Prima delle vacanze me lo ero registrato nei "segnalibri" del mio browser, ripromettendomi di vederlo appena possibile. Così l'altro giorno in pausa pranzo ho trovato 25 minuti liberi per vedere il documentario di Lorella Zanardo e Marco Maffi Chindemi "Il corpo delle donne".
Nonostante che io non veda mai la televisione trash, conoscevo il modello di rappresentazione femminile che in essa si fa. Ciò nonostante durante quei 25 minuti prima mi è salita una rabbia incontenibile, poi mi si è chiuso lo stomaco ed infine sui titoli di coda sono scoppiata in lacrime.
"Non immaginavo che le immagini televisive fossero uno specchio così preciso per descrivere certi comportamenti", dice la voce narrante di Lorella Zanardo. Ecco, non lo immaginavo neppure io, o per lo meno, non fino a quel punto.
"I volti e i corpi reali delle donne", continua la Zanardo, "sono stati occultati. Al loro posto la proposizione ossessiva e volgare di bocche, cosce, seni. La donna proposta sembra assecondare e accontentare i presunti desideri maschili sotto ogni aspetto. Ridotta ed autoridotta ad oggetto sessuale, a cornice muta e decorativa, a conduttrice di programmi inutili dove mai è richiesta la competenza, costretta ad una corsa contro il tempo fatta di ritocchi chirugici mostruosi."
Il documentario è un susseguirsi di spezzoni di programmi televisivi da dove emerge che:
- la TV è un grande circo che mostra un'immagine contraffatta della realtà;
- le donne hanno talmente introiettato il modello maschile che non sanno più proporne uno diverso e si guardano l'un l'altra con occhi maschili tanto che anche le pubblicità rivolte alle donne sono a base di riferimenti sessuali appetibili per i maschi;
- è stato stabilito che le donne emancipate devono proporsi sempre e comunque come oggetto di desiderio anche quando vengono interpellate per la loro professionalità, anche quando sono donne adulte e preparate, ma l'unico canone di desiderabilità che riconoscono è l'allusione sessuale;
- le ragazze che si propongono secondo questo modello spesso sono le stesse ragazze studiose, diligenti e determinate descritte dalla scuola, le stesse ex bambine bravissime gioia-delle-maestre;
- le donne adulte, che hanno raggiunto fama e potere in TV, gareggiano con le più giovani da un punto di vista estetico e sono le più spietate e sprezzanti verso di loro;
- il vero volto delle donne non si può più mostrare e deve essere mascherato dalla chirurgia estetica. La nostra faccia, ciò che esprime la nostra autenticità, le nostre rughe frutto del nostro vissuto, la nostra unicità, non possono apparire pena mostrarsi vulnerabili in un mondo in cui si è vincenti solo se siamo spietatamente invulnerabili. Molto bella la citazione di Anna Magnani che diceva al suo truccatore il quale voleva toglierle le rughe: "Lasciamele tutte, non me ne togliere nemmeno una, ci ho messo una vita a farmele."
Soprattutto alla base di tutto questo, secondo me, c'è un equivoco di fondo e cioè che queste donne, queste ragazze si esibiscano proprio perché sono libere, cioè forse pensano di essere emancipate e progressiste facendosi umiliare pubblicamente. Per usare le parole di Loredana Lipperini (autrice del libro "Ancora dalla parte delle bambine"): "A monte del reggiseno in vista e delle labbra gonfie che anche la più intelligente delle ospiti di un dibattito si sente, a differenza dei colleghi maschi, obbligata ad esibire, c'è il malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi."
Ma la bella ragazza usata come gambe di una scrivania o appesa ad un gancio e timbrata sulle mele come un quarto di bue o umiliata con allusioni alla sua presunta stupidità, non solo è un'offesa a tutte le donne che ogni giorno lavorano, studiano e si impegnano, ma anche all'intelligenza umana in generale.
Quindi consiglio a tutti, donne e uomini, di guadare questo documentario, perché non è solo una questione di genere (come dimostra anche il film Videocracy di Erik Gandini).
E in ogni caso se è vero che il 60% del pubblico televisivo sono donne, allora sì che mi sale la rabbia e mi viene da urlare: "basta, donne! E' ora di reagire. Protestiamo per come veniamo rappresentate. Cominciamo a spengerla questa maledetta televisione. Facciamo calare l'audience di questi programmi che ci umiliano!"
