Anni Ottanta a Villa Borghese, Roma |
Le nostre vite si sono incrociate molti anni fa, quando, da piccolissime, giocavamo insieme in quello che, nella nostra periferia desolata, si chiamava "il campino". Ma io non me lo ricordo e forse nemmeno tu.
Poi ci siamo ritrovate nella stessa classe alle scuole superiori. Fosti tu a riconoscermi e da allora non ci siamo mai perse di vista. Ricordo alcuni momenti in cui hai saputo toccare la parte più tenera e profonda di me.
Come quando, all'ospedale reduce da un'operazione, mi presentasti come "la tua più cara amica", io che non pensavo proprio di meritarmi questo titolo, essendo del tutto incapace di esserti di aiuto e di conforto in un momento maledettamente difficile per te.
Come non dimenticherò mai quella mattina, durante una gita scolastica, in cui tu mi svegliasti accarezzandomi il viso. Non l'aveva mai fatto nessuno e fu per me una cosa bellissima.
E così sono stata contenta di aver fatto da testimone al tuo matrimonio oggi. Contenta di apporre la mia firma per testimoniare che sì, siete davvero due persone in gamba e che finalmente ti vedo serena accanto a quest'uomo. Ti meriti davvero un po' di serenità, cara R., tu che di fortuna non ne hai avuta granché nella vita, tu che al momento del brindisi ci hai fatto piangere tutti ricordando tuo padre morto quando eri bambina.
Auguri, cara amica mia.
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