sabato 30 gennaio 2016

Adottare un tratto di provinciale

Dalla nostra casa in Lunigiana, si può partire a piedi e percorrere dapprima un tratto della statale 446 per poi ritornare a casa attraverso la strada provinciale n. 11: 8 km e mezzo, due ora circa, pochissimo traffico, bei panorami e buon compromesso tra esercizio fisico e tempo impiegato e soprattutto senza spostare l'auto.
Il tratto sulla provinciale 11 è ancora più tranquillo di quello precedente, permette una bella vista sulle Apuane settentrionali ed è tutto in piano. Peccato, però che il ciglio della strada sia costellato di rifiuti, soprattutto lattine. Mi chiedo cosa spinga la gente a gettare dal finestrino la lattina della birra o della bibita. Perché non metterla da parte e buttarla al primo cestino all'arrivo? Qual è la logica? Qual è il pensiero di queste persone (ammesso che siano capaci di pensare a quello che fanno)?
Non ho resistito e l'ultima volta mi sono portata dietro qualche sacchetto e i guanti ed ecco il risultato. Tre sacchetti stracolmi soprattutto di lattine che, essendo alluminio, sono anche un materiale abbastanza pregiato da riciclare. 
A partire da quest'anno i comuni della Lunigiana si stanno organizzando per la raccolta porta-a-porta. Di per sé è un'ottima cosa. Tuttavia, in questo modo, non potrò ripulire il "mio" tratto di provinciale perché non troverò dove buttare i sacchetti a Bardine, salvo portarmeli fino a casa su per la salita (anche piuttosto ripida) che occupa gli ultimi due chilometri del percorso. E se anche me li portassi a casa non è detto che sarei presente il giorno del ritiro del multimateriale. Dovrei portarmeli a Firenze?
Temo che, anche se con rammarico, dovrò desistere.

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