"Sapete che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie d'origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo."
R.Bradbury, Fahrenheit 451
L'amore per la lettura è una gran bella cosa. Inoltre, reduce dalla lettura di Fahrenheit 451, non posso negare l'importanza quasi sovversiva dei libri.
Consapevole che quello che sto per scrivere mi farà perdere popolarità tra alcuni amici blogger, devo però dire che non capisco il rapporto un po' morboso che molti lettori forti (quale io non sono con mio rammarico) hanno con l'oggetto libro.
I lettori forti, quelli con la "L" maiuscola, generalmente sono gelosissimi dei propri libri: accettano mal volentieri di prenderli in prestito da una biblioteca, li prestano ancora più malvolentieri perché, purtroppo è vero, spesso non ritornano indietro. Non si parli poi di apprezzare gli audiolibri o degli ebook (quelli da leggere sul palmare). Come ho scritto in passato, sono una fan degli audiolibri mentre mio marito (grande lettore) viaggia con il palmarino in tasca dove tiene ebook da leggere in ogni occasione della giornata.
Capisco che chi ha passato tante ore indimenticabili con un libro in mano tenda a dargli un valore affettivo, però, scusatemi, secondo me si va nel puro feticismo in affermazioni come questa che ho letto su un blog:
"Io adoro il contatto delle pagine sulla pelle, il profumo della carta, mi piace osservare i diversi caratteri di scrittura. E poi prima dell’acquisto “sentire” mio il libro e abituare la mano ad esso."
Io penso che l'importanza dei libri stia nel loro contenuto.
Per questo io sono favorevole allo scambio, al prestito ed anche, perché no, a regalare i propri libri. Certo ci sono libri a cui siamo particolarmente affezionati, magari legati a momenti speciali della nostra vita e in tal caso è giusto e comprensibile che non ce ne vorremmo mai separare per nulla al mondo. Ma si tratta di casi eccezionali.
Io trovo molto carina per esempio la "Caccia al libro", la rubrica di Fahrenheit (Radio3) dove alcuni ascoltatori cercano libri introvabili mentre altri telefonano per offrirli. La condivisione è sempre una bella cosa, secondo me.
Qualche tempo fa ho prestato ad una conoscente iraniana "Leggere Lolita a Teheran". Ora l'ho un po' persa di vista e so già che questo libro non ritornerà. In realtà la cosa che mi dispiace di più è di non sapere le sue impressioni di donna che ha lasciato il suo paese, ha preso la cittadinanza italiana e si è completamente occidentalizzata. Il libro, se proprio mi venisse voglia di rileggerlo, posso ritrovarlo in biblioteca o ricomprarlo.
Consapevole che quello che sto per scrivere mi farà perdere popolarità tra alcuni amici blogger, devo però dire che non capisco il rapporto un po' morboso che molti lettori forti (quale io non sono con mio rammarico) hanno con l'oggetto libro.
I lettori forti, quelli con la "L" maiuscola, generalmente sono gelosissimi dei propri libri: accettano mal volentieri di prenderli in prestito da una biblioteca, li prestano ancora più malvolentieri perché, purtroppo è vero, spesso non ritornano indietro. Non si parli poi di apprezzare gli audiolibri o degli ebook (quelli da leggere sul palmare). Come ho scritto in passato, sono una fan degli audiolibri mentre mio marito (grande lettore) viaggia con il palmarino in tasca dove tiene ebook da leggere in ogni occasione della giornata.
Capisco che chi ha passato tante ore indimenticabili con un libro in mano tenda a dargli un valore affettivo, però, scusatemi, secondo me si va nel puro feticismo in affermazioni come questa che ho letto su un blog:
"Io adoro il contatto delle pagine sulla pelle, il profumo della carta, mi piace osservare i diversi caratteri di scrittura. E poi prima dell’acquisto “sentire” mio il libro e abituare la mano ad esso."
Io penso che l'importanza dei libri stia nel loro contenuto.
Per questo io sono favorevole allo scambio, al prestito ed anche, perché no, a regalare i propri libri. Certo ci sono libri a cui siamo particolarmente affezionati, magari legati a momenti speciali della nostra vita e in tal caso è giusto e comprensibile che non ce ne vorremmo mai separare per nulla al mondo. Ma si tratta di casi eccezionali.
Io trovo molto carina per esempio la "Caccia al libro", la rubrica di Fahrenheit (Radio3) dove alcuni ascoltatori cercano libri introvabili mentre altri telefonano per offrirli. La condivisione è sempre una bella cosa, secondo me.
Qualche tempo fa ho prestato ad una conoscente iraniana "Leggere Lolita a Teheran". Ora l'ho un po' persa di vista e so già che questo libro non ritornerà. In realtà la cosa che mi dispiace di più è di non sapere le sue impressioni di donna che ha lasciato il suo paese, ha preso la cittadinanza italiana e si è completamente occidentalizzata. Il libro, se proprio mi venisse voglia di rileggerlo, posso ritrovarlo in biblioteca o ricomprarlo.
