sabato 3 febbraio 2018

Caro figlio che vai a Leeds per l'Erasmus

Il tuo consueto aplomb e la tua scorza da uomo-che-non-deve-chiedere-mai si sono sciolti come neve al sole oggi, il giorno della tua partenza. L'ansia di aver dimenticato di mettere qualcosa di essenziale in valigia, le occhiaie perché stanotte sei rimasto sveglio a lungo, la ripetuta nervosa consultazione della lista. Ti capisco, figlio mio, ma anche ti invidio, tu che parti per quattro mesi di tirocinio postlaurea all'Università di Leeds. 
"Tutti i miei amici mi dicono beato te, vedrai che ti divertirai..., ma io sono troppo agitato per essere contento: ho paura di fare figuracce con la lingua, di perdermi in questa città che non conosco."
Invece io ti ci vedo in questo edificio che sembra un po' il collegio di Harry Potter, e mentre metto da parte le mie ansie di genitore, espresse bene nel bell'articolo di Massimo Giannini a cui ho rubato il titolo del post,  penso che sarà una esperienza che ti farà crescere, ti arricchirà e aumenterà la tua cultura e la tua autostima. Come scrive Giannini: "il tuo biglietto d’ingresso nella grande Madre Europa senza frontiere".

Good luck, darling!



1 commento:

  1. tre anni fa accompagnavamo il 'piccolo' che andava a lavorare a Barcellona (ed erano tre anni che viveva da solo), oggi ci siamo sentiti dalla sua nuova residenza: Parigi.
    Sembra ieri che iniziava a camminare

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