Lo so, lo so. Per un'alimentazione ecosostenibile e più salutare bisognerebbe rifuggire dai prodotti industriali, soprattutto da chi ti propone scorciatoie, cibi pronti, ecc. Ma come si fa? Chi si può permettere di andare al mercato tutti i giorni e scegliere prodotti freschi, magari da produttori locali, cucinarli e mangiarli il giorno stesso?
E così anch'io che sono sempre di corsa (come tutti) ogni tanto cedo a qualche prodotto industriale. Per esempio le zuppe fresche, quelle che stanno in frigo e che tutto sommato non hanno conservanti o esaltatori di sapidità. Poi ora c'è pure la linea bio della Coop, un po' meno saporita a dire il vero, ma probabilmente più salutare come materie prime.
E però... e però... capita di vedere la puntata di Quante Storie dove Stefano Liberti, giornalista che ha scritto un libro-inchiesta sul cibo, raccomanda di cucinarsi il più possibile i cibi da sé partendo dalle materie prime, poi c'è il servizio terroristico di Report che spiega quanto fa male scaldare i cibi nella plastica (a dire il vero lo avevo sempre sospettato) e poi c'è il rischio botulino.
Insomma un pianto e un lamento ho deciso di cuocermi un abbondante minestrone di verdura partendo dalle verdure e farmi le mie dosi di zuppa da surgelare (ovviamente in vetro!!).
Il gusto, sono sincera, non è affatto migliore di quelle industriali però vuoi mettere sapere cosa c'è dentro? E poi col tempo, se non mi scoccio, magari diventerò più brava.
Ricordo il minestrone di mamma, quand'ero ragazzo. Lo preparava una volta all'anno, e nell'operazione partecipavo pure io. Si puliva e affettava verdura fresca, si snocciolavano legumi e si metteva tutto in ciotole sul tavolo, una per ogni verdura. Poi si riempivano sacchetti pescando un po' da ogni ciotola, fino ad arrivare ad un peso standard relativo a quattro porzioni (mamma, papa', fratello ed io). E si surgelavano i sacchetti.
RispondiEliminaIl minestrone si preparava cuocendo in acqua condita il contenuto dei sacchetti.
Una buona meta' della verdura era di provenienza dell'orto di papa (per la verita non un gran polliceverde) e soprattutto di quello dei nonni.