"Toscana?" mi hanno chiesto diverse volte appena ho aperto bocca a Milano. Di solito il mio accento non si nota subito, dopo un paio di parole. Chissà forse gli Appennini fanno grande differenza nella parlata (oltre che nel clima). Sarà per questo che il buon Manzoni sentì il bisogno di risciacquare in Arno il suo Italiano?
Non sembra "Italia" questa città. Così gelida sotto un cielo plumbeo, con i grandi palazzi, gli sbuffi dei riscaldamenti a tutta potenza sopra i tetti, i tram che sferragliano per le vie del centro, potremmo essere benissimo a Vienna, a Strasburgo, a Berlino. Insomma in una qualsiasi città europea.
Una visita privilegiando i luoghi chiusi a causa del clima, ma non per questo meno interessante. A cominciare dalle splendide opere esposte alla Pinacoteca di Brera, dall'emozione di vedere dal vivo quelle arcinote (come Lo sposalizio della Vergine di Raffaello o La cena di Emmaus del Caravaggio) all'inaspettato piacere di alcune scoperte (come La fruttivendola di Vincenzo Campi o Triste presentimento di Gerolamo Induno o Ragazzi che lavorano l'alabastro di Adriano Cecioni).
Un viaggio nel tempo la Milano nascosta dei ritrovamenti sotto San Lorenzo Maggiore e sotto San Vittore al Corpo (grazie ai bravi volontari del Touring Club!). Bella la vivace atmosfera giovanile di Corso Ticinese e suggestivo, da Nome della rosa, l'impatto con la Basilica di Sant'Ambrogio sotto la neve.
"Milano non ama mostrare le sue bellezze" mi dice il volontario del Touring Club per il Patrimonio Culturale, "E' sempre stata solo la città del lavoro." Allora cominciamo a scoprirle.
:-) pensa che io, il tuo accento toscano, riesco a sentirlo anche leggendo i tuoi post!
RispondiEliminafredda o non fredda, in questa città che poco rispecchia il sorriso, tutti freneticamente presi ai propri pensieri, bhè..io trovo vita.
RispondiEliminami apre i polmoni Milano, dandomi modo di essere e non essere: insomma son di parte lo so.
però hai fatto un bel tour, tempo permettendo :-)