Avrei voluto scrivere dell'ansia mista ad inquietutine e a senso di liberazione nel fare una denuncia presso un comando di Carabinieri (ma poi ho pensato che era meglio non scriverlo).
Avrei voluto scrivere della incredibile scoperta che i miei figli, per due miseri lavoretti da 3/4 mila euro, non sono più considerati a nostro carico e non hanno nemmeno IRPEF dalla quale detrarre le spese mediche e di istruzione che abbiamo sostenuto per loro. "La prossima volta, ragazzi, se non è un lavoro serio, state a casa. Vi pago io!"
Avrei voluto scrivere della mamma che si fa due periodi di vacanza con gli anziani e ci stupisce tutti.
Avrei voluto scrivere degli audiolibri che ascolto la notte per addormentarmi e che alla fine mi fa piacere aggiungere un'altra possibilità ancora di lettura nella mia giornata sempre così frenetica.
Avrei voluto scrivere delle bandierine dell'Europa che ho attaccato alla finestra di casa mia, dapprima per segnalare che ritengo importante andare a votare per il parlamento europeo, e poi perchè l'Europa ci salvi dal declino economico, culturale e civile di questa povera Italia.
Avrei voluto scrivere delle tante interessanti puntate di Passato e Presente che guardo ogni mattina sull'autobus andando al lavoro. Sono indietro di ben tre mesi e forse non riuscirò a mettermi in pari prima della prossima stagione, ma (nonostante l'antipatia che mi fa Paolo Mieli) mi rendo conto che è un programma davvero interessante e mi fa imparare ogni volta qualcosa.
Avrei voluto scrivere delle mie piante, alberi e cespugli, dei frutti raccolti, dell'ansia per quelle che vedo sofferenti e della soddisfazione dei tanti semi che riesco a far germogliare (anche avuti in dono negli scambi): saggina, arancio amaro, calendula, finocchio, sedano, albizia (dopo tanti tentativi!), glicine, magnolie, avocado, girasoli vari.
Avrei voluto scrivere delle camminate verso casa, delle trasferte a Roma, delle varie attività di volontariato e di tante altre cose, pensieri, sensazioni o riflessioni.
Ma non l'ho fatto, blog mio. Non ho trovato quel momento di concentrazione necessario per farlo. Non ho trovato l'energia o il tempo. Poi passa l'attimo e cosa volevo scrivere non me lo ricordo più.
Viviamo in un tempo troppo veloce, troppo superficiale e immediato. Un tempo dove i blog sono oramai obsoleti e riusciamo a fermare la nostra vita, che ci scivola tra le dita, al massimo in tweet o in un'immagine su Instagram. Ma a me dispiace proprio!
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