Mi hai fatto venire in mente a tal proposito che tempo fa sulla mia tratta di treno che mi porta verso il lavoro, c'era l'idea di non so chi, che consisteva nel lasciare un libro (con relativo adesivo che ne spiegava le motivazioni nel dettaglio) a disposizione degli altri... chiunque voleva lo prendeva, lo leggeva e finito aveva il preciso dovere morale di rilasciarlo al posto dove lo aveva trovato per dar modo ad un altro di fare altrettanto... un qualcosa come una biblioteca viaggiante che secondo me insegna anche la voglia di condividere le proprie esperienze con gli altri anzichè tenersele egoisticamente per se...
RispondiEliminaBeh... come forse già s'era capita da qualche mio precedente commento, non è che io consideri il libro molto di più di un supporto di informazioni (per usare un linguaggio fichissimo da Homo Digitalus). Questo probabilmente mi deriverà anche dall'aver “sofferto” in un qualche modo l'enfasi strumentale con cui i vari “professori” (non solo di scuola) usavano la parola “libro” per scavare fossati, costruire scranni da cui pontificare, esibire credenziali per i più disparati fini (dall'esercizio di poteri e poterucoli alla ricerca di attenzione da parte di avvenenti esemplari dell'altro sesso): “Bisogna sudare sui libri...”, “Io ho letto tanto e quindi...”, “...come scrive Solofrasto: masturbatio seratina bona est quam medicina...”, etc. Non so... Grossomodo credo di poter sintetizzare il mio modo di guardare alle cose più o meno così: le cose vanno guardate nei contesti in cui si trovano. E' vero che Fahrenheit 451 parla della carica “eversiva” dei libri, ma credo sopratutto come portatori e stimolatori di pensiero, più che come oggetti in sé. Personalmente ho conosciuto gente che ha letto quintali di libri, ma cretini erano e cretini sono rimasti. Molti libri mistificano, diffondono il falso, sono delle idiozie, etc. Troppo spesso diamo un valore assoluto alle parole, un po', ad es., quando senti cose del tipo: “Cosa pensi della scienza?”, così, senza ulteriori specificazioni. Personalmente ho libri a cui tengo molto, ma fondamentalmente perchè mi ricordano qualcosa, sono legati a qualcosa d'altro. Sia chiaro che non è che condanni o non capisca chi magari ama l'oggetto-libro. Semplicemente non condivido la passione.
RispondiEliminaPer dire la frase ad effetto: sono in guerra con i libri. Li interrogo, li guardo con diffidenza, li soppeso. Spesso mi rimprovero di avere un atteggiamento “consumista” rispetto ai libri: li leggo e non ci penso abbastanza su... Forse dovrei appuntarli, sottolinearli, chiosarli e rileggerli... Non basta leggere.
Non so...: ci sono persone che “viaggiano” (io sono pigrissimo...), tornano da 'sti viaggi avventurosissimi in posti lontanissimi, esoticisissimi, magari anche equo/solidal/rispettosodellaculturalocale/etc. e dovresti essere ascoltattore ('na parola che ho inventato mo' mo'...) entusiasta di pallosissime relazioni (condite da immensi archivi fotografici altrettanto pallosissimi... e magari ti vogliono pure dare il CD...), da cui si deduce che era meglio se restavano a casa. Punto.
Giusto per concludere: un qualcosa che (mi sembra... o forse solo perchè invecchio io...) che la “comunicazione orale” si stia perdendo. Certo il libro è un gran bel mezzo. E una bella lezione tenuta da un bravo professore (non solo di scuola)? Ed un bel racconto fatto da un bravo narratore? A me spesso capita leggendo un bel libro, di “sentire”, di immaginare la voce di chi ha scritto...
Vabbe', dai... mo' ho scassato abbastanza... Oggi sono in ferie! Mo' mi vado a leggere “Il collare di fuoco” di Valerio Evangelisti... libro così così...
Lodevole, codesto post. Riflessivo, nel senso che riflette.
RispondiEliminaSolo due paroline, la prima, pratico il book-crossing da oltre 15 anni, forse venti, da quando in Italia era poco conosciuto, la seconda, presto malvolentieri i libri; prendo in prestito quasi mai, a parte quelli di mio suocero che sono incunaboli e mi piace sentite il peso degli anni, dei secoli, sbirciarli, assaporarli, vedere, sì vedere, la scrittura, monotona e sempre diversa. Regalo: sempre libri, compleanni, matrimoni, fidanzamenti, morti, vedovanze, rotture di matrimonio, viaggi, ritorni... insomma, c'è sempre un libro che consola. Consola? Chi lo sa!
