martedì 20 febbraio 2024

Decluttering doloroso


L'operazione "liberazione dal superfluo" non è tutta rose e fiori. Ho dovuto vendere la chitarra classica che mi avevano regalato i miei genitori quando ero ragazza. Non sono mai andata oltre qualche accordo per accompagnare canzoni. Sono abbastanza negata per la musica e da tempo era inutilizzata. Però era un caro ricordo e alla fine sono contenta che l'abbia comprata un gentilissimo giovane musicista brasiliano che saprà sicuramente apprezzarla.

 

 Domenica scorsa mi sono fatta coraggio e ho buttato via il catalogo a schede mobili dei dischi a 78 giri, amatissima collezione di mio padre. Per i dischi in quanto tali, per fortuna, abbiamo trovato qualche anno fa un appassionato collezionista romagnolo che li ha acquistati in blocco. Però io avevo conservato il catalogo semplicemente perché "mi parlava" del mio babbo, dell'enorme quantità di tempo che passava a coccolarsi questi dischi e compilare scrupolosamente queste schede con la macchina da scrivere, un po' in nero e un po' in rosso, riciclando fogli stampati da un lato, tagliati a misura, unendoli con viti da rilegature di varie misure e dotandoli persino di copertina cartonata. Un lavorino infinito, paziente e quasi maniacale (in questo mi ci rivedo un po'). Razionalmente non aveva alcun senso conservare questo catalogo. Tuttavia rovesciando questi fogli nel cassonetto ho provato uno strappo doloroso, come se un'altra parte di lui se ne fosse andata. E che brividi nel leggere casualmente le schede dal titolo "Arrivederci...addio" o "Perdonami"!



 


 

 

 

 

 

 

 

Anche la vendita del pianoforte di mia suocera è stata un'operazione dolorosa. Si trattava di un ben pianoforte degli anni Trenta che, dopo anni di disuso, ci era stato donato dai miei suoceri (credo con una bella spesa tra trasporto e accordatura) nella speranza che mio figlio ci suonasse. Lui ha preso qualche lezione, lo ha strimpellato per un certo periodo, ma da anni ormai era un appoggio di vari oggetti e basta. Quindi tutto sommato siamo contenti che sia stato ceduto alla scuola di musica della nostra strada dove almeno verrà apprezzato e utilizzato. Questo dal punto di vista razionale. Dal punto di vista affettivo... Beh, è un altro strappo...


 

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