Nonostante che io non veda mai la televisione trash, conoscevo il modello di rappresentazione femminile che in essa si fa. Ciò nonostante durante quei 25 minuti prima mi è salita una rabbia incontenibile, poi mi si è chiuso lo stomaco ed infine sui titoli di coda sono scoppiata in lacrime.
"Non immaginavo che le immagini televisive fossero uno specchio così preciso per descrivere certi comportamenti", dice la voce narrante di Lorella Zanardo. Ecco, non lo immaginavo neppure io, o per lo meno, non fino a quel punto.
"I volti e i corpi reali delle donne", continua la Zanardo, "sono stati occultati. Al loro posto la proposizione ossessiva e volgare di bocche, cosce, seni. La donna proposta sembra assecondare e accontentare i presunti desideri maschili sotto ogni aspetto. Ridotta ed autoridotta ad oggetto sessuale, a cornice muta e decorativa, a conduttrice di programmi inutili dove mai è richiesta la competenza, costretta ad una corsa contro il tempo fatta di ritocchi chirugici mostruosi."
Il documentario è un susseguirsi di spezzoni di programmi televisivi da dove emerge che:
- la TV è un grande circo che mostra un'immagine contraffatta della realtà;
- le donne hanno talmente introiettato il modello maschile che non sanno più proporne uno diverso e si guardano l'un l'altra con occhi maschili tanto che anche le pubblicità rivolte alle donne sono a base di riferimenti sessuali appetibili per i maschi;
- è stato stabilito che le donne emancipate devono proporsi sempre e comunque come oggetto di desiderio anche quando vengono interpellate per la loro professionalità, anche quando sono donne adulte e preparate, ma l'unico canone di desiderabilità che riconoscono è l'allusione sessuale;
- le ragazze che si propongono secondo questo modello spesso sono le stesse ragazze studiose, diligenti e determinate descritte dalla scuola, le stesse ex bambine bravissime gioia-delle-maestre;
- le donne adulte, che hanno raggiunto fama e potere in TV, gareggiano con le più giovani da un punto di vista estetico e sono le più spietate e sprezzanti verso di loro;
- il vero volto delle donne non si può più mostrare e deve essere mascherato dalla chirurgia estetica. La nostra faccia, ciò che esprime la nostra autenticità, le nostre rughe frutto del nostro vissuto, la nostra unicità, non possono apparire pena mostrarsi vulnerabili in un mondo in cui si è vincenti solo se siamo spietatamente invulnerabili. Molto bella la citazione di Anna Magnani che diceva al suo truccatore il quale voleva toglierle le rughe: "Lasciamele tutte, non me ne togliere nemmeno una, ci ho messo una vita a farmele."
Soprattutto alla base di tutto questo, secondo me, c'è un equivoco di fondo e cioè che queste donne, queste ragazze si esibiscano proprio perché sono libere, cioè forse pensano di essere emancipate e progressiste facendosi umiliare pubblicamente. Per usare le parole di Loredana Lipperini (autrice del libro "Ancora dalla parte delle bambine"): "A monte del reggiseno in vista e delle labbra gonfie che anche la più intelligente delle ospiti di un dibattito si sente, a differenza dei colleghi maschi, obbligata ad esibire, c'è il malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi."
Ma la bella ragazza usata come gambe di una scrivania o appesa ad un gancio e timbrata sulle mele come un quarto di bue o umiliata con allusioni alla sua presunta stupidità, non solo è un'offesa a tutte le donne che ogni giorno lavorano, studiano e si impegnano, ma anche all'intelligenza umana in generale.
Quindi consiglio a tutti, donne e uomini, di guadare questo documentario, perché non è solo una questione di genere (come dimostra anche il film Videocracy di Erik Gandini).
E in ogni caso se è vero che il 60% del pubblico televisivo sono donne, allora sì che mi sale la rabbia e mi viene da urlare: "basta, donne! E' ora di reagire. Protestiamo per come veniamo rappresentate. Cominciamo a spengerla questa maledetta televisione. Facciamo calare l'audience di questi programmi che ci umiliano!"
Sul blog "Il corpo delle donne" e su L'Unità il dibattito è in corso.