In ogni caso, a parte gli scherzi, leggere è una gran bella cosa, una delle attività che si dovrebbe insegnare ai bambini, prima ancora di ogni altra cosa.
Eppoi, di letture è fatto l'uomo!
Rino, fra il sacro e il profano.
Spunto: hai ragione. Mi sono dimenticata di parlare del book-crossing (non mi veniva il nome ma mi ha aiutato il buon Rino). A me piace molto questa idea.
RispondiEliminaGiam: con me sfondi una porta aperta. Io adoro la comunicazione orale. Mi piace seguire lezioni, conferenze, convegni, ecc. La mia amica blogger Marina mi ha insegnato in uno dei suoi eccellenti post che: "Fino all’invenzione della scrittura il senso più importante al fine dell'apprendimento era l’udito. La trasmissione del sapere era orale, le informazioni si acquisivano ascoltando e si trasmettevano parlando e la memoria ne era il serbatoio."
Rino: per "regalare" intendevo regalare propri libri proprio come fanno alcuni ascoltatori di Fahrenheit.
Ho un rapporto molto 'morboso' con i (miei) libri... faccio fatica a prestarli, per paura che qualcuno possa 'fare le orecchie' alle pagine (che il cielo lo fulmini!)... preferisco, in questo caso, regalarne una copia, anche perchè poi rimane 'traccia' di me, della mia personalità, del mio affetto, a colui che riceve la strenna.
RispondiEliminaParadossalmente, i libri o li leggo come un codice miniato del Ducento, o li massacro di commenti, note, sottolineature... non ammetto le mezze misure.
Certo, poi devo ammettere che appena compero un libro lo annuso; mi piace l'odore dell'inchiostro, il leggero crick-crick nel caso in cui le pagine siano ancora un po' incollate tra di loro...
NULLA, men che meno la 'lettura digitale' potrà sostituire le emozioni di un libro letto (e sfogliato)!
Eh, si', caro Nestorburma, intendevo proprio quell'atteggiamento li'. Per carita', anch'io come Giam, non mi permetto di giudicare chi ha questo tipo di rapporto con il libro. Semplicemente non lo condivido. Per esempio, a me piace sottolineare e questo per gli amanti del libro-oggetto e' come bestemmiare in chiesa.
RispondiEliminaoops.. non vorrei essere stato frainteso: ma anch'io ODIO il libro-feticcio... è solo che il mio rapporto con la parola scritta mi impone rispetto (e anche sudditanza e invidia, nei confronti di chi, invece scrive 'storie'...).
RispondiEliminaMa è vero che la parola 'scritta' DEVE essere 'letta' (vi ricordate come il prete termina la LETTURA della parabola alla fine di ogni messa? 'parola del Signore'); e quindi ben venga (evviva, evviva) l'audiolibro! (tra l'altro, ascoltatevi Gomorra letto dallo stesso Saviano...)
Dai, Nestorburma (poi me lo spiegherai questo nickname), "odio" e' una parola grossa. Non c'e' niente di male a trasferire l'amore dal contenuto all'oggetto che lo contiene. Basta essere consapevoli delle proprie piccole manie e prenderle con un po' di autoironia. Un po' come le donne (ma anche qualche uomo) che hanno bisogno di avere la propria casa bella lustra e ordinata. Che male c'e'? Basta non farsene una malattia.
RispondiEliminaMmmm...tema stimolante. Nella vita precedente, l'idea di non possedere i libri che leggevo mi sarebbe stata insopportabile. Nella nuova, mi son dovuto adattare a prenderli in prestito in biblioteca (ne uso due alternandole:-): io leggo due-tre libri la settimana, in media (non ho la tv), e mi rassegno a non poterci tornare su, quando mi coglie un flash che porterebbe a riprendere in mano il testo e ripercorrerlo.
RispondiEliminaPazienza, non importa: tra l'altro invecchio, e mi rendo conto di "trattenere" sempre meno nella memoria le storie e le cose che leggo, ma non finisco mai di emozionarmi nel momento in cui leggo, e mi accontento di questa enorme soddisfazione, anche se qualche mese dopo forse non saprei più raccontarti compiutamente la trama di un libro che magari mi è piaciuto moltissimo. Questa mattina ho finito l'ultimo di Henning Mankell, scrittore svedese che adoro e "padre" del poliziotto Kurt Wallander, una sorta di Montalbano scandinavo: "Scarpe italiane". Una storia d'amore tragica, molto bella e particolare: ogni volta mi dico che dovrei fare una scheda per ogni libro che leggo, per "trattenere" almeno per iscritto tutto quel che provo e che mi emoziona. Poi, per pigrizia, non lo faccio mai, e non riesco dunque più a distinguere quel che sedimenta nella mia anima da quel che, inesorabilmente, scivola via...il libro in sè, inteso come oggetto fisico, non è mai per me un feticcio, ma ci sono alcune importanti eccezioni: "L'amore ai tempi del colera" e "Memorie di Adriano" DEVONO essere lì, sullo scaffale, sempre, pronti a restituirmi a comando un flusso di emozioni che non smetto mai di evocare con piacere.
