Hai lasciato un segno nella vita di tanti tuoi alunni, come lo hai lasciato in me. Temevo il tuo giudizio perché sapevo che non era sul rendimento scolastico ma sulla mia maturità di adolescente tormentata e sapere di essere apprezzata da te era per me un orgoglio incredibile. Finché un giorno ti ho visto nella tua fragilità degli anni che passano. E da allora non sei stato più il professor Gaddi, ma Virgilio. Ci vedevamo raramente ma tutti gli anni, cascasse il mondo, alla vigilia di Natale mi telefonavi per gli auguri. Sono contenta che almeno quest'anno a Natale sono riuscita a venire a trovarti nella tua casa strapiena di libri, di oggetti dei tuoi viaggi, di quadri, di conchiglie e di persone, tanti amici e tanti tuoi ex allievi a dimostrarti affetto e gratitudine. Per questo mi stringe il cuore pensare che sei morto da solo, in ospedale, attaccato ad un respiratore, stroncato da questo maledetto virus.
Che la terra ti sia lieve, Virgilio. Non ti dimenticheremo.
Nessun commento:
Posta un commento