Pensa che questo breve ma pregnante documentario l ho postato l altro ieri sul mio profilo di facebook. L' ho trovato puntuale, preciso e devastante nella sua analisi. Mi sono un po' vergognato del mio essere uomo. Bellissima l' analisi del personaggio Cristina del grande fratello, figlia degenere del femminismo disconosciuto e non compreso.
RispondiEliminaIo non mi vergogno di essere uomo perché credo di essere lontano milioni di chilometri dal modello di uomo che viene proposto. Quello che mi stupisce, semmai, è la'ccetazione da parte delle donne di questo ruolo subalterno, strumentale, nel quale vengono rinchiuse. Possibile che nessuna, e quando dico nessuna parlo di quella moltitudine che sta nella sala d'attesa del mondo televisivo, si ribelli , si senta minimamente umiliata in un ruolo piccolo e gregario? Questo mi rattrista, anni di lotte gettati al vento da un'apparizione!
RispondiEliminaopsss non la'ccettazione ma l'accetazione!
RispondiEliminaInfatti non c'è niente di cui vergognarsi, semmai incazzarsi, perchè, come scrive un commentatore sul blog del Corpo delle donne, "se le donne sono rappresentate come prosciutti, gli uomini lo sono come decerebrati".
RispondiEliminaBen tornato, Belphagor. Aspettavamo un tuo commento da esperto al precedente post. Se ti va, naturalmente. :-)
Ho visto il documentario un mese fa, e da ipovedente-la-TV mi ha colpito parecchio (è un realtà che non seguo, ma il fatto che simili modelli femminili vengano proposti a ripetizione alle masse imbarbarite è purtroppo un fatto che riguarda tutti).
RispondiEliminaIeri pomeriggio ho seguito il Gran Premio di Motociclismo di Misano (una delle poche cose che guardo in TV, se mi capita), ed ho guardato con occhi diversi (in seguito al documentario) le tragiche "umbrella girls" che, discinte ed ammiccanti, fanno ombra con gli ombrellini ai piloti prima della partenza...e vengono innaffiate con lo champagne, in una allusione sessuale nemmeno troppo velata, al momento della premiazione dei piloti sul podio.
La mattina, su Repubblica, ho letto che le signorine in questione incassano, per queste inquietanti prestazioni, tra i 200 e gli 800 euro al giorno. In queste condizioni, il fatto che mia figlia voglia fare l'università e praticare in futuro un mestiere è da considerarsi quasi un miracolo:-)))
(Eh, no, non lo è affatto: anni di semina di valori "perdenti", in famiglia e fuori, in qualche modo hanno lasciato il segno:-))
Ben tornato, Lupo!
RispondiEliminaMa lo sai che ci ho fatto caso anch'io a quelle ragazze decorative del gran premio. Mio figlio lo stava vedendo e quando ho notato queste ragazze in minigonna con la pancia di fuori ho esclamato: "Anche qui!"
Mi piace la definizione "ipovedente-la-TV".
Tua figlia non credo che corra pericoli di rimanere affascinata da questo mondo.
Ieri sera ho visto Videocracy. Un po' lento e insiste troppo, secondo me, su Lele Mora e Fabrizio Corona. Pero' va visto. Completa il documentario della Zanardo nel senso che mostra come anche i ragazzi siano investiti da questo imperativo dell'apparire a tutti i costi.
Effettivamente quello che mi meraviglia è l'audience che questi programmi, o meglio passerelle per esposizione di tette, labbra, cosce ecc., estremamente "intelligenti" riescono ad ottenere, soprattutto da parte di donne.
RispondiEliminaOttimi i link, Artemisia, sia per il documentario di cui si era parlato in una puntata dell'"Infedele", all'inizio del "ciarpame senza pudore" (e con B. che non era ancora Papi e Noemi illustre sconosciuta).
RispondiEliminaPure io come uomo provo un profondo senso di vergogna e umiliazione, perchè non sono così, ben lontano e differente.
Trovo perciò utilissimo il dibattito in corso su "l'Unità", anche perchè è talmente scaduto culturalmente, oltre che moralmente, questo Paese, che è indispensabile un'iniezione di cultura, di idee e solo dalle donne può partire. Certe donne, ovvio.