Anch'io, Lupo, "trattengo" sempre meno. Infatti ho deciso di fare una piccola recensione per ogni libro (e audiolibro) che leggo su Google.
RispondiEliminaDue o tre libri la settimana? Complimenti! Lettore extralarge!
E le camminate?
Le camminate ci stanno sempre anche loro ma si sono ridotte assai per ampiezza, non perchè leggo (le due cose hanno sempre convissuto tranquillamente) ma perchè adesso la sera torno a casa molto più tardi di prima delle vacanze, usando i mezzi pubblici (in compenso il tempo che prima dedicavo a guidare l'ho aggiunto in parte al sonno ed in parte alla lettura:-))
RispondiEliminaMi scoccia prestare i libri che mi sono piaciuti perche' in genere non ritornano, e non mi voglio giocare la possibilita' di andare a cercarne una parte per rileggerla, anche se invero cio' non avviene quasi mai, ed i libri per i quali cio' potrebbe avvenire sono abbastanza prevedibili.
RispondiEliminaNon ho un rapporto morboso con l'oggetto libro, ma la mia attenzione quando leggo, e quindi anche il coinvolgimento, e' molto maggiore per un libro in carne ed ossa piuttosto che per un libro elettronico o un libro letto. Non so perche', ma l'esperienza di leggere un libro di carta e' totalmente diversa da quella di leggere un libro sul pc, e a me piace decisamente di piu' la prima. La seconda invece mi annoia, e per di piu' mi stanca molto gli occhi... e anche il fisico: io in genere leggo sdraiato sul divano, aggrappato alla metropolitana, seduto sulla tavola del cesso, accovacciato al sole sul terrazzo, nella vasca da bagno... come fare a leggere un libro elettronico in queste occasioni?
Ho un palmare, ma il suo video (pur grande per devices di questo tipo) ha una dimensione di circa 5x7cm.... non ho una vista da falco!
Capisco che non ci capiamo
RispondiEliminamarina, bibliomane senza pudore
Marina: sapevo che non ci saremmo capite :-)
RispondiEliminaDario: no invece secondo mio marito l'ebook su palmare (non su PC!) risponde proprio alle esigenze che hai elencato te: massima portabilità e possibilità di ingrandire i caratteri a piacere che evita l'uso degli occhiali da lettura. In più (sempre secondo lui, io non ne ho idea) permette di fare le ricerche per stringhe cosa che a lui (che non si ricorda mai i nomi) risulta utilissima in quelle storie piene di personaggi. In più possibilità di leggere al buio per non disturbare il partner che dorme (io) e per non attirare troppo le zanzare.
Io invece sono per la lettura con le orecchie (sul bus, mentre stiro, cucino, stendo i panni, ecc.). Il fatto di concentrarsi di più sulla pagina scritta o viceversa sul racconto ascoltato è una cosa molto personale.
Cara Artemisia, anzitutto fai bene ad esprimere il tuo parere su questo argomento che hai proposto in questo post. io non so se son una maniaca del libro so di certo che e' una passione, come lo e' la fotografia, lo scrivere, il passeggiare, l'osservare cio' che mi sta attorno e mille altre cose, ognuna per motivazioni diverese ma tutte ugualmente importanti per me. raramente prendo libri in biblioteca, frequentemente li acquisto. Di solito il primo impulso, se non ho gia' in mente cosa prendere, mi vien dato dala copertina, l'immagine, poi il titolo, poi la consistenza, il contenuto e ahime' anche l'dore (non so se ti ricordi quel post "L'ALTEZZA MEDIO DELL'UOMO ITALIANO..." Mi piace anzitutto possederlo e poi leggerlo quando e' il suo turno,che non dipende dalla data d'acquisto, poi non ho problemi a prestarlo. Mai successo che non mi sia ritornato un libro prestato, di solito chi ama i libri nonse li tiene se non son suoi, li conserva bene pur vivendoli. Mi piace guardarli riposti, mi piace scrivere recensioni, mi piace sfogliarli ancora, a distanza di tempo, magari andando a rileggerne un passo che mi aveva colpito. Insomma dedicolo a loro l'attenzione che si meritano... del resto in ognuno di loro, bella o brutta, importante o banale c'e'una storia e una persona che ci crede.
RispondiElimina...ti ho innervosito abbastanza :-)
A parte gli scherzi, questo e' il mio rapporto con i libri, potrei dire di piu' ma ho pieta' di te :-)
Un caro saluto
Dona
Non mi innervosisci affatto, Dona. Non mi sembri una maniaca del libro-oggetto mi sembri semplicemente un'appassionata di letture.
