Sono i piccoli rituali quotidiani che rassicurano, soprattutto andando avanti con gli anni. Quando ero giovane detestavo la routine e ancora oggi sento la necessità di cambiare sempre qualcosa almeno nelle cose poco importanti tipo fare una strada diversa ogni volta che raggiungo a piedi un luogo consueto. Negli anziani si nota come nulla debba essere lasciato all'impulso, tutto debba essere programmato e il programma rispettato, pena un senso di smarrimento esagerato per la cosa in questione. La vita è bella anche per gli imprevisti ma con gli anni si ha paura proprio di quello che non si può prevedere.
Così, pur variando ciò che ascolto nelle le mie cuffie (un romanzo di Ad Alta Voce, una puntata di Fahrenheit o de La lingua batte o delle lezioni di musica di Radio 3), mi rassicura la mattina recarmi alla stessa fermata del bus e scorgervi il solito signore che aspetta il 57, la solita signora che prende il 22 e l'ex professoressa di matematica di mio figlio che aspetta il 23.
Mi rassicura attendere alla fermata "Tre pietre", osservare il cambiamento stagionale dei grandi platani, ora spogli, ora frondosi, ora donanti foglie dai multicolori autunnali e seguire con lo sguardo quel bel ragazzo bruno dal fisico scolpito e dalla mirabile postura che passa tutte le mattine. Mi rassicura scorgere in fondo alla via il 59 delle 7:43, far cenno con la mano e vedere che l'autista mette la freccia per fermarsi. Mi rassicura salirvi sopra e scorgere sempre la solita decina di passeggeri, tutti seduti al loro consueto sedile (me compresa, chissà perché): lo studente con gli occhiali e lo zaino di tipo scolastico, il dottorando che cammina a grandi falcate, la ragazza che parla al telefono tutte le mattine per tutto il viaggio, la studentessa dagli occhi azzurri e i fianchi torniti, l'altra che legge tutte le mattine Repubblica, la giovane ricercatrice che scende all'Incubatore e che veste in modo così particolare (come mi piacciono i suoi vestiti e i suoi accessori che rivelano una personalità spiccata) e il signore straniero coi baffi e gli occhiali che mi fa sempe dei gran saluti e dei gran sorrisi. Oggi piove a dirotto, oggi invece fa un gran freddo, oggi si vede una bella alba, oggi c'è la nebbia, oggi una brinata, oggi c'è una bella luce e l'aria è tersa.
Poi la giornata di lavoro comincia, più o meno intensa, quasi sempre poco gratificante, poco appassionante. Sempre uguale ma sempre diversa. Tuttavia quella routine del mattino mi aiuta ad entrare nella giornata con dolcezza e le sono grata per questo.
Attenzione al ragazzo dal fisico scolpito e alla studentessa con gli occhi azzurri: in realta' sono agenti segreti.
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