Ciao.
P.S. Ho integrato da me i tuoi commenti.
In effetti tale fenomeno è degradante sia per le donne che si prestano a ciò, sia per gli uomini che vengono presentati come bestie perennemente allupate che non pensano ad altro.
RispondiEliminaFocalizzerei l'attenzione anche su un aspetto, che ritengo immediatamente successivo: le violenze sulle donne. Infatti se la cultura odierna prevede la donna sotto forma di oggetto, da bramare, non ci stupiamo poi se assistiamo a gente malata (non li giustifico beninteso) che non riesce a frenare i propri impulsi e commette atti spregevoli!!!
E' arrivato quindi il momento di risanare la società, di riportare le cose nei giusti binari...
ho, anzi, abbiamo guardato il documentario, grazie a te. molto interessante.
RispondiEliminaper la mia esperienza personale, gli uomini apprezzano molto un volto vero. apprezzano molto anche l'assenza di provocazione sessuale continua. ti stimano per la tua schiettezza, forse anche perchè la mancanza di continue richieste di ammirazione e conferme, li "stressa" meno di una femminilità che deve essere continuamente rimarcata e affermata, soprattutto nel quotidiano. e nonostante la mia totale essenzialità, noto spesso intorno a me gesti di gentilezza e autentica cavalleria.
da occhi esterni poi, di chi la tv non vede da anni, devo dire che le immagini del documentario, più che sexi mi sembrano pornografiche.
e qui, oltre alla tristezza del vedere la donna ridotta ad un oggetto di provocazione sessuale secondo me si apre anche il problema del rispetto dei giovanissimi, che credo dovrebbero avere il diritto di scoprire la sessualità da soli, senza vedersela sbattuta in faccia preconfezionata e banalizzata. e non è un fatto moralistico, il sesso è fra le cose migliori della vita, ma un problema di libertà di scoperta ed espressione propria.
Frank: si' puo' partire soprattutto dalle donne anche considerando il loro ruolo di madri e il fatto che la gran parte degli insegnanti sono donne.
RispondiEliminaSpunto: hai ragione. La violenza sulle donne e' il lato B della questione.
Liber: anche a me sembra pornografia. In questi giorni pensavo che queste ragazze in fondo sono tutte uguali, belle ma fatte con lo stampino, come fossero Barbie. Come si puo' prenderle come modello? Vuoi mettere la bellezza di una Brigitte Bardot, di una Julia Robert, di una Stefania Sandrelli, di una Fanny Ardant, eccetera eccetera?
son più che d'accordo. aggiungerei, vogliamo mettere le molteplici scintille di bellezza intorno a noi? ogni persona ha qualcosa di affascinante, nelle persone vere c'è sempre qualcosa di molto bello, unico, irripetibile. che viene da ciò che comunicano di sè, qualcosa di autentico e affascinante. ci sono corpi "imperfetti" che trasmettono leggerezza, o morbidezza, o energia, per come sono e vengono portati. lo stesso vale per i volti.
RispondiEliminaperchè perdere questa immensa ricchezza? per omologarsi ad un mondo con corpo e volto che esprime sempre la stessa identica cosa? mi pare una follia.
Conoscevo questo filmato e condivido le considerazioni della voce narrante. Questa è l'epoca del Dio denaro e i mezzi per ottenerlo non contano. La donna si altera e si prostituisce facendo figure da imbecille, infischiandosene solo per i soldi. POi ci sono coloro che si alterano, credendo di piacere di più, ed invece somigliano ad altri prototipi senza'anima. L'intelletto conta molto di più di un corpo rifatto, il corpo si deteriora, la mente cresce in bellezza.
RispondiEliminaOttime riflessioni, cara Arte.
Un saluto pomeridiano.
Annamaria
cara Arte io vedo poca Tv e ben scelta; odio vedere ovunque e ben sparpagialte, anche negli annunci sportivi, quelle povere donne discinte, come dicevano i nostri genitori,che sculettano e mostrano quel poco che hanno, ahimé...
RispondiEliminasiamo caduti proprio in basso e bisognerebbe metterci un freno perchè i giovanissimi ma soprattutto le giovanissime vedono tutte le schifezze della tv e poi imitano, senza rendersi conto dei danni profondi che hanno subito
un saluto erica