RispondiEliminaCiao io sono nuova del tuo blog e, visto che tratti un argomento a me congeniale, ti lascio un commento. Io sono un'amante della lettura, di tutto ciò che possa far cultura ed informazione ma non sono molto "attaccata al libro" in se stesso in quanto un oggetto. Non so se sono riuscita a farmi capire. Come dici tu è importante il contenuto e quello che esso è riuscito a trasmetterti, quindi spesso e volentieri (anche perchè alcuni molto costosi) mi rivolgo in biblioteca, leggo e li riporto. Caio a presto giò
RispondiEliminaBenvenuta, Farfallaleggera! Ti sei spiegata benissimo.
RispondiEliminaMah.... io ho anche una memoria ed una attenzione visiva. Ad esempio un paragrafo e' grosso quando occupa un certo numero di righe; mio malgrado noto anche se esiste una involontaria geometria nella disposizione degli spazi bianchi tra le parole (ad esempio se sono allineati in verticale sulle righe). Se poi e' un testo descrittivo (ad esempio un manuale scientifico) di e' utile evidenziare o sottolineare per poi riprendere quando si e' oltre, con la lettura, anche la forma della parte evidenziata (ad esempio comincia a meta' della riga e finisce poco dopo la meta' della successiva connettendosi con la parte evidenziata sopra per circa il doppio della larghezza della fascia evidenziata), e' utilissia per la ricerca successiva. Mi e' capitato di ricercare ad esempio una data all'indietro per ricollocare cronologicamente avvenimenti della stessa narrazione e di ricercare all'indietro ricordandomi che quella data era scritta nella seconda meta' di una pagina di destra. Il segnalibro lo metto sempre con la faccia colorata dalla parte della pagina che sto leggendo, e interrompo la lettura sempre alla fine del primo paragrafo della pagina...
RispondiEliminaEcco, tutte 'ste cose sono impossibili in un libro elettronico. Certo ci sono altre soluzioni per ottenere gli stessi risultati, e forse 'ste soluzioni sarebbero anche piu' comode. Ma mi costringerebbero a cambiare il mio rapporto con il libro, e quindi anche quello con il suo contenuto.
Poi, hai ragione tu, il rapporto che ognuno ha con il libro e' strettamente personale e diverso da persona a persona... Mi chiedo pero' se la disaffezione all'oggetto concreto non sia un po' alienante. Certo anche un palmare o un ipod con le cuffiette e' concreto quanto lo e' un libro, ma il contenuto, nel caso del palmare e dell'ipod non e' appiccicato all'oggetto concreto... a meno che non ti compri un nuovo ipod per ogni libro parlato o un nuovo palmare per ogni libro elettronico....
Ho un rapporto da psicotica con i libri, mi piace leggerli, sottolinearli nei punti per me essenziali e POSSEDERLI,mai più imprestarli.Al massimo li faccio sfogliare da mia figlia perchè comunque rimangono in casa mia e li tengo sotto controllo.Ho notato che anche mia figlia ha ereditato queste caratteristiche ,li tiene in ordine nello scaffale dopo averli divorati con la lettura.Vi assicuro che per il resto non sono un tipo geloso, impresto la macchina a i vicini quando è capitato ,o la bici, ma i libri mai più.
RispondiEliminaCaspita, Dario, sei praticamente uno scanner!
RispondiEliminaAnch'io avevo una buona memoria visiva da ragazza. Ora invece mi sembra che sto involvendo (sempre secondo la tesi di Marina) verso una memoria uditiva. Ma lo sai che quando riascolto un brano gia' sentito in bus o camminando, mi ricordo esattamente la corrispondenza tra i vari passaggi del brano e i punti del percorso? Cioe' associo cio' che ho sentito con quello che vedevo. Non so se e' una mia peculiarita' o e' normale.
Carla: allora non te li presto piu' i miei, psicotica che non sei altro! ;-)
Boh! Dici che e' una peculiarita' o e' normale la mia personalita' da scanner? eheheh!
RispondiEliminaNon so, non ho mai fatto esperienza con gli audiolibri, ma mi lasciano un po' scettico...
Tanto per cominciare ho paura di perdere l'attenzione per la narrazione quando gli altri sensi mi portano degli input completamente scorrelati (per esempio credo che, a differenza del tuo caso, l'attenzione alla fermata del bus mi farebbe perdere concentrazione nella narrazione, anche se la narrazione e' decisamente piu' interessante della fermata del bus).
Mi immagino invece un audiolibro ascoltato nell'oscurita', o comunque in un ambiente privo di interesse.
