Un anno fa è stato messo in rete il documentario "Il corpo delle donne", realizzato da Lorella Zanardo, Cesare Cantù e Marco Chindemi, del quale ho parlato anche in questo blog. Lorella Zanardo è stata intervistata a Fahrenheit Radio 3 sul relativo libro che è uscito recentemente. Non vorrei ritornare sul tema della rappresentazione delle donne in TV, ma invito, chi non lo avesse ancora fatto, a vedere il documentario. Sempre sulla considerazione delle donne nel nostro paese consiglio anche l'intervista alla grintosa Michela Marzano, autrice del libro "Sii bella e stai zitta. Perché l'Italia di oggi offende le donne".
Vorrei soffermarmi invece su un'obiezione avanzata dagli ascoltatori di Fahrenheit alla Zanardo e cioè che la soluzione al degrado culturale sia semplicemente "spegnere la TV". E' chiaro che per chi ha un minimo di strumenti culturali questa sia la reazione naturale di fronte al basso livello che ormai ci propone la famigerata scatola. Anch'io per prima ho scritto nel post di un anno fa "Cominciamo a spengerla questa maledetta televisione!".
Tuttavia ha ragione la Zanardo quando dice che trova questo gesto fortemente elitario. Infatti lo può fare chi ha una consuetudine con i libri, chi ha i mezzi economici e culturali per andare a teatro, chi apprezza trasmissioni come Fahrenheit, o anche chi semplicemente ha la capacità di stare da solo. Chi dice "basta spengerla" non ha consapevolezza che la stragrande maggioranza del paese la guarda ma non ha un occhio critico. Per questo è sacrosanto il progetto "Nuovi occhi per la TV" che l'autrice sta portando in giro per le scuole.
Lorella Zanardo comincia i suoi dibattiti con una provocazione dichiarandosi "dalla parte di veline, schedine, letterine ed anche escort". Non tutti, afferma, hanno la fortuna e la capacità di avere una formazione che consenta loro di fare delle scelte. Tantissime ragazze sono state messe davanti alla televisione a tre anni ed è normale che a diciotto ambiscano a fare le veline. E' una società molto ipocrita quella che si chiede come mai molte ragazze vogliano fare le veline," continua l'intervistata. "Hanno avuto la televisione come educatrice. Capisco chi dice che si sta benissimo senza guardare la televisione (che infatti trovo noiosissima) ma io propongo di guardarla come atto politico, cioè atto di partecipazione per capire il paese dove vivo. In un qualche modo mi dà la possibilità di offrire un mio sguardo critico a chi quello sguardo non ce l'ha."
Durante le vacanze ho visto "Quinto potere", un film americano del 1976, e mi ha colpito moltissimo la sua terribile attualità. Una scena per tutte quella in cui il conduttore di un programma di successo spiega la potenza inquietante del mezzo:
Vorrei soffermarmi invece su un'obiezione avanzata dagli ascoltatori di Fahrenheit alla Zanardo e cioè che la soluzione al degrado culturale sia semplicemente "spegnere la TV". E' chiaro che per chi ha un minimo di strumenti culturali questa sia la reazione naturale di fronte al basso livello che ormai ci propone la famigerata scatola. Anch'io per prima ho scritto nel post di un anno fa "Cominciamo a spengerla questa maledetta televisione!".
Tuttavia ha ragione la Zanardo quando dice che trova questo gesto fortemente elitario. Infatti lo può fare chi ha una consuetudine con i libri, chi ha i mezzi economici e culturali per andare a teatro, chi apprezza trasmissioni come Fahrenheit, o anche chi semplicemente ha la capacità di stare da solo. Chi dice "basta spengerla" non ha consapevolezza che la stragrande maggioranza del paese la guarda ma non ha un occhio critico. Per questo è sacrosanto il progetto "Nuovi occhi per la TV" che l'autrice sta portando in giro per le scuole.
Lorella Zanardo comincia i suoi dibattiti con una provocazione dichiarandosi "dalla parte di veline, schedine, letterine ed anche escort". Non tutti, afferma, hanno la fortuna e la capacità di avere una formazione che consenta loro di fare delle scelte. Tantissime ragazze sono state messe davanti alla televisione a tre anni ed è normale che a diciotto ambiscano a fare le veline. E' una società molto ipocrita quella che si chiede come mai molte ragazze vogliano fare le veline," continua l'intervistata. "Hanno avuto la televisione come educatrice. Capisco chi dice che si sta benissimo senza guardare la televisione (che infatti trovo noiosissima) ma io propongo di guardarla come atto politico, cioè atto di partecipazione per capire il paese dove vivo. In un qualche modo mi dà la possibilità di offrire un mio sguardo critico a chi quello sguardo non ce l'ha."
