martedì 1 giugno 2010

Conoscere, imparare, fare, scegliere, acquistare e divertirsi

Chi arriva in bicicletta a Terra Futura rimane un po' contrariato nel notare come nel piazzale Bambine e Bambini di Beslan non abbiano installato abbastanza rastrelliere per le bici, nemmeno provvisorie. Un po' di più di considerazione per i diligenti "amici della Terra" che arrivano in bici me la sarei aspettata.
Ma una volta entrati alla Fortezza da Basso la contrarietà passa presto perché quella di Terra Futura è un atmosfera magica. Nel piazzale spicca una bellissima tenda mongola (credo acquistabile). Di fronte si trovano i banchini dei produttori della Fierucola, un mercatino di prodotti biologici e biodinamici, tra i quali la signora che fa i buonissimi necci con la ricotta. Proseguendo si trova il fontanello di acqua dell'acquedotto (la stessa che troveremo sui tavoli di tutti i relatori alle varie conferenze) e poi una serie di contenitori per differenziare rifiuti accanto ai quali un volontario spiega ai visitatori come utilizzarli (in effetti non è scontato sapere che tutti i bicchieri e le tazzine usa-e-getta utilizzati dai vari stand vanno nell'organico perchè sono di materbi).
Entro nel padiglione Spadolini e mi aggiro per gli stand che sono i più diversi. Ci sono quelli istituzionali di Regioni, Province e Comuni, quelli di librerie indipendenti, quelli di associazioni come l'ARCI, Greenpeace, ecc., quelli dei sindacati. E poi c'è chi vende di tutto: magliette fatte da detenuti, prodotti del commercio equo, saponi artigianali, prodotti siciliani biologici (ottima la granita al latte di mandorla!), il caffè dei ribelli zapatisti, le sciarpine fatte in Vietnam, i quadernini fatti con carta riciclata derivata dalla cacca di elefante, le borse fatte con i copertoni dei pneumatici, ecc. C'è chi si fa fare i massaggi e i trattamenti più strani (come fanno a rilassarsi davanti a tutti quelli che passano e li guardano incuriositi?) e ci sono tanti laboratori per bambini.
Sia nel padiglione che in altri edifici della Fortezza procedono a ritmo serrato convegni, dibattiti e presentazioni di libri. Qui Giuliana Sgrena, Loretta Napoleoni e altre donne che discutono sul velo delle donne islamiche, là invece Alex Zanotelli ricorda i due essenziali (e inascoltati) comandamenti del Vangelo ("cerca di non arricchirti" e "se hai, condividi"). Un imprenditore siciliano racconta la sua esperienza con il racket mentre pochi metri più in là si parla di agopuntura e medicina naturale. E siccome si è fatta ora di cena, io e la mia amica optiamo un'ottima frittura di pesce siciliano servita nel cartoccio e innaffiata con vino dell'Etna.
Alla fine a Terra Futura ci lasci comunque un bel po' di soldini, tra magliette di vari progetti sociali, libri e regalini vari. Sotto questo aspetto forse non è così diversa da tante altre fiere. E poi chissà se davvero chi va a Terra Futura se ne esce con una maggiore consapevolezza della propria impronta ecologica. Il dubbio rimane. Però mi sono divertita assai ed allora aspetto con impazienza la prossima edizione.

3 commenti:

  1. Gran bella iniziativa che, nonostante il lato commerciale, getta comunque un seme. Non sapevo di questo evento, grazie per averne parlato.
    ti auguro una buona giornata.
    affettuosamente
    annamaria

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  2. come sempre il tuo articolo dà speranza ed è un sorso di acqua fresca. Anche io volevo parlare del mercatino biologico di roma. Un giorno lo farò
    ma i necci che cosa sono?
    marina(sto sollevando la testa, cara amica)
    Oggi è un giorno molto importante, intreccia un po' di dita per me

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  3. Intreccerò, Marina.

    I necci sono una ricetta toscana (credo della Garfagnana). Basta cliccare sul link per vedere come si fanno.

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