Un'altra questione che mi pongo e' se la voce del narratore non influisca sul testo. Cioe', evidentemente se il narratore legge un episodio triste con una voce allegra il contenuto viene travisato dall'ascoltatore. In questo caso il narratore non fa bene il suo mestiere, ma se invece avesse un tono triste credo che rimarrebbe il dubbio se il significato e' comunicato dal contenuto o dall'abilita' del narratore. Se invece il tono fosse completamente privo di emozioni suonerebbe comunque falso...
Insomma, leggendo un libro tradizionale sono io che mi immedesimo nella storia. Ho paura che ascoltando un audiolibro invece vivrei solo da spettatore del narratore che immaginerei immedesimato.
L'attenzione a cio' che si ascolta rispetto a cio' che si vede e' una cosa molto personale. Io ho scarsissima e faticosa concentrazione su cio' che leggo, per esempio. Certo se devo stare attenta a prendere il bus giusto ovviamente anch'io mi distraggo dalla narrazione (magari metto in pausa o rewindo).
RispondiEliminaRiguardo all'interpretazione del testo, hai ragione. Il lettore sicuramente "interpreta" e quindi ti filtra il testo, ma tenuto conto che i lettori per esempio di "Ad alta voce" di Radio3 sono fior di attori e doppiatori del calibro di Ennio Fantastichini e Massimo Popolizio, per me questo filtro e' un valore aggiunto. D'altra parte e' un filtro anche il traduttore per i libri stranieri.
Mi spiace che tu non abbia le casse. Mi piacerebbe che tu provassi a sentire una puntata (dura meno di mezz'ora) di un qualsiasi libro tra quelli disponibili che magari conosci e ricordi bene. Cosi' per scoprire che effetto che fa.
Non ho le casse, ma potrei scaricare qualche puntata sul palmare e ascoltarmelo poi in cuffia...
RispondiElimina...pero' ho carcato di capire come fare per scaricare, ma non ci sono riuscito... come si fa?
Purtroppo la RAI, nonostante i continui proclami "scaricate la nostra trasmissione dal sito..." mette le puntate scaricabili (cioe' gia' in mp3) solo un po' per volta e poi le toglie, mentre la versione solo ascoltabile ma non scaricabile (scusa il linguaggio terra terra) rimane sul sito per anni. Non capisco perche'. Se le trasmissioni fossero coperte da copyright non sarebbero scaricabili mai.
RispondiEliminaBoh!
Comunque, mentre da sentire al volo puoi scegliere tra tutti il libri che vedi in fondo alla pagina di Ad alta voce, pronti da scaricare ci sono solo le recenti puntate di Canne al vento.
Per le altre ci vuole uno dei tanti programmini di conversione da .ram a .mp3 che dovresti conoscere meglio di me che sono profana.
Mia madre ed io ci scambiamo spesso i libri letti: lei tende a farne oggetti "vissuti", io cerco di evitare loro qualsiasi trauma (del resto studio per fare il medico ;-)). Così, quando la vedo fare un'orecchia a qualche pagina, fingo collere apocalittiche (in realtà è un gioco tra noi).
RispondiEliminaSottolineo e "istorio" i libri di studio, ma solo con la matita!
Il profumo delle pagine mi porta indietro nel tempo, a quando correvo in libreria per acquistare i testi scolastici. L'odore della carta penetrava nelle mie narici e mi piaceva: sapeva di nuovo, di rinnovate emozioni e di cultura. Ogni libro era custodito da me con rispetto e mai mi permettevo di imbrattarlo con sottolineature. Il rapporto di oggi è rimasto lo stesso, adoro leggere e conservare con cura i libri riponendoli sullo scaffale in ordine decrescente e per argomenti. Ciò che mi riesce difficile è ricordare tutte le storie ed associarle agli autori. Ricordo invece i classici studiati, l'importante è il messaggio che riceviamo con il suo bagaglio di parole e di frasi.
RispondiEliminaAnnamaria
Io amo il profumo di un libro appena acquistato, però mi piace leggerlo. E'vero che cerco d non sgualcirlo ma non sono cosi maniaco dopo. Noi a casa avremo, forse più di 600 libri, non ti dico il problema per sistemarli, abbiamo la casa piena di mensolone, libri nelgi armadi, libri sotto il letto, sul comodico (ovvio) dietro alle porte, nella cas di campagna di mia moglie, nella mia vecchia camera dai miei..
RispondiEliminaPerò mettere i libri in cantina o in soffitta non ci riusciamo. A parte questo, volevo dire che abbiamo molti libri ma ne avremmo molti di più se avessimo più cura o ci ricordassimo a chi li imprestiamo. Molto spesso non ci vengono restituiti ma anche noi non ci ricordiamo a chi li abbiamo dati. Quindi non siamo maniacali, per fortuna. L'unico vezzo di mia moglie è quello di scrivere il suo nome e la data nel primo foglio.