Durante le vacanze ho visto "Quinto potere", un film americano del 1976, e mi ha colpito moltissimo la sua terribile attualità. Una scena per tutte quella in cui il conduttore di un programma di successo spiega la potenza inquietante del mezzo:
...Voi, il pubblico, ed altri sessantadue milioni di Americani ascoltate me in quest'istante. Meno del 3% di voialtri legge libri e meno del 15% di voi legge giornali e riviste. L'unica verità che conoscete e quella che ricevete dalla TV. Un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV... La TV è la più spaventosa maledettissima forza di questo mondo senza Dio. Poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati!
Ciao.
RispondiEliminaBellissimo quel film.
Secondo me hai colto un punto critico del problema della TV.
Cioe', noi qui diciamo tutti che fare le veline, letterine, escort e "sii bella e stai zitta" e' cosa negativa. Ma giudichiamo con gli strumenti morali che abbiamo, perche' abbiamo una cultura diversa, e, aggiungerei, minoritaria.
La ragazzina che cresce col sogno di diventare velina e (aggiungo io) di sposare il calciatore invece ha strumenti culturali diversi, e, come dici tu, e' logico che ambisca a quel ruolo.
Ma che cosa e' giusto e che cosa e' sbagliato? Come si fa a convincere il popolo dell'immoralita' del messaggio TV, visto che e' proprio quel messaggio che modella la morale collettiva?
Mmmh...
RispondiEliminaQuel messaggio che hai citato di Quinto Potere, e' stato reso vano proprio dal fatto che e' stato divulgato alle masse attraverso la TV.
E' un messaggio vero, ma finto, e la gente lo segue come finzione, non come verita'. Proprio oggi ascoltavo alla radio questo. Guarda un po' che coincidenza!
Molto bello il pezzo di Celestini.
RispondiEliminaNon e' questione di "giusto o sbagliato". Il giusto o sbagliato ognuno dovrebbe poterlo giudicare da solo avendo gli strumenti critici opportuni. Sono proprio quelli che non si vogliono dare, cioe', come dice Celestini, si vuol lasciare "bambino" il popolo.
Profonda riflessione su cui è necessario fermarsi un po'.
RispondiEliminaAnzi, tanto. Perché a volte si giudica senza capire o si danno consigli impossibili da ascoltare.
Questa riflessioni ci mette di fronte a questo. Grazie.
Ps. Se vi può consolare dove abito io sono veramente poche le ragazze che vogliono fare le veline etc...Però siamo solo in 5000, non facciamo statistica.
Ma il problema e' proprio che chi non ha strumenti critici (e quindi rimane parte del popolo "bambino"), non si rende conto di non averne, proprio come il telespettatore di Howard Beale crede che lui abbia ragione, senza pero' comprenderne il significato.
RispondiEliminaE allora come fai a fornire strumenti critici a uno che rifiuta di accettarne perche' pensa di averli gia' (specialmente se si tratta di una grande maggioranza)?
Gli strumenti te li fai essenzialmente da giovane, cioè a scuola. Di qui l'importanza del girare per le scuole come sta facendo la Zanardo.
RispondiEliminaPer gli adulti l'unica possibilità è che la televisione pubblica smetta di inseguire quella commerciale e cominci a fare programmi di qualità (che non vuol dire programmi noiosi).
Non è un caso che chi è al potere stia facendo l'esatto contrario: demolire la scuola e impadronirsi della RAI.
...e qui sta un dilemma che mi pongo sin da quando ho cominciato a pensare a me stesso come genitore potenziale (problema quindi piuttosto accademico, visto che genitore non sono):
RispondiEliminaDato per assodato che secondo io penso che tu abbia ragione nel merito, su questo argomento, come si giustifica moralmente che una netta minoranza imponga un modello culturale alla massa, addirittura utilizzando l'ingenuita' culturale dei ragazzi a scuola, per giunta contro i modelli educativi dei loro tutori?
Che differenza c'e' tra propaganda e educazione? Certo, la propaganda tende ad annullare lo spirito critico, mentre la scuola dovrebbe invece coltivarlo. Ma ho il dubbio che anche la definizione stessa di "spirito critico" sia di dubbia interpretazione. Se lo chiedi ad A, il mio famoso amico berlusconista, ti risponde che la propaganda e' quella della minoranza comunista contro un potere legittimo e democratico perche' e' eletto dal popolo, ad esempio.
