Da qualche settimana è ripartito uno dei miei programmi preferiti di cui spesso ho parlato in questo blog: Le Storie - Diario Italiano condotto da Corrado Augias, un Augias che ho trovato in gran forma.
Nella sua apertura della prima puntata ha annunciato il progetto che lui e la sua redazione si sono proposti per quest'anno: un viaggio intorno agli Italiani per cercare di capire chi siamo, come siamo diventati e perché siamo diventati così o se invece così lo siamo sempre stati. Con la scusa del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, Augias indossa in ogni puntata sulla giacca una spilla tricolore che vuole essere anche un segnale contro chi fomenta l'odio, gli egoismi e le divisioni (a tale proposito consiglio anche l'ottima puntata di Presa Diretta dal titolo "Fratelli d'Italia" dove si è ben mostrato quanto sia ormai profonda la spaccatura tra Nord e Sud).
Nella puntata di qualche giorno fa è stato ospite di Augias il teologo Vito Mancuso. Ascoltandolo parlare di "uscita da se stessi per acquistare la capacità di guardare le cose con gli occhi degli altri", di "sincerità come fondamento della vita spirituale", di religione come collante di pace tra i popoli anziché di motivo di divisione, di persone sensibili di tutte le fedi che sentono di dover portare in se stesse anche le altre religioni, ho pensato che ho bisogno di sentire persone così.
"Professor Mancuso, credo che lei sia un candido." gli ha detto Augias con "franca amicizia", "E il candore in questa società non è tollerato."
"Se essere candido significa tentare di essere sinceri fino in fondo con se stessi, allora è proprio quello che tento di fare", ha risposto il teologo.
Da qualche tempo attraverso un periodo in cui non ce la faccio più a prestare orecchio a chi, pur con ottime ragioni, mi indica quanto le cose vanno male. Ho bisogno di persone positive, persone miti, persone dolci come Mancuso ma anche come Massimo Gramellini che scrive i suoi editoriali su La Stampa con pacata ironia, buon senso e sobrietà. Gramellini che, anche lui con candore, racconta a Fahrenheit come ha fatto i conti con il dolore e la rabbia di aver perso la madre da bambino.
Sento il bisogno di ascoltare persone così. Credo che aggiornerò la mia lista salvagente.
Nella sua apertura della prima puntata ha annunciato il progetto che lui e la sua redazione si sono proposti per quest'anno: un viaggio intorno agli Italiani per cercare di capire chi siamo, come siamo diventati e perché siamo diventati così o se invece così lo siamo sempre stati. Con la scusa del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, Augias indossa in ogni puntata sulla giacca una spilla tricolore che vuole essere anche un segnale contro chi fomenta l'odio, gli egoismi e le divisioni (a tale proposito consiglio anche l'ottima puntata di Presa Diretta dal titolo "Fratelli d'Italia" dove si è ben mostrato quanto sia ormai profonda la spaccatura tra Nord e Sud).
Nella puntata di qualche giorno fa è stato ospite di Augias il teologo Vito Mancuso. Ascoltandolo parlare di "uscita da se stessi per acquistare la capacità di guardare le cose con gli occhi degli altri", di "sincerità come fondamento della vita spirituale", di religione come collante di pace tra i popoli anziché di motivo di divisione, di persone sensibili di tutte le fedi che sentono di dover portare in se stesse anche le altre religioni, ho pensato che ho bisogno di sentire persone così.
"Professor Mancuso, credo che lei sia un candido." gli ha detto Augias con "franca amicizia", "E il candore in questa società non è tollerato."
"Se essere candido significa tentare di essere sinceri fino in fondo con se stessi, allora è proprio quello che tento di fare", ha risposto il teologo.
Da qualche tempo attraverso un periodo in cui non ce la faccio più a prestare orecchio a chi, pur con ottime ragioni, mi indica quanto le cose vanno male. Ho bisogno di persone positive, persone miti, persone dolci come Mancuso ma anche come Massimo Gramellini che scrive i suoi editoriali su La Stampa con pacata ironia, buon senso e sobrietà. Gramellini che, anche lui con candore, racconta a Fahrenheit come ha fatto i conti con il dolore e la rabbia di aver perso la madre da bambino.
Sento il bisogno di ascoltare persone così. Credo che aggiornerò la mia lista salvagente.
"Religione come collante di pace tra i popoli tra i popoli anzichè motivo di divisione" non è una frase di Mancuso bensì una frase che proviene da uno degli ultimi discorsi del Papa e dalla marcia della pace della Comunità di S. Egidio fatta l'altra settimana a Barcellona (di cui i giornali si son ben guardati dal riportare). Se hai bisogno di cose candide in questo mondo marcio.. prova a fare un salto sul sito www.santegidio.org solo per curiosità e troverai un mondo diverso, un mondo di cui veramente ne valga la pena di esser vissuto!
RispondiEliminaIl Buongiorno di Gramellini sulla Stampa è per me da anni la lettura che apre la giornata...
RispondiEliminaDolores
Ti ringrazio per la segnalazione, Spunto.
RispondiEliminaHo scoperto Vito Mancuso. Ma allora la chiesa non è fatta di soli dogmi come qualcuno ha cercato di inculcare nella mia testolina. Ho l'impressione però che l'esteriorità la faccia ancora da padrone presso molti dei "luminari" che abbondano nella chiesa. La gente ignorante come me, chiede di essere illuminata da gente come Mancuso; e sapere che nella chiesa di gente come lui ce n'é mi ha risvegliato la coscienza.
RispondiEliminaBenvenuto, Sandro. Io sono atea convinta ma riconosco che ci sono delle gran belle persone nella Chiesa Cattolica (e non solo in quella).
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