Sai, Max, mi hai fatto venire in mente una cosa che non ho scritto. Forse ho capito perche' a me piace tanto l'idea che i libri girino fra le persone: perche' mi fanno tanta tristezza i libri che vengono letti una volta e poi stanno li' dimenticati alla polvere.
RispondiEliminaSi,sono d'accordo, un libro fermo fa solo arredamento....
RispondiEliminaUna cosa che mi fa davvero venire il voltastomaco è che c'è certa gente che conosco che compra libri anche nuovi solo per il gusto di riempire la libreria del salotto.
SENZA ASSOLTAMENTE LEGGERLI.....è davvero assurdo !
Faccio parte dei feticisti. Non presto i libri e mi piace stare davanti alla libreria a guardarli.
RispondiEliminaDa un po' di tempo ho iniziato a scambiare quelli che non mi sono piaciuti e ad andare in biblioteca perché... non ho soldi per leggere tutto quello che vorrei.
Però mi manca poter sottolineare o sporcare il mio libro, che deve essere vissuto, e più è vissuto e più è stato importante per me...
Beh, allora non sei tanto feticista Alice. I veri feticisti all'idea di sporcare un libro inorridiscono!
RispondiEliminaPer me ogni libro è sovversivo per chi lo legge... Per fortuna! :-)
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Il libro deve circolare anche a costo di perderlo. La lettura è molto importante. Unavolta ho incontrato uno straniero in libreria che comprava libri. Poi ha detto, chenon aveva più soldi e mi ha chiesto se ero disposta a scambi... Gli ho prestato due libri, ma me li ha poi restituiti... Così faccio con tutti i miei amici.. Giulia
RispondiEliminaMah... io non e' che mi sento molto feticista, ma per quel poco, mi pare che un libro invecchiato e ingiallito abbia di gran lunga piu' fascino di uno nuovo e lindo. Specie se puzza anche un po' di muffa.
RispondiEliminaMagari con le impronte di mani unte... ;-)
RispondiEliminaio io...anche io mi sento un libro invecchiato ed ingiallito che puzza di muffa....soprattutto la puzza di muffa....ehehehehe
RispondiEliminaUn po' di scemenze(e non semenze) a fine settimana si possono dire no ?
@ARTE
RispondiElimina..le impronte digitali solo ai ROM....
Ma si', dai Max, sbrachiamoci! 'sta pila di pratiche non finisce piu'!!!
RispondiElimina:-(
.....meno male che anche qualcun altro mi tiene compagnia con i lavori neverending.... uffaaaaaaaa
RispondiEliminaNon ho letto tutti i 40 commenti, e forse dico una cosa già detta, ma l'idea di cui parla "spunto" nel 1° commento era stata fortemente propagandata da Radio3 nella rubrica "Fahrenhait - Passalibro", su suggerimento (mi pare) di un'assidua ascoltatrice.
RispondiEliminaDal 1° agosto scorso il Bookcrossing è ricominciato, vedi:
http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/passalibro2008.cfm
Aggiungo:
- il mio quasi maniaco feticismo è invece basato prima di tutto sulla venerazione per l'autore e per le sue "creature, ma indubbiamente anche l'antichita/rarità dell'edizione mi suscita forte emozioni inconscie.
- Anch'io evito di profanare un libro se non con gli occhi, però credo che sia una mania esagerata. In fondo Alicesu ha ragione: un libro che si ama va "vissuto" intimamente fino in fondo..., "posseduto", perfino.
Io non sono un Lettore, eppure ci tengo che il libro non sia usato, di biblioteca o prestato.
RispondiEliminaMi sembra eccessivo ridurre il libro a 'parte di se'.
Comunque per essere un libro piacevole per me deve avere anche la carta buona... Alcune volte mi ritrovo con libri su carta ruvidissima che mi da fastidio alle mani. BRRR!
i tuoi post sono sempre ........eccellenti! Mai tirati via, mai buttati lì, fai un po' di invidia e nello stesso tempo sei stimolo. Questo poi, come si vede dal numero di commenti, apre un dibattito infinito. Io on presto i libri, sono mio figlio grande li può prendere e portare a Roma; questa eccezione è legata al fatto che lui nutre per i libri lo stesso amore che nutriamo io e mia moglie. Come dici tu ciò che conta è il contenuto, ma l'oggetto è anche il contenuto; è come se noi ci nutrissimo di carboidrati e proteine allo stato semplice e non attraverso una bella bistecca o un fumante piatto di pasta. Il segno è anche la forma ed i segni sono importanti; dietro e dentro un libro, oltre al suo contenuto c'è tutta un'esperienza un mondo, una storia, la conquista della cultura attraverso la diffusione dei libri.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, 1di5. Non so se i miei post sono eccellenti pero' devo dirti che non "li butto" li' nel senso che cerco di fare il compitino piu' accuratamente possibile. Per questo produco poco, visto il poco tempo a disposizione.
