domenica 1 giugno 2014

La democrazia e la delega consapevole

"Oggi noi deleghiamo il potere in maniera eccessiva ad un gruppo di persone che sta agli ordini di altre persone che non hanno bisogno di essere elette da nessuno e contano molto di più," afferma Luciano Canfora durante la puntata di Pane Quotidiano in diretta dal festival di Torino.

"Democrazia vuol dire "potere di tutti," continua il filologo, "cioè il corpo civico ha il diritto di esercitare collettivamente il potere. Quanto più grande è il corpo civico tanto più è inevitabile la cosiddetta delega, parola allarmante. Rousseau diceva che il giorno dopo aver votato il popolo inglese ridiventava schiavo."
Il rimedio? Diffondere le sedi e i luoghi decisionali nelle numerose articolazioni del corpo civico, dall'esercito alla fabbrica, dalla scuola alle università, in modo che ciascuno nel suo luogo conti qualcosa. Ecco il contravveleno a quella tremenda parola che è la delega.

"La grandezza del potere sta nel trovare sempre delle forme seduttive," aggiunge Gustavo Zagrebelsky nella stessa puntata. "Cerchiamo di guardare dietro le etichette, dietro le formule seduttive, dietro le parole mentitorie che vengono spacciate sui mezzi di informazione."

"La democrazia politica (elezioni, parlamento, ecc.) è solo un aspetto della società democratica," aggiunge il giurista. "E' molto più importante riflettere della democrazia nelle nostre relazioni individuali quotidiane. L'abitudine a prendere sul serio le proprie responsabilità tutte le volte in cui si ha rapporti con i propri simili. Le forme esteriori della democrazia si riempiono di contenuti se noi siamo in grado di esercitare quotidianamente, nella nostra vita di relazione, uno spirito democratico,  ciè uno spirito contro il prepotere, la sopraffazione, l'illegalità."
Esercitare la delega ma con spirito critico, consapevolmente.

Spunti postelettorali.

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