata da una noiosa nevralgia, però contenta di avercela fatta e poi... alla fine... mi mancano i "miei" ragazzi con le loro facce pulite e i loro sguardi aperti sul mondo.


1 commento:

  1. Sei un mito!!! Ti leggo sempre volentieri.
    Un saluto e riprenditi presto!

    RispondiElimina