RispondiEliminaRiguardo ai libri, siamo su un'altra lunghezza d'onda come del resto con tanti altri amici blogger. Per me i libri sono idee e come tali sono immateriali. Si' e' vero che una bella bistecca non e' come prendere una pasticca di proteine, pero' una volta che l'hai gustata cosa diventa? :-)
E poi.... io sono vegetariana! :-)))
Io sono un po' d'accordo con Unodicinque... cioe'... sono anche un po' in disaccordo...
RispondiEliminaUna bella bistecca o un piatto di pasta fumante possono essere buoni o non buoni, e la differenza tra questi due giudizi e' cio' che mi procura soddisfazione o disgusto quando mi mangio i due articoli. Assumere carboidrati e proteine in ugual misura ai due piatti invece non mi procura assolutamente nessuna soddisfazione, ne' disgusto.
Viceversa, e' vero che un libro puo' essere scritto con un bel font, con le pagine ruvide o lisce, con l'inchiostro scuro o chiaro eccetera, ma il piacere, in questo caso, e' nei carboidrati e nelle proteine, non nel sapore dei piatti cucinati a dovere.
Pero' d'altra parte, sono d'accordo con lui quando dice che il segno e' anche la forma. Cioe', il contenuto viene trasmesso in modi diversi a seconda di quale sia il supporto su cui e' codificato. E il modo in cui viene trasmesso modifica il contenuto stesso.
L'esempio degli audiolibri secondo me e' azzeccatissimo. Se io fossi un autore di un libro e volessi comunicare al lettore il suono del pianto di un personaggio, le parole che uso sarebbero fondamentali su un libro tradizionale. Sarebbero invece inutili se il lettore si mettesse a piangere leggendo quel brano.
Non e' un pianoforte che fa la musica. Ma sono sicuro che sarei capace di capire la differenza tra uno scolaretto su un pianoforte verticale scordato e un grande pianista su un grancoda stainway e sons. Sono certo che il secondo mi darebbe molte piu' emozioni.
Credo che i libri siano uno dei migliori complementi di arredamento ! Non nel senso che vadano usati solo a tal fine, ma che una casa senza libri, a me, mette una tristezza infinita; riallaciandomi al tuo post su come giudicare una persona dalla casa o dal blog, la prima cosa che faccio quando entro a casa di una persona conosciuta da poco è guardare quanti e soprattutto quali libri ci sono ! Sfido chiunque a mettersi furtivamente a consultare il palmare o il pc di un conoscente per cercare e-book :) ! E poi l' effetto di un libro incartato ! La "frenesia" dello scartare per scoprire quale titolo si celi dietro quel velo di carta colorata ! Detto questo, finchè si legge, ogni supporto è bene accetto...
RispondiEliminaSono d'accordo, Belphagor. Mai parlato di una casa senza libri.
RispondiEliminaDa lettore bulemico e onnnivoro (nella foga mi sono scappate tre "t"), dei libri amo tutto: da quello che c'è scritto (ovviamente) alle sensazioni tattili procurate dai fogli e dalla copertina, l'odore dell'inchiostro e della colla e della carta, il fruscio di quando volto pagina, il piccolo botto di quando chiudo il volume...
RispondiEliminaE lo so, Luciano. Conosco solo un lettore forte che ha superato questo rapporto morboso con la carta: mio marito. Ha detto comunque che e' stata dura, ma non e' pentito.
RispondiEliminaAh-ha...dichiarai qui che leggo due-tre libri la settimana, e facendo adesso i conti scopro che nel 2008 ne ho "contabilizzati" 52. Uno la settimana. Fu un attacco di mendacia berlusconista?:-) No, ad esempio nei primi 10 giorni di gennaio ho letto cinque libri...ma questa settimana ad esempio non prevedo di leggere nulla, causa impegni diversi (politica e teatro in primis). 'nzomma, come in tutte le cose non sono nè metodico nè costante. Ciò non toglie che - evidentemente - a settembre l'ho sparata un po' grossa:-))) Pardon!
RispondiEliminaMillantatore! ;-)
RispondiEliminaTutto sta a quanto tempo al giorno uno puo' (e vuole) dedicare alla lettura. Io pochissimo (una mezz'oretta la sera prima di dormire). Per forza i libri mi durano dai tre ai sei mesi!!!!
D'altre parte durante il giorno, oltre a non avere tempo materiale, non ho nemmeno la concentrazione giusta. Non riesco a concentrarmi su un libro (significa riprendere il filo del discorso ecc.) se ho la roba che cuoce in forno, i ragazzi fanno casino o mi chiamano, so che tra 10 minuti devo uscire, ecc. ecc. Mentre un mail, un post o un articolo di giornale ce lo infilo facilmente.