Dal trasloco di mia sorella sono emerse un bel po' foto della nostra prozia, morta diversi anni fa. Sarà perché invecchio e ho il terrore dell'oblio, sarà per la mia crescente passione per la storia, per le testimonianze, le fonti ecc., mi sono messa a digitalizzare ed ordinare questa massa di immagini. Le più belle sono quelle più vecchie, come le cartoline postali del mio bisnonno, soldato nel 1915, alla mia bisnonna, oppure le foto di scuola della mia prozia.
Ma anche quelle un po' più recenti risalgono comunque al secolo scorso e ritraggono la zia Sara con il suo Vince, un po' marito, un po' figlio. Li vediamo giovani e magri, sulla vespa o sulla moto dell'epoca, con il nipote adorato (mio padre) o con la sorella spregiudicata (la mia nonna Vanda), con amici, con bambini o con cani (tanti).
Da sinistra in piedi: la bisnonna Luisa, zia Sara, nonna Vanda, nonno Beppe, sotto lo zio Vincenzo e mio padre Vittorio alla Fortezza da Basso a Firenze |
Tuttavia quello che mi è piaciuto di più di queste foto è l'immersione nel passato che regalano: pezzi della mia città come erano decine di anni or sono, la moda dell'epoca, oggetti quotidiani desueti, giovani donne sorridenti con il loro miglior abito, famiglie contadine tradizionali.
Peccato che per diverse persone raffigurate non conosca né il nome né la storia. I miei genitori non mi sono di aiuto: mio padre per la sua malattia e mia madre per la rimozione dovuta ai conti in sospeso che ha sempre avuto con la famiglia acquisita.
Pur tuttavia sono contenta di averle salvate dall'oblio. Chissà se, con l'odierno proliferare di immagini, con i nostri apparecchi dallo scatto facile, immediato e gratuito, con i social che rendono pubblico ogni nostro momento, la memoria di noi e di cosa facciamo sarà più salvaguardata oppure no.
Ecco le foto della zia Sara
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