domenica 14 novembre 2021

Il punto

Dopo tanto tempo una domenica pomeriggio di relax in casa. Fuori piove. La visita consueta visita alla mamma anticipata a ieri. Ho trovato persino un po' di tempo per scrivere al bambino (ormai ragazzo) del Burkina Faso che sostengo a distanza. E così trovo anche dieci minuti per scrivere qui.

Che dire? Tutto bene, salvo lamentarsi quotidianamente di sciocchezze, come tutti del resto...

Continua il duello con la mia dermatite atopica che trova sempre pezzi di pelle diversa per esprimersi. Così il conto in farmacia di creme apposite sale vertiginosamente ma, grazie al cielo, me lo posso permettere.

Finiti i lavori nella nostra casa in Lunigiana. Ora è davvero più bella e confortevole: tetto e facciata rifatti, infissi nuovi, caldaia nuova. Come mi piacerebbe stabilirmici!

Finita anche l'esperienza del lavoro agile. Peccato! Mi aiutava a concentrarmi e mi faceva quadagnare quei pezzettini di tempo libero preziosi per fare piccole cose in casa che invece mi trovo tutte insieme nel finesettimana.

Grazie al vaccino, la nostra vita di privilegiati di questa parte del mondo è ripresa quasi normale dopo lo scoppio della pandemia. Rimangono piccoli disagi dei quali ci stiamo abituando (del resto, ci si abitua a tutto): mascherine, gel prima di entrare nei luoghi chiusi, plexiglass tra noi e il nostro interlocutore, termoscanner, greenpass e così via. Basta che ci permettano di comprare, di consumare e di incontrarci, bar, ristoranti, locali, cinema, teatri, stadi.

Sarà che sto invecchiando e che ho quasi concluso il sesto decennio della mia vita, ma io invece sono sempre più inselvatichita e pigra. Non ho voglia di partecipare ad eventi, non ho voglia di uscire, non ho voglia di girare per la mia città. Lo so, non è buon segno, ma tant'è.

Chissà forse, in questo senso, è salutare il fatto di essere costretta a fare violenza su me stessa e ad uscire ogni mattina per andare in ufficio.




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