In altre parole, e' ancora possibile, al giorno d'oggi, una rivoluzione culturale che parta dal basso, nonostante il potere della televisione?
Uhm... sto forse andando fuori tema?
;-) be', e' la mia specialita', del resto!
Uhm... che ho scritto?
RispondiElimina"Dato per assodato che secondo io penso che tu abbia ragione"
Bon dai, errore figlio della fretta di scrivere, ma si capisce lo stesso, vero?
Al solito i tuoi ragionamenti tendono a confordermi (non e' colpa tua, sono io che non riesco a seguirli).
RispondiEliminaInsegnare ad avere spirito critico vuol dire secondo me insegnare a ragionare col proprio cervello, ad andare oltre la superficie di quello che ti dicono, ad approfondire, a non dare per scontato quello che la realta' sembra a prima vista, a non dare giudizi "emotivamente". Punto.
Non e' che uno se ha spirito critico debba per forza sposare il modello che l'insegnante e/o genitore gli ha proposto, anzi.
"e' ancora possibile, al giorno d'oggi, una rivoluzione culturale che parta dal basso, nonostante il potere della televisione?"
non credo proprio, anzi, non credo sia mai stata possibile. Sono sempre state le elite intellettuali a promuovere una qualsiasi rivoluzione.
no, no, sono io che ho tendenza a divagare.
RispondiEliminaIl mio problema e' questo:
Certo, anch'io sono d'accordo sulla tua definizione di spirito critico. Ma anche un berlusconiano che fa dolosamente propaganda in TV la pensa allo stesso modo, e addirittura la divulga in televisione. Cosi' come la citazione del film sul tuo post. Il quinto potere che a parole, in modo autoreferenziale, mette in guardia i telespettatori proprio contro il quinto potere stesso.
Individualmente non si puo' distinguere tra lo spirito critico e il suo surrogato di plastica, creato ad hoc per far credere di averne.
Le rivoluzioni saranno anche sempre promosse da elite, ma e' il popolo che le combatte. A me pare che nel nostro caso il popolo non abbia proprio voglia di combatterla, 'sta rivoluzione.
"Individualmente non si puo' distinguere tra lo spirito critico e il suo surrogato di plastica, creato ad hoc per far credere di averne."
RispondiEliminaCerto che si puo', basta avere gli strumenti (=ragionare, approfondire, farsi delle domande, sentire altre fonti, ecc.)
"Le rivoluzioni saranno anche sempre promosse da elite, ma e' il popolo che le combatte. A me pare che nel nostro caso il popolo non abbia proprio voglia di combatterla, 'sta rivoluzione."
Dipende cosa ha da perdere (per il momento ha ancora troppo da perdere). Almeno cosi' la vedo io.
Appunto, bisogna possederli gia' gli strumenti. Mi stai forse suggerendo che per ammettere di non avere uno spirito critico la precondizione e' di avercelo?
RispondiEliminaSecondo me dipende piu' da quello che la gente crede di avere da perdere, non quello che effettivamente ha da perdere. L'obeso incarnato al divano davanti alla tv crede di essere libero di scegliere.
Quello che dici è molto giusto. Non basta spegnere la TV. I ragazzi non la spengono e ne sono fortemente influenzati soprattutto quelli che non hanno alle spalle genitori consapevoli... E' un discorso molto complesso e trovo che al di là delle parole pochi abbiano tentato di fare davvero qualcosa.
RispondiEliminaUn abbraccio
La televione forme e plagia. Insegna linguaggi e modi di essere a chi ha meno strumenti critici. I ragazzi in particolare e non batsa davvero spegnerla...
RispondiEliminaConcordo con quello che dici.
Un abbraccio
bechè ormai non abbia la tv da più di dieci anni (e devo dire che quando mi capita di vederla da altri mi viene un colpo) sono più che convinta che sarebbe meglio un tv che arricchisce che una tv spenta.
RispondiEliminala tv è uno strumento potentissimo e prima di diventare tanto commerciale ha portato anche ricchezza culturale, no?
io personalmente l'ho spenta perchè la sentivo invasiva.
la tv troppo spesso mi sembra che proponga modelli, decide per te cosa è bello, figo, giusto. a me urtava. avevo sempre la sensazione che quella scatola mi dicesse come dovevo essere.
certo sarebbe bella una tv di qualità che racconta qualcosa, ma non sopravviverebbe in una cultura che si nutre quasi solo di emotività.
Flavio Almerighi nuoce gravemente alla salute.
RispondiEliminaGianni De Polli
????
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