lunedì 27 novembre 2017

Cogliere l'attimo che fugge via

Lunedì 27 Novembre, ore 16.30

Esco un po' più tardi del solito oggi dall'ufficio e mi incammino verso casa come faccio ormai tre volte alla settimana da due anni. Appena metto piede fuori dall'edificio mi rendo conto di quale giornata splendida mi sono persa oggi chiusa tra quattro mura ad imprecare sulle mie scartoffie.


Il sole è appena andato sotto l'orizzonte e la sua luce dipinge di rosa Monte Morello. E' tutto così nitido grazie al vento e alla pioggia del finesettimana: gli alberi ormai spogli, l'erba, i cespugli, le canne lungo il fosso. L'aria pulita e frizzantina mi accarezza la faccia mentre cammino svelta. I piropiro schizzano dal canale spaventati al mio passaggio e anche il mio amico airone bianco, che ci vive, si innalza maestoso in volo appena arrivo a distanza di allerta da lui.


Il cielo è una tavolozza di colori che commuove: dorato verso Ovest, azzurro che sfuma in rosa verso est. E tutti questi colori si riflettono sull'acqua. Lassù, dove è già scuro, spicca il bianco della luna a metà. Una spolveratina di zucchero a velo sulla catena del Pratomagno. La presenza dell'uomo, fatta di luci, di centri commerciali e di auto incolonnate, brilla ma un po' più lontano.
Cammino spedita perché non mi voglio far sorprendere dal buio in questo tratto solitario e penso che questa bellezza va colta nella sua caducità. Tra pochi minuti sarà tutto diverso e la magia sarà sparita. Domani forse sarà nuvoloso o per lo meno la visibilità sarà minore. Verrano ancora giornate belle e tramonti spettacolari ma non saranno mai esattamente così, forse anche più belli, ma non esattamente identici a questo momento.
Ciò mi dà veramente il senso del tempo che fugge via e mi viene da piangere.

1 commento:

  1. Condivido in pieno, e quanto ti capisco.
    Un grande abbraccio.
    s.